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“Per il rilancio dei parchi”

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L’orgoglio di rappresentare una realtà importante per il Paese, di essere parte di un movimento che lega l’Italia alle esperienze internazionali più avanzate e costituisce una chance concreta per il futuro della nostra società. E' stato questo l’elemento che ha dominato l’assemblea “per il rilancio dei parchi” convocato a Firenze dal Gruppo di S. Rossore. Moltissimi i presenti, fra gli oltre settecento sottoscrittori dell’appello proposto da quel nucleo di studiosi, operatori, amministratori e semplici cittadini, raccolti dall’animatore Renzo Moschini e decisi ad alzare la voce per pretendere, per i parchi, maggiore attenzione da parte delle istituzioni, maggiore considerazione per il ruolo delicatissimo che svolgono, maggiore sostegno dall’intera società civile.

Non solo i tagli ai finanziamenti sono stati l’oggetto della discussione. Anzi, il tema delle risorse economiche è venuto ben dopo la sottolineatura del ruolo identitario che i parchi hanno per molte aree geografiche e per l’intera nazione; dopo il richiamo al valore dell’elaborazione e della messa in pratica di strategie per la qualità dei territori; dopo la denuncia di un disinteresse crescente dei livelli di governo che è sintomo di una crisi generale di valori per un Paese che sembra non voler credere neppure alle proprie straordinarie risorse. E per questi motivi più che di fondi si è parlato di piena integrazione dei parchi nel sistema istituzionale, di politiche territoriali coerenti con le scelte e le proposte delle aree protette, di valorizzazione e "rilancio" – appunto - di una missione che può dare un contributo sostanziale all’affermarsi di una nuova economia.

Tra gli esempi richiamati, per dare conto di questo contributo, vi è stato il lavoro comune delle tante aree protette raccolte in un’area vasta come quella dei “Parchi di Mare e d’Appennino”, di cui ha parlato il presidente del Parco delle Alpi Apuane, Nardini, e che ha visto significativamente presenti, all’assemblea, i rappresentanti istituzionali delle tre regioni interessate (gli assessori Briano e Bramerini per Liguria e Toscana, il responsabile del settore Valbonesi per l’Emilia Romagna).

Di come sia necessario per i parchi, in una fase economica molto difficile, puntare ancor più sull’esemplarità e sul valore sperimentale del proprio lavoro ha parlato il presidente del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Fausto Giovanelli. “I parchi sono una metafora della difesa ambientale che ha assunto in ogni parte del mondo la forma di istituzione autonoma – ha detto Giovanelli – che appartiene ormai al senso comune e la cui utilità è generalmente riconosciuta. Per un Paese come il nostro il valore dei parchi è centinaia di volte più elevato di quanto rappresentato da quello 0,03 per mille del Pil con il quale vengono sostenuti. Occorre che i parchi stessi sappiano accompagnare questa crescita del loro ‘valore’ con la creatività e la capacità d’iniziativa, per incrementare la buona competitività dei rispettivi territori”. E a proposito del Gruppo di San Rossore Giovanelli ha auspicato che sappia proporsi come “presenza culturale, come gruppo di pensiero in grado di esprimere una pressione basata sulla forza delle idee, sulla capacità di parlare non solo agli addetti ai lavori ma all’intera società”.