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Cerreto Laghi / “Sindaco Caccialupi, lo confesso, sono scialpinista…”

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Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera inviata al sindaco di Collagna, Ugo Caccialupi, e, per conoscenza, al presidente del Parco dell'Appennino tosco-emiliano, al presidente dell'Unione dei comuni dell'alto Appennino reggiano, al comandante della Guardia forestale e al responsabile della stazione sciistica di Cerreto Laghi.

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Gentile sindaco, sono un montanaro che ama vivere intensamente la propria attività, sportiva e non, a contatto con l'ambiente del nostro Appennino. Consapevole di questa fortuna, con fatica e attenzione, svolgo quotidianamente i miei allenamenti che in questo periodo mi vedono, sci ai piedi, confrontarmi con la salita. Sono molti anni che nel periodo invernale per svolgere allenamenti di maggiore intensità effettuo risalite delle piste delle stazioni del nostro crinale, Cerreto Laghi in special modo, perchè questa attività permette di svolgere lavori intensi in un lasso di tempo relativamente breve ed anche [io pensavo :)] senza troppi pericoli legati all'ambiente.

Con stupore, ed anche un po' di amarezza, ho appreso in questi giorni dagli addetti al controllo delle piste che era stata emanata una ordinanza da parte del suo Comune che vieta la risalita delle piste da parte di scialpinisti durante l'apertura degli impianti, così come durante i periodi di chiusura, come la notte. I motivi legati all'inevitabile possibilità di incidenti ed il relativo scarico di responsabilità in merito sono ineccepibili, ma non per questo motivo penso sarebbe opportuno, per analogo motivo, chiudere le autostrade o vietare ai ciclisti l'utilizzo delle strade...

La logica del divieto è troppo facile da applicare per evitare responsabilità, ma so che spesso porta all'acuirsi dei conflitti tra le parti senza risolvere e comunque affrontare i problemi. Io per primo ho sempre cercato di allenarmi senza incorrere in atteggiamenti pericolosi e comunque nel rispetto degli avventori delle piste a "naso in giù" (tra le cui fila annovero i miei migliori amici). Ho sempre cercato di usare le piste meno frequentate o le stradine di collegamento senza attraversare le piste, se non in caso di effettiva necessità e comunque dopo aver attentamente controllato l'orizzonte... E poi, obiettivamente, credo che molto più pericoloso siano le risalite delle piste aperte da parte dei mezzi per la manutenzione delle stesse o delle motoslitte...

E che dire delle velocità degli atleti della discesa in piste con scarse vie di fuga o reti di protezione, magari con qualche sassolino di troppo o placca di ghiaccio scoperta? Vogliamo vietare a tutti di essere? Perchè allora non incontrarci per affrontare il problema nei suoi molteplici aspetti, aperti alle proposte altrui, con al consapevolezza che sono molteplici le esigenze e le necessità di chi ama svolgere la attività sportiva preferita nel nostro Appennino?

Credo sia possibile trovare una giusta via di mezzo, magari limitando le salite lungo piste che meglio si prestano a questa attività o sulla strada di collegamento che sale tra la pista 1 e la pista 2, così come è stato predisposto un parco per le evoluzioni degli snowboarders...

Voglio essere oltremodo provocatore: se il problema è anche quello del fatto che non paghiamo il biglietto 😉 perchè non istituire una tariffa simbolica per chi usa le proprie molecole di ATP per far fronte alla risalita? "Trasgressori" che comunque usufruiscono delle strutture e delle attività ricettive, oltre che amare profondamente l'ambiente in cui vivono e la propria e altrui salute.

Sono certo della capacità di ascolto e di comprensione Sua e dei responsabili della stazione di Cerreto Laghi, ma nel caso vorrei farle sapere che continuerò ad amare frequentare il "sré", in inverno e nella sua veste estiva, rispettoso dei suoi boschi e delle sue cime, un po' meno delle ordinanze...

Se obbligati ad allenarci solo "fuori pista", potrà sempre fare, prima del termine del suo mandato, una ordinanza che vieti ai pendii di essere instabili ed alle nostre mamme di essere preoccupate. :]
Grazie.

