Home Cronaca La fede è altro dall’acquisto. Ma l’Appennino laico reclama la sua specificità

La fede è altro dall’acquisto. Ma l’Appennino laico reclama la sua specificità

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di Gabriele Arlotti e Catia Marcucci (*)

APPENNINO REGGIANO (20 gennaio 2010) – L’Appennino, che anche nelle recenti festività ha provato a dare sfoggio della sua vocazione turistica, si interroga sulla questione aperture festive dei negozi.
Da un lato la Confcommercio di Reggio Emilia che, di fatto, ignora l’ invito del vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, Adriano Caprioli, che raccomandava l’osservanza del riposo e delle festività. La nota associazione di categoria si è compiaciuta del successo riscontrato dall’apertura degli esercizi nel giorno dell’Epifania. Dall’altro le organizzazioni sindacali e dei consumatori, come la Cisl, la Federazione nazionale pensionati e l’Adiconsum che, invece, difendono il diritto del lavoratore a riposare nelle “feste comandate”. E la montagna che fa? Interroghiamo qualche voce autorevole.

“Ci pensi lo Stato se non se ne cura l’opinione pubblica”

Taglia corto monsignor Guiscardo Mercati, parroco di Carpineti e Pantano, oltre che Assistente regionale Unitalsi e membro della Commissione diocesana per l’arte sacra: “Condivido pienamente le parole del vescovo Adriano Caprioli. I cristiani dovrebbero non avvalersi degli esercizi commerciali nei giorni di festa. Non possiamo imporre nulla, ma l’unica protesta possibile è proprio quella di non frequentare i negozi durante le festività. Se i cristiani saranno i primi a non usufruire di tali eventi, allora si costituirà già una prima risposta”.
In cifre: “In un Paese composto da quasi il 90% di cristiani, dei quali solo il 15% risulta essere praticante, è necessario tenere maggiormente in considerazione le festività. La domenica è ‘il giorno del Signore’ e, come tale, deve essere rispettato e maggiormente valorizzato. Se l’opinione pubblica non si impegna verso tali orizzonti, allora spetta allo Stato tenere maggiormente in considerazione le festività. Su questi e altri insegnamenti bisogna insistere durante il percorso di catechismo, nell’opera di catechesi atta a formare i cristiani di domani”.
“Tuttavia – precisa don Mercati –, in un Paese in cui coesistono molte culture, che osservano giorni festivi diversi dalla domenica, l’unico modo che hanno i cristiani per protestare risulta essere quello di non usufruire dei negozi durante le festività”.
“I cristiani politicamente impegnati – conclude il sacerdote – inoltre dovrebbero portare avanti il nostro pensiero per cercare di capire la linea intrapresa dagli organismi del pubblico esercizio che, partendo dalla concessione di un servizio durante le festività, vorrebbero poter giustificare il tutto. Ma non è così semplice”!

Il sindaco: “Siamo comune turistico, è una possibilità data in un momento di crisi economica”

A Castelnovo Monti, però, la polemica si è fatta più pungente. E il sindaco (di ispirazione cattolica) Gianluca Marconi ha spiegato come il capoluogo sia comune turistico: “Il calendario delle aperture nei giorni delle festività religiose e civili per il 2011 è stato concordato con il vice sindaco e assessore al commercio Cosetta Gattamelati e le associazioni di categoria e sindacali del settore. E’ il primo anno che proponiamo la facoltà di tenere aperto anche il giorno di Pasqua. Si tratta per l’Appennino di un periodo importante, che coincide con il via alla stagione turistica. La richiesta di poter tenere aperti i negozi è stata sostenuta all’unanimità dalle rappresentanze del mondo commerciale”.
Chiarita la posizione iniziale, un’apertura importante: “Per tutte le festività indicate nel calendario, quella dell’apertura è una possibilità facoltativa – spiega Marconi - : chi voglia tenere chiuso è liberissimo di farlo. Comprendiamo la posizione espressa dalla Diocesi reggiana e dal vescovo, così come capiamo che l’apertura facoltativa può essere un criterio valido per negozi ed esercizi a conduzione familiare”.
Quindi un accenno al contesto economico: “In un momento economico non facile per nessuno – precisa Marconi – , per numerosi esercenti poter aprire in una giornata di forte afflusso turistico è un elemento rilevante. Vi sono categorie, come i ristoratori o gli albergatori, che nei giorni festivi non solo lavorano, ma lavorano più che in tutto il resto dell’anno. Le zone a vocazione turistica presentano aspetti peculiari che numerosi cittadini ci chiedono di valorizzare, anche attraverso l’ausilio della vasta e capillare rete commerciale su cui da sempre il nostro paese basa la propria economia ed anche la propria tenuta sociale”.

La replica del parroco locale: “Si trovi un punto di incontro”

“La domenica è il giorno del Signore e, come tale, deve servire per valorizzare la famiglia e la persona, non si deve quindi lavorare – dice il parroco di Castelnovo ne’ Monti don Evangelista Margini –. Nel giorno del Signore, al primo posto dovrebbe collocarsi la famiglia e la persona, oltre al bisogno che sente ogni cristiano di pregare e di recarsi alla Santa Messa. La domenica i cristiani dovrebbero osservare la vita di fede, di carità e non accingersi all’acquisto. La fede è altro”.
“Tuttavia – prosegue il vicario foraneo –, Castelnovo ne’ Monti risulta essere un paese che vive essenzialmente di turismo, quindi sarebbe bene che qualche negozio restasse aperto anche durante le festività. In una economia, seppur in crisi, che si sta evolvendo, è comunque necessario tenere presenti alcuni valori portanti della comunità cristiana: la vita, la persona, la famiglia. La persona non è una macchina per produrre. Bisogna interrogarsi su come sposare esigenze dei negozianti ed esigenze di un mondo che ha la necessità di essere servito. È necessario quindi che un minimo di servizi resti garantito in un paese che vive prevalentemente di turismo”.
“Sebbene il sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Gian Luca Marconi, avesse valutato la possibilità che dell’apertura degli esercizi commerciali nel giorno dell’Epifania, solo pochissimi negozi, circa tre, hanno deciso di restare in funzione. Tre su novanta sono davvero pochi. Ad insistere sull’apertura sono soprattutto i supermercati, mentre i negozi a conduzione famigliare, presenti in larga misura nel paese, preferiscono astenersi dal lavoro per osservare il meritato riposo”.

“Ma… comprare ci allontana dal mistero del Natale”

“La domenica è il giorno del Signore – afferma Suor Rosanna Zanni –. Le festività sono periodi importanti da dedicare a lui. In tali giorni non bisogna immergersi nell’interesse, nel compare, nel fare cose che portano lontano dal contemplare mistero del Natale, ad esempio”.
“La domenica – prosegue la religiosa della ‘Casa della Carità Padre Pio’ di Busana – dovrebbe costituire un momento per contemplare il trascendentale. Una giornata da dedicare interamente al Signore, nella quale avvicinarsi a Lui compiendo azioni che ci aiutino maggiormente a contemplarLo. Azioni come leggere la Parola di Dio, pregare, fare opera di meditazione, restare in silenzio possono aiutarci ad avvicinarci maggiormente a Lui. Tuttavia, la società attuale ci porta ad essere sempre più frenetici, l’esatto contrario del mistero della fede. Siccome tutto ci allontana dal Signore, è necessario fermarsi un attimo a meditare, per revisionarci, andando nel profondo”.
“La domenica – conclude Suor Rosanna –, così come gli altri giorni di festa, non bisogna perdersi in cose che non possiedono il valore eterno della vita”.

(*) Articolo per La Libertà - Agenzia Redacon