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Addio Iade, ultima grande maestra della prima metà del Novecento

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CASTELNOVO MONTI (26 febbraio 2011) - Si sono svolti nel pomeriggio di oggi a Castelnovo funerali di Iade Crovi, 90enne vedova Carubbi, maestra molto conosciuta a Castelnovo. Con Iade Crovi scompare l’ultima grande generazione dei maestri del Novecento. Donna di cultura, divoratrice di riviste, intrattenne negli anni sessanta anche una corrispondenza con lo scrittore Raffaele Crovi, scriveva anche di poesia e in tarda età aveva iniziato a collaborare col mensile Tuttomontagna.

Esempio robusto di attaccamento alla sua professione di maestra, alla cultura montanara e alla sua storia, ai valori forti che ne hanno caratterizzato l’impegno educativo, come di tanti altri suoi colleghi, come il maestro Carlo Arlotti o Montruccoli che ricordava con piacere, che in quegli anni di appassionato insegnamento la videro impegnata nella formazione di numerosi alunni della nostra montagna.

Tra i suoi scritti, memorabile quella sua testimonianza scritta in data 12 dicembre 1995 e riportata dallo storico Giuseppe Giovanelli, a riguardo dell’attività svolta da “Don Scarpone” al secolo Don Alfonso Ferretti (1879 - 1949), il prete “dai tetti in su” addetto alle opere di Azione Cattolica della montagna reggiana che fece conoscere il cinema a tanti montanari. A Castelnovo ne’ Monti, per chi ancora lo ricorda, con l’allora “Cinema Charitas”.

“…partiva da Cagnola dopo il canto del vespro, e non prima di aver controllato che nessun ammalato grave avesse bisogno del ministero sacerdotale. In piazza, a Castelnovo, attendeva la corriera delle 17, buono, paziente, sorridente, con la grossa cassetta metallica che conteneva proiettore e pellicole. Qualche autista lo guardava scocciato e, volentieri, gli gettava le casse a terra. “Piano, piano, abbiate pazienza”, chiedeva don Alfonso che le raccoglieva con pazienza, sorridendo nonostante l’evidente dispiacere”.

Iade Crovi scrisse a Natale del 2005 una commovente lettere al Coro “Vocilassù” di Toano: "Signori direttori, vi sarei molto grata se poteste mandarmi le parole – se possibile le tre strofe – di canti della Patria ‘La Leggenda del Piave’. Mi piace tanto. L’ho imparata da piccolina quando la cantava il mio papà che era stato uno dei ragazzi del 1898/99 e che partecipò alla guerra del 1915/18. Aveva solo 18 il mio papà. Io sono nata dopo un anno dal rientro dalla guerra. La cantava tanto bene quella Leggenda ‘Il Piave Mormorava’. L’ho imparata anche alle scuole elementari. Ho comperato le cassette ma non riesco ad afferrare le parole. Se avete le parole me le mandate? In questi tempi ho sentito suonare “Il Piave” ma senza parole. Mi è venuta una profonda nostalgia del mio papà. Vi ringrazio e mi congratulo per il vostro bel ‘Coro’”.

Il Coro al completo decise di farle una sorpresa e, al gran completo, suonò alla sua porta e, in casa, cantò la canzone richiesta. “Un pomeriggio indimenticabile” ricordano i coristi ora diretti da Armano Saielli. Alla cortesia e alla riconoscenza della maestra Iade si unirono le foto e i ricordi sul padre soldato, legati alle vicende della prima guerra mondiale, e tanta fu l’amicizia e la commozione di tutti.
Nella felice ricorrenza dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, fuori dai clangori delle celebrazioni ufficiali, un esempio discreto ma inoppugnabile di attaccamento al valore e al senso forte di patria. Non è desueto patriottismo, come potrebbe obiettare qualcuno, ma il valore di “patria” che riassume in se’ il valore di tutte le patrie. Il luogo dove nasce e si conclude ogni avventura umana!
Sì, maestra Iade, ora, nella “patria celeste” potrà udirlo tutto nuovo quel desiderato “…dalle amate sponde, sommesso e lieve tripudiar dell’onde…” cantato in coro dalle celesti voci… lassù.

Il mensile Tuttomontagna e il Coro “Vocilassù”, assieme alla nostra redazione, porgono ai familiari le più vive condoglianze.