(Fabrizio Silvetti)

8 COMMENTS

  1. Divieto di risalire le piste del Cerreto con sci e pelli di foca
    Non posso che essere d’accordo con Fabrizio riguardo all’ordinanza che vieta la pratica dello scialpinismo sulle piste del Cerreto. Se guardiamo al passato e agli incidenti che sono successi (e le statistiche in questo caso hanno molta importanza), non sono mai da imputare a sciatori che praticassero lo scialpinismo ma piuttosto a carenze sulla segnalazione di pericoli in vicinanza delle piste. Alcuni giorni fa, sciando al Cerreto a bordo pista vicino ad un cannone sparaneve, un addetto mi ha fatto notare che ero passato con gli sci sopra al cavo elettrico che alimenta il cannone. Gli ho fatto notare che il pericolo non era segnalato, come potevo sapere che sotto la neve c’era un cavo elettrico? Questo per dire che il pericolo esiste anche sulle piste battute e nelle vicinanze se non vengono prese le dovute precauzioni. Piuttosto che fare un divieto assoluto perché non mettere delle regole concordate e farle rispettare? Propongo anche che venga emesso un bollettino di pericolo slavine e ghiaccio fuori pista visto che questa in passato è stato la causa di un incidente mortale e un’altro molto grave. Chiaramente deve essere un esperto a valutare le condizioni di pericolo.
    Per concludere dico che al Cerreto non si debba precludere nessuna attività di nessun genere; già ci viene poca gente, se si fanno i divieti saranno ancora meno.

    (Sesto Luigi Borghesi)


  2. Concordo pienamente con Silvetti e Borghesi. Mettere delle regole e farle rispettare sarebbe la soluzione migliore e più educativa che un imposizione di comodo. Concordo e trovo utilissimo un bollettino di pericolo slavine e ghiaccio fuori pista, affisso nei locali delle stazioni e nelle bacheche.

    (Gianluca Ugoletti)

  3. Grandi Silvetti e Borghesi
    Con rammarico dalla lettera del Sig. Silvetti apprendo una delle ultime novità proposta dai Signori che dovrebbero promuovere il nostro stupendo Appennino e invece immancabilmente riescono ad ucciderlo con innumerevoli divieti (anno 2011 divieto di praticare lo scialpinismo sul Cerreto – anno 2010 divieto di praticare Helysky sul monte Cusna – ecc. ecc.). Quando in zone come il Trentino, la Valle d’Aosta, il Piemonte sono promosse e non bandite.

    (Paolo Bronzoni)

    P.S. – Sig. Silvetti e Sig. Borghesi state tranquilli che intanto con dei tour operator come i nostri amici politici presto ci troveremo a risalire con le pelli tutte le piste delle varie stazioni sciistiche presenti sul nostro Appennino,
    viste le condizioni in cui versano le nostre povere stazioni.


  4. Basta con questa politica del no a tutti i costi, ormai in montagna non si può fare più niente. No alle moto, no allo scialpinismo, no alle strade, no a tutto. Fra un po’ non potremo più respirare perchè turberà qualcosa che so io, creerà una valanga o, peggio, disturberà un animale. Basta, riprendiamoci la nostra montagna, a casa questi pseudopolitici che non fanno niente per noi ma solo per il loro portafoglio.

    (Renzo)


  5. Sono pienamente d’accordo con Silvetti! Ho scoperto il nuovo divieto direttamente in pista, durante una risalita, non posso negare lo stupore nel vedere una tale avversione verso una pratica molto bella e che andrebbe al contrario incentivata. I pericoli reali delle piste sono ben altri! Come qualcuno, prima di me, ha già fatto notare. Ho 18 anni e vorrei continuare a praticare scialpinismo sulle mie montagne, anche al Cerreto!

    (Giovanni Coli)

  6. Qualche tracciato in più…
    Occorrerebbe creare percorsi sicuri e alternativi per chi fa scialpinismo all’interno del comprensorio; secondo me praticare le due attività nella solita pista può essere pericoloso. La stazione di Cerreto Laghi può e deve essere potenziata sotto molti aspetti: impianti, tracciati e segnaletiche in primo luogo. Come mantenimento delle piste e sicurezza garantita ho notato personalmente molti progressi fatti negli ultimi anni, che credo le statistiche infortuni dovrebbero confermare. Le presenze complessive degli ultimi anni mi sembrano in leggera crescita rispetto a qualche annetto fa o quantomeno non in diminuzione, come leggo riportato da altri commentatori. Naturalmente vado a sensazione, non avendo numeri ufficiali, considerato l’andamento neve e condizioni meteo medie, perchè come sempre questi ultimi rappresentano elementi determinanti per la stagione turistica invernale, soprattutto in Appennino.

    (Miriano)

  7. E’ il sistema che non va!
    Non meno di un annetto fa il presidente del Parco, Sig. Giovanelli Fