Riceviamo e pubblichiamo.
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Per gli autotrasportatori è notte fonda. Quello applicato da Eni sui prezzi di benzina e gasolio è il quarto aumento consecutivo nel giro di 2 settimane. L'aumento più importante riguarda proprio il prezzo del gasolio (+0,8 centesimi). Quest’ultimo incremento va ad aggiungersi ai precedenti che hanno determinato un aumento del gasolio del 16% rispetto ad un anno fa e del 26% negli ultimi due anni. Dalle rilevazioni di oggi i prezzi medi si attestano a 1,546 euro/litro per la benzina e a 1,437 euro/litro per il gasolio. CNA-FITA Reggio Emilia lancia un grido d’allarme: “Se da una parte aumenta il costo del gasolio, che rispetto ai costi aziendali di un’impresa di trasporto ha un’incidenza del 30% - spiega Marco Campanini, Presidente provinciale CNA-FITA - e contemporaneamente la committenza aumenta i tempi di pagamento, le imprese di trasporto non hanno prospettive e, dopo anni di bilanci magri, rischiano di venire strangolate da questa pericolosa dinamica”.
Anche le difficoltà di accesso al credito hanno un peso determinante, in questa fase di vera e propria emergenza. A questi prezzi non si è arrivati nemmeno quando il petrolio si trovava a 147 dollari al barile nel 2008.
A fronte di questa situazione gli strumenti di determinazione dei cosidetti “costi minimi” stanno mostrando tutta la loro inefficacia. Così pure come risultano inefficaci gli strumenti recentemente adottati sui tempi di pagamento. La realtà è che le tariffe si stanno abbassando e molte aziende di trasporto ci segnalano che la committenza sta chiedendo una sorta di “contributo di solidarietà” ai trasportatori per abbassare i prezzi. Al danno, poi, si aggiunge la beffa: ogni tanto si legge che i prezzi dei beni di consumo risentiranno degli aumenti a causa dell’incidenza dei costi del trasporto”.
La normativa esistente, quella che dovrebbe adattare i costi del trasporto alla dinamica del costo del gasolio, si sta rivelando inefficace. Per questo CNA-FITA lancia una forte provocazione: occorre uno strumento di compensazione automatico attraverso il recupero delle accise che vada a riequilibrare la dinamica del costo del gasolio in caso di incrementi. Sarebbe un segnale concreto per CNA-FITA di considerazione dell’importanza di un settore che contribuisce per il 7% alla determinazione del PIL del nostro Paese. Per l’associazione degli autotrasportatori CNA occorre inoltre istituire una commissione di verifica che accerti l’esistenza o meno di fenomeni meramente speculativi sul costo del gasolio; si assiste infatti ad un doppio regime: quando il costo del petrolio aumenta, l’adeguamento del costo del gasolio è immediato; quando il costo cala, il prezzo rimane sostanzialmente invariato. Gli spazi per intervenire ci sono. Nei prossimi giorni CNA FITA intende verificare la disponibilità dei propri interlocutori a lavorare su questa ipotesi.
Una cosa è certa: la categoria dei trasportatori non può resistere ulteriormente.
Campa cavallo che l’erba cresce
Bellissimo articolo che mi vede perfettamente d’accordo. Mi chiedo come faccia a lavorare un autotrasportatore con questi continui aumenti: considerato che un camion fa circa 3 km con un litro di gasolio e considerato che un aumento di 10 cent al litro al camionista un viaggio di 100 km costa 3,5 € in più. Insomma, la situazione è difficile e c’è uno Stato che non aiuta i consumatori con politiche contro la speculazione come quella attuale.
(Luca Malvolti)