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E’ anche un fenomeno della nostra montagna

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Seppure misconosciuto, è (purtroppo) anche un fenomeno che riguarda la nostra montagna. E’ il cosiddetto stalking, una parola inglese entrata nel lessico comune con cui si qualifica e si intende esprimere quella serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, perseguitandola ed ingenerandole stati di ansia a paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.

Se n’è parlato l’altra sera nella sala consiliare di Castelnovo ne’ Monti, alla presenza di un folto pubblico, di età varie, composto in non trascurabile parte anche da uomini. Marzia Schenetti, una giovane, ha raccontato la propria esperienza e presentato un libro (“scritto di getto in un mese, fondamentalmente come sfogo”) in cui l’ha raccolta.

Insieme a lei l’avvocato Giovanna Fava, che l’assiste, le assessore Nuccia Mola, Francesca Correggi e Mirca Gabrini e Maria Luisa Muzzini, responsabile del distretto montano Ausl. In sala erano poi presenti anche medici, come lo psichiatra Sportelli e la dottoressa Casagrande, che sono intervenuti a portare le loro testimonianze.

Dicevamo di un fenomeno da cui la nostra montagna non è immune. Qualcuno l’ha fatto rilevare. Del resto, senza statistiche, senza numeri è ancor più difficile capirne i contorni, già difficili di suo date le problematiche e le difficoltà che gli sono in certo senso connaturate. Un fenomeno che vede principalmente le donne come vittime; ma non mancano, per circa un quinto del totale, anche casi in cui è l’uomo la “preda”.

Da più parti – come ha ad esempio sottolineato Maria Luisa Muzzini – è stato posto l’accento sul fatto che molto incidano i fattori culturali nel determinare questo agire; che in Italia, come si sa, da non molto è rubricato come reato, per iniziativa dell’attuale governo. “Stiamo cercando di costruire reti di supporto. Un corso su queste problematiche era già partito nel 2009”, ha detto. “E’ una pentola da scoperchiare”, ha affermato la Correggi. “Lo stalking è trasversale, attraversa tutte le fasce sociali”, ha fatto eco la Fava, che è anche referente dell’associazione “Nondasola”. Che ha aggiunto che “la violenza psicologica ed economica sono aspetti altrettanto importanti di quelle fisiche e sessuali”.

Marzia Schenetti: “Per un anno buono non ho praticamente più dato fiducia a nessuno e non facevo che chiedermi com’era stato possibile che fosse accaduto quel ch’era accaduto”. Poi: “Su consiglio di una persona cara mi sono messa a scrivere questo libro, in cui ho descritto la mia avventura con quello che ho chiamato ‘gentiluomo’, che all’inizio era sempre carino e pieno di attenzioni…”. Il dottor Sportelli ha rimarcato, nella fattispecie, la funzione anche terapeutica della scrittura.

Era presente in sala anche una persona, attiva in un’associazione di supporto, venuta appositamente da Ferrara per assistere a questo incontro. Ha raccontato l’attività che porta avanti.

Qualche dato generale offerto. Solo il 9% delle donne denuncia; il 40% ritiene lo stalking un fenomeno “da mettere nel conto nello svolgersi della propria vita”; il 25% pensa che tali comportamenti non costituiscano reato; e, come si diceva, il 78% dei casi sono a carico di donne.

Una considerazione finale e generale espressa ancora dall’avv. Fava è stata che “tutti dovrebbero fare il loro pezzettino di parte”. E pensa alle persone che potrebbero ad esempio portare testimonianza per portare alla luce certi casi e invece preferiscono tenersi nascoste. C’è infine tempo anche per un critica prettamente politica e attualissima: a quella legge sulla “prescrizione breve”, ora in discussione alla Camera, che, lungi dal portare giustizia, non permetterà anzi che in tanti casi essa possa giungere a compimento.