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“No alla democrazia dell’egoismo”

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Pubblichiamo il contributo che segue.

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Lasciamo stare per un attimo le presunte accuse di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile nei confronti del presidente del Consiglio. Lasciamo da parte, per un istante, tutti i problemi politici che attanagliano il nostro paese. E cerchiamo di immaginare che in Italia non ci siano questioni urgenti da governare con serietà. Proviamo a pensare solo alla frase di Silvio Berlusconi contenuta nel suo videomessaggio di domenica 16 gennaio: “Quello che i cittadini di una libera democrazia fanno nelle mura domestiche riguarda solo loro!”.

La vicenda delle nuove accuse a Berlusconi, del caso Ruby e delle conseguenze che ha tutto ciò sulla nostra vita, meritano soltanto silenzio e preghiera. Ma, in coscienza, come cristiano e come cittadino, non posso tacere davanti a un’affermazione del genere.

L’attuale presidente del Consiglio della nostra nazione ha detto: “Quello che i cittadini di una libera democrazia fanno nelle mura domestiche riguarda solo loro!”.

Ma ci rendiamo conto? Chi deve presiedere al buon governo di una nazione e deve governare in vista del bene comune dei cittadini, mette a fondamento della democrazia l’EGOISMO. Per andare d’accordo, per vivere in pace, per essere davvero liberi e vivere in democrazia, ognuno, a casa sua, può fare quello che vuole! E fuori casa? Se uno si abitua a fare quello gli pare in casa lo farà anche fuori, perderà il rispetto degli altri, avrà sempre timore e paura dell’altro, non potrà vivere la giustizia e la condivisione, si farà una sua etica relativista che non prende in considerazione altro se non il suo “bene”.

Qualcuno sarà anche d’accordo con la frase citata, non lo metto in dubbio e lo rispetto, ma noi cristiani non possiamo esserlo! L’egoismo e il menefreghismo sono esattamente il contrario dell’Amore e della Politica. E noi dobbiamo denunciarlo, gridarlo, testimoniarlo! Con l’egoismo, il menefreghismo e il gossip abbiamo un Paese bloccato: la politica non fa più il suo mestiere, i lavori del Parlamento sono ai minimi termini e le questioni gravi e le sofferenze rimangono sempre in capo ai più poveri e indifesi che pagano il prezzo della “bella vita” di qualcuno!

L’affermazione del premier induce a relativizzare e quindi a cancellare la separazione tra bene e male e a giustificare e instillare il concetto di libertinismo che sembra, oggi, essere assimilato al concetto di libertà. Liberi di comprare qualsiasi cosa o persona, a qualunque prezzo, basta avere soldi per farlo; liberi di fare a casa nostra quello che ci pare. Liberi di dare sfogo a tutti gli istinti che portino piacere. E’ questa la libertà che ci ha insegnato nostro Signore?

Non è sufficiente continuare ad invocare una “chiarezza necessaria” (come nell’editoriale di Avvenire del 18 gennaio). Noi abbiamo già una chiarezza di riferimenti: la vita di Gesù e il Vangelo sono già la nostra Luce. E credo che la Chiesa dovrebbe avere una voce più chiara, più forte e più decisa per aiutare tutti a capire dove sta il male e dove cercare il Bene. Altrimenti si corre il rischio di rimanere a pontificare dall’alto di una presunta coerenza, di essere di quelli che stanno con la morale e l’etica perfetta in tasca e aspettano che altri dicano che qualcuno ha sbagliato. Rischio di essere come i farisei che, in fondo, sono più attenti a difendere equilibri politici (o meglio piaceri reciproci) che fanno comodo a tutti piuttosto che cogliere la profezia e la novità del Vangelo.

Mi sono permesso questo “sfogo” perché amo la Chiesa nella quale siamo chiamati a servire, perché per amore si deve avere il coraggio anche di dire NO, di richiamare, di sgridare e di orientare, come è doveroso fare con fermezza con chi supera la decenza e disprezza e irride l’etica minima della convivenza. Con profonda delusione ma anche tanta speranza… e la consapevolezza che la via della Pace, della Giustizia e della Libertà è anche via della Croce.

(Gianmarco Marzocchini, direttore Caritas diocesana Reggio Emilia–Guastalla)

4 COMMENTS


  1. Come non condividere l’indignazione, come non sottoscrivere il profondissimo disagio, ovviamente come cattolico; ma forse nel caso in questione mi sento doppiamente sgomento anche come cittadino di questo Paese (per fortuna che Napolitano c’è).

    (Claudio Bucci)

  2. Grazie Gianmarco
    Ma è possibile che certe considerazioni le possano fare solo i “laici”? Se la Chiesa perde il suo ruolo di annunciare la “verità” per paura di urtare il potente di turno non è più “sale”, come ci indica il Vangelo.

    (Domenico)


  3. Non capisco perché – nel rispetto della legge dello Stato – uno a casa propria non possa fare ciò che vuole, anche se “amorale” per la Chiesa. E’ chiaro, sottolineo, che bisogna rispettare la legge dello Stato, che è l’unico sovrano eletto: se ci sono stati dei reati chi di dovere li verificherà e nel caso chi di dovere pagherà, sono il primo a sostenerlo con forza. La Chiesa, la Caritas e le istituzioni religiose varie farebbero invece bene a guardare nelle proprie, di case: non dimentichiamo i fatti recenti emersi e quelli che via via emergono, che hanno coinvolto le istituzioni religiose a tutti i livelli. E se la presunzione di innocenza vale fino a prova contraria, perché questa levata di scudi da parte della Caritas quando sul banco degli accusati c’è Berlusconi? Se si vuole far politica si vada alle urne e si chieda il voto agli elettori, in democrazia serve questo percorso…

    (Commento firmato)