Ieri sera, 18 febbraio, si è tenuto un pubblico dibattito nella sala consigliare di Villa Minozzo alla presenza del "Comitato selvatico", promotore dell’incontro, del sindaco Luigi Fiocchi e delle comunità degli acquedotti rurali. Nel comune di Villa Minozzo le comunità degli acquedotti rurali sono una realtà che coinvolge 18 strutture e 1299 utenze, che offrono quel servizio primario che è l’acqua potabile, senza scopi di lucro, accollando agli utenti il solo costo di gestione. In nessun caso il costo è proporzionato ai mc utilizzati: ciò che gli utenti corrispondono è solo relativo al costo di gestione.
Si è altresì dibattuto sulla privatizzazione che il nostro governo ha approvato e durante il dibattito è emerso che tutti i presenti hanno espresso il forte convincimento che la privatizzazione a spa che operano per il dividendo di un bene primario sancito dalla Costituzione sia una politica sbagliata, in quanto privilegia gli utili a favore dei gestori di tale servizio a discapito degli utenti che sono alla mercè di dette società. Ciò tanto più che nel nostro ordinamento non è prevista un’autorità di vigilanza che controlli le tariffe dell’acqua. Se la privatizzazione della gestione degli acquedotti non verrà abrogata con il referendum previsto, il rischio sarà quello di essere vessati anche per l’acqua potabile.
Molto bello… in montagna scorre un sacco di acqua
E’ davvero bello vedere che il tema dell’acqua sta così a cuore in montagna ed è ancora più bello quando questo tema, come nel caso dell’iniziativa di Villa Minozzo, tocca l’identità di questa terra, le sue ricchezze e le sue scommesse. Scommesse come quelle degli acquedotti rurali, dei quali si è parlato a Villa Minozzo, ma anche nell’iniziativa promossa in dicembre a Busana dall’Associazione Amanzio Fiorini.
Sono queste le iniziative che debbono sbocciare lungo tutto l’Appennino. Iniziative nelle quali la gente della montagna si costruisce da sè le occasioni per riflettere e per parlare. Un protagonismo e un segnale di civiltà che lega, attraverso le valli e i rilievi che formano il nostro territorio, comunità differenti che condividono il desiderio di dire la propria quando si parla di bene comune, di risorse, di propria identità. E’ con questo spirito che è stata realizzata a Busana l’iniziativa Montagna d’Acqua di dicembre. E’ con questo spirito che si è parlato dell’acqua della quale una comunità si è fatta custode. Un’acqua che è stata “tramandata” ai cittadini che sono nati dopo, ma che ha una storia. Una storia, prima di tutto, di responsabilità, di civiltà, di condivisione.
Grazie ai concittadini di Villa Minozzo!
(Associazione Amanzio Fiorini)