Fronte comune delle organizzazioni agricole e delle centrali cooperative reggiane a seguito della mancata approvazione, in sede di Comitato nazionale vini, del nuovo disciplinare per il “Lambrusco Emilia” IGP.
“La lobby degli imbottigliatori di altre regioni – sottolineano Confagricoltura, Cia, Confcooperative e Legacoop – ha determinato questo esito, facendo cadere una proposta di riforma finalizzata ad una maggior tutela dei consumatori e all’innalzamento del ruolo giocato dagli operatori presenti nelle aree di produzione del Lambrusco”.
“Il nuovo disciplinare – spiegano centrali cooperative e organizzazioni agricole – prevedeva una serie di misure che tendevano a rafforzare il legame tra produzione e territorio. Tra queste, l’obbligo che solo in queste aree ed in alcun province limitrofe, si concentrassero tutte le fasi di lavorazione del Lambrusco IGP, con la sola esclusione dell’imbottigliamento: una scelta sostanzialmente in linea con quanto già avviene per i Lambruschi DOC e con quanto recentemente è avvenuto per la DOP Parmigiano-Reggiano, prodotti per i quali anche imbottigliamento e confezionamento avvengono in zona di produzione”.
“La riforma – proseguono Confagricoltura, Cia, Confcooperative e Legacoop – avrebbe in questo modo impedito che alcune fasi di lavorazione successive alla pigiatura delle uve potessero essere effettuate in altre aree del Paese, salvaguardando in questo modo una produzione tipica da ogni eventuale operazione impropria, e rendendo possibile un migliore controllo sulla correttezza di comportamento di tutti gli operatori.”.
“Oggi – osservano organizzazioni e centrali cooperative reggiane - il Lambrusco detiene il primato assoluto delle vendite di vino nella grande distribuzione con 14,5 milioni di litri, e nel 2010 ha fatto registrare una crescita del 6,1% a fronte di un calo delle vendite di vino pari allo 0,9%; un andamento in decisa controtendenza che rende a maggior ragione necessario – a tutela di produttori e consumatori - l’esercizio di un controllo su tutte le fasi di lavorazione dell’IGP, al pari di quanto già avviene per il Lambrusco DOC, sul quale è forte il presidio dei Consorzi di tutela”.
“A fronte della mancata approvazione del nuovo disciplinare – osservano organizzazioni agricole e centrali cooperative – ricorreremo ad ogni forma di mobilitazione, perché troviamo grave e per molti versi paradossale il fatto che si blocchi una riforma di questo genere quando poche settimane fa il Parlamento Italiano ha approvato un disegno di legge relativo all’etichettatura degli alimenti e la stessa UE continua a mandare segnali – seppur lenti – che vanno nella direzione di una migliore tutela delle indicazioni geografiche e delle DOP e di una più forte difesa delle garanzie che vanno offerte ai consumatori”.
Le organizzazioni reggiane, intanto, hanno inviato una lettera all’Assessore provinciale all’Agricoltura chiedendo l’immediata convocazione della Consulta Agricola provinciale.
“Istituzioni e mondo politico – concludono Confagricoltura, Cia, Confcooperative e Legacoop – debbono mobilitarsi immediatamente a fronte di interessi che investono i nostri produttori e, in misura ancora più alta, i consumatori”.