La Fillea Cgil di Reggio Emilia nell’ambito di un’iniziativa più generale che sta promuovendo a livello nazionale in favore della legalità e della sicurezza sul lavoro e contro il caporalato e lo sfruttamento, ha inviato nei giorni scorsi una lettera a tutti i sindaci dei 45 comuni della provincia di Reggio Emilia per invitarli a riportare nell’agenda del 2011 alcuni temi rimasti irrisolti anche nel 2010. Si tratta di temi che restano centrali per i lavoratori e le imprese edili e per questo si chiede alle amministrazioni di assumerli tra le priorità ed affrontarli con una rinnovata determinazione ed impegno attraverso atti concreti, a partire dall’introduzione nei bandi di gara di criteri valoriali di responsabilità, alla realizzazione di un controllo effettivo e costante delle attività affidate agli appaltatori, alla previsione di garanzie esigibili contro le violazioni. Una lettera molto simile a questa sarà inviata a breve anche a tutti gli amministratori di condominio invitandoli ad assumere alcune regole per l’assegnazione dei lavori edili di manutenzione straordinaria che prevedano anche controlli più stringenti sulla regolarità e maggiori garanzie sia per i condomini che per le maestranze utilizzate. Ecco di seguito la missiva.
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Egregio sig. sindaco, i dati nazionali affermano che il sistema delle imprese di costruzioni della nostra regione sia tra i più virtuosi, questo però non ci esime dal rilevare le numerose violazioni documentate dalle attività di vigilanza e dalle denunce relative alla qualità dei rapporti di lavoro in Emilia-Romagna e all’applicazione delle norme di sicurezza, mentre è rilevante il numero delle imprese inadempienti rispetto agli obblighi contrattuali e contributivi.
È documentata dalle investigazioni della Dia (Direzione investigativa antimafia, ndr) la presenza in regione di organizzazioni malavitose che tra le proprie attività annoverano anche quella di imprenditori edili, così come è certificata la presenza in regione di imprese che hanno relazioni con territori dove camorra e ‘ndrangheta hanno un forte radicamento. Nel corso del 2009 la realtà regionale del settore ci consegna un accertamento di centinaia di lavoratori in nero, 4.549 infortuni, di cui 12 mortali, e 336 inabilità permanenti senza contare le migliaia di rapporti di lavoro subordinati mascherati con forme contrattuali anomale, nonostante la nostra costante denuncia sul territorio. Rilevante è il lavoro grigio che si manifesta nelle migliaia di part-time utilizzati a copertura di una attività a tempo pieno in nero o le false dichiarazioni di assenze giustificate dal lavoro che riducono a 120 le ore medie di lavoro denunciate mensilmente, anche quando i lavoratori ne lavorano realmente 180-200 al mese.
La crisi, i tagli agli enti locali non hanno assolutamente favorito le imprese che fanno della sicurezza, della regolarità e della trasparenza nella gestione delle attività di cantiere una ragione della propria azione quotidiana; i bandi al massimo ribasso sono ancora troppi, limitate sono le misure introdotte negli stessi bandi di gara e negli affidamenti al fine di favorire un controllo costante da parte della stazione appaltante delle presenze e del regolare svolgimento delle attività. In questi evidenti spazi si inserisce chi fa della irregolarità uno strumento della sua competitività fino a raggiungere livelli di pericolosa infiltrazione di organizzazioni malavitose nelle attività di costruzione e fornitura di materiali per il settore.
La Regione Emilia-Romagna con la legge 2 del 2009 in materia di sicurezza e con la proposta di legge regionale elaborata dalla giunta in materia di “legalità, trasparenza e semplificazione amministrativa nella produzione di beni e fornitura di servizi” ha introdotto importanti indirizzi che a nostro giudizio vanno ulteriormente sviluppati in fase attuativa nei vari atti che portano all’affidamento dei lavori e attività.
Il controllo costante delle attività affidate agli appaltatori da parte della direzione lavori, la verifica della veridicità della documentazione prodotta in materia di sicurezza e della posizione contributiva dei singoli lavoratori con un controllo in tempo reale costante delle presenze grazie ai nuovi strumenti informatici (P.E.C.). L’introduzione nei bandi di gara di criteri valoriali di responsabilità sociale dell’impresa appaltatrice e dell’intera filiera di sub appalti, quali ad esempio: l’assenza di contenziosi in precedenti appalti, una documentata assenza di gravi infortuni e/o sequestri di cantieri in seguito a ispezioni in materia di sicurezza e regolarità dei rapporti di lavoro compresi quelli affidati in subappalto, l’immediata possibilità del committente di rescindere il contratto senza alcun risarcimento qualora siano accertate violazioni alle norme contrattuali per i lavoratori e di sicurezza sul lavoro; sarebbero a nostro giudizio un importante atto volto a premiare le imprese “sane” del settore.
Confidiamo nella sua riconosciuta sensibilità su questi temi affinché nella sua azione di amministratore, trovi le migliori risposte alla salvaguardia di un patrimonio sociale, economico ed etico del territorio, la ringraziamo per l’attenzione restando a sua disposizioni per eventuali approfondimenti, le porgiamo cordiali saluti.
(Rud Zaniboni, segretario generale della Fillea Cgil di Reggio Emilia)