La comunicazione ufficiale non è ancora arrivata ma il sito del Ministero dell’ambiente già riporta la notizia: il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano si è aggiudicato un importante finanziamento, risultando con il proprio progetto tra i primi classificati (19° tra 314 concorrenti, secondo tra i parchi nazionali) nella graduatoria del bando nazionale "Bike sharing e fonti rinnovabili" emesso dal Ministero stesso lo scorso anno. Si tratta di 230.000 euro per un intervento complesso, che ne vale 330.000 e che prevede la dotazione di biciclette a pedalata assistita (trenta), l’allestimento di pensiline di protezione con impianto fotovoltaico per la ricarica delle batterie (dieci) e telecamere per il controllo a distanza, un furgoncino per il trasporto e la manutenzione delle biciclette e, soprattutto, l’organizzazione e la promozione di un servizio di noleggio integrato con altre forme di mobilità e collegato a percorsi che toccano le eccellenze ambientali del Parco.
“Un successo – afferma il direttore Giuseppe Vignali - che ci consentirà di incrementare l’offerta turistica eco-compatibile attraverso la creazione di una rete in grado di sfruttare le grandissime e ancora inespresse potenzialità del cicloturismo in Appennino. Questo tipo di biciclette, inoltre permetterà ad ogni categoria di persone di conoscere attraverso una modalità ‘dolce’ la natura, la cultura e la storia di cui sono ricchi i territori del Parco e incrementerà così considerevolmente l’accesso sostenibile al Parco stesso e l’utilizzo di mezzi alternativi all’autovettura”.
I percorsi previsti si snodano per ben 222 km e prevedono 13 punti di noleggio collocati presso esercizi privati (bar, ristoranti, rifugi, alberghi) convenzionati con il Parco. Punto di snodo e interscambio con la ferrovia alla stazione di Ghiare in provincia di Parma e poi Berceto, il passo Sillara, Bosco di Corniglio, il rifugio Lagoni fino alla frazione di Valditacca. Si prosegue poi fino al passo del Lagastrello, da dove è possibile raggiungere, nel reggiano, il Centro Visita di Succiso e il rifugio Pratizzano oppure, nel versante toscano, il Centro Visita di Apella, il borgo di Licciana Nardi, la seconda stazione ferroviaria del percorso (Rometta lungo la ferrovia Aulla Lucca), Casola in Lunigiana. E ancora la Garfagnana: il Centro Visita di Ponteccio, il rifugio Orecchiella, nell’omonimo Parco e, infine, la stazione di Castelnuovo Garfagnana.
Tratti e punti di arrivo già in parte sperimentati dal Parco, e premiati da notevole successo e da commenti entusiasti da parte degli utilizzatori, con le prime bici ibride e le prime ‘uscite’ nell’estate e nell’autunno del 2010. Ora, con questo sostegno ministeriale, il servizio diverrà diffuso e permanente, proponendosi come una delle iniziative di più larga attrazione e di minor impatto ambientale del turismo montano.
Che bella notizia
I miei complimenti al Parco per questa bella opportunità che non si sono lasciati scappare! Il cicloturismo in Appennino è un filone interamente da “sfruttare” e uno dei modi migliori per visitarlo! Brave alle amministrazioni che riescono a moltiplicare le risorse con finanziamenti esterni e una volta tanto non si lamentano per i tagli ma fanno di necessità virtù!!!!! Teneteci informati sull’arrivo delle nuove biciclette.
(Renata)
Bici elettrica… per ex ciclisti
Buona occasione per il presidente del Parco, ex discreto ciclista, per “rinverdire” una lontana… leggenda su due ruote. Con l’ausilio del motorino elettrico chissà che anche il presidente non venga annoverato tra le FER (Fonti energetiche rinnovabili). Da leggersi come: Fausto è rinato (come ciclista).
Buone pedalate.
(Enzo Piccinni)