Riceviamo e pubblichiamo.
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Da voci di corridoio sembrerebbe che l’Atc montagna, relativamente all’abbattimento dei capi ungulati, abbia preso una direzione diversa rispetto alle indicazioni fornite dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e dalla Provincia di Reggio Emilia. L’Atc montagna avrebbe deciso autonomamente di aumentare, in modo significativo, la percentuale di abbattimento dei caprioli, disattendendo le direttive provinciali. Dell’iniziativa sarebbero stati a conoscenza anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste reggiane.
Sono gli stessi cacciatori che erano presenti alla riunione del 28 dicembre scorso sul bilancio, organizzata dall’Ambito territoriale di caccia Re4 montagna, a sostenere che il presidente dell’Atc 4, Ferruccio Silvetti, già assessore provinciale alla caccia, si sarebbe lasciato scappare di un non precisato accordo con le componenti ambientaliste. Affermazioni che, ovviamente, non compaiono nel verbale dell’assemblea. Perché i gruppi ambientalisti avrebbero favorito una tale imposizione? Quali interessi ci sono in ballo? Cosa dice l’accordo? Quanti caprioli sono stati effettivamente abbattuti nell’Appennino reggiano tra il 2009 e il 2010? Pochi giorni fa il presidente dell’Unione regionale cacciatori dell’Appennino si domandava, intervenendo sui media: dove sono finiti i caprioli?
(Fabio Filippi)
Bravo Fabio, è ora di far chiarezza!
Faccio i miei complimenti all’esponente di spicco del Pdl in quanto quì apparentemente sono spariti un numero rilevante di caprioli che, come le volpi, sono patrimonio indisponibile dello Stato. A mio avviso i piani di prelievo sono stati negli anni scorsi “sgonfiati” per far contenti i cosidetti “ambientalisti da poltrona”, fra l’altro mai visti ai censimenti, che non hanno dato fiducia ai numeri proposti dai tecnici Atc in base a formali censimenti, per poi trovarsi con una situazione imbarazzante in quanto la popolazione di caprioli è aumentata drasticamente. A mio avviso ciò ha provocato tutte quelle situazioni che hanno causato l’impennata di incidenti stradali, di danni all’agricoltura e alla forestazione e l’inevitabile indebolimento della specie stessa che di fatto ha causato l’inizio di patologie degli stessi caprioli. La situazione che si è venuta a creare ha portato a mio avviso la Provincia ad un tentativo di “rimediare” con la decisione di “gonfiare” i piani di abbattimento proposti dall’organo regionale competente. Il Comitato Atc montagna, che mi pare di ricordare doveva essere ad “interim”, fortemente voluto in tutti i suoi elementi dalla Provincia stessa guardandosi bene di inserire fra le sue designazioni un referente indicato dalle opposizioni, a mio avviso può avere altre colpe. L’una è quella di non imporsi troppo nei confronti dell’organo politico competente; un’altra di non chiedere la collaborazione attiva dell’Ente Parco nella gestione faunistica venatoria del nostro territorio ed infine come è stata mal gestito il discorso caprioli negli ultimi mesi. A mio avviso bisognava ragionare ancor prima di autorizzare l’abbattimento estivo dei maschi, magari con forme di censimento previste e concordate con gli enti preposti. Può essere un “suicidio” per la popolazione creare una rilevante differenza fra maschi e femmine; può essere sbagliato abbattere capi che apparentemente sembrano ammalati ed invece nel suo interno hanno già sviluppato quella sorta di immunità a questo tipo di patologia. In merito si doveva più che adottare scelte a mio avviso prettamente politiche lasciare lavorare i tecnici e se non erano abbastanza affiancarli con altri inseriti dalla Provincia. Non si può stare a guardare una popolazione di caprioli, che tanti ci invidiavano, calare a vista d’occhio senza porvi rimedio. Per quanto riguarda i numeri degli abbattimenti ci sono tutti e formalmente protocollati, bisognerà quindi a mio avviso verificare quanto accaduto e se corrisponde al vero che alcuni esponenti del mondo ambientalista abbiano avallato qualche scelta scellerata, evidenziata dall’INFS regionale, in merito agli abbattimenti. Certamente chi ha ottenuto l’obiettivo sono alcuni ambientalisti che di fatto con il calare della popolazione di caprioli vedranno calare inevitabilmente il numero dei cacciatori.
Cordiali saluti.
(Marino Rivoli)
Carissimo Marino
Anche in questa occasione vedo la volontà di molte persone di “vendere” la propria verità. Ognuno di noi ha la propria medicina, la propria ricetta per capire, per spiegare ad altri il perchè sono CALATI i caprioli. Personalmente non so cosa possa essere accaduto, penso all’inverno rigido, l’eccessiva densità di alcune zona, ma il tutto è solo un’idea, non una certezza.
L’unica certezza è che vi è un esponente POLITICO della montagna che perde il suo tempo per divulgare una “VELINA” passata da chi? Non si sa, forse da qualcuno che ha interesse a denigrare l’attuale direttivo.
Concludo chiedendo a Marino di andare agli uffici dell’Atc per farsi dare i nominativi dei cacciatori che hanno ritirato le fascette, tra questi vi è forse il “VELINONOMANE”.
SCUSATE!!!!!… Mentre scrivo apprendo che la Bocco-Canala è ultimata e che Filippi era presente all’inaugurazione… SCUSATE ma era una “VELINA”, bufala perdon; l’unica verità è che è dal 2005 che lo stesso la dà come imminente…. sono solo 6 anni. Forse sarebbe meglio che perder tempo per cose serie.
Grazie come sempre.
(Roberto Malvolti)
Uno, cinque, dieci… purtroppo non interessa!
Qualsiasi sia il numero dei selecacciatori che si è recato in Atc a ritirare la documentazione per procedere al prelievo selettivo non interessa, è un loro pieno diritto e quindi non sta nè al sottoscritto nè a Coloro che all’inizio dell’anno non hanno fornito la relativa documentazione a farlo. Spettava eventualmente alla Provincia, ma mi risulta non si è presa la responsabilità di farlo. Per il resto solo polemiche, faremo come altri… Scriveremo al ministro dell’ambiente chiedendo che fine ha fatto il patrimonio indisponibile dello Stato.
Cordiali saluti.
(Marino Rivoli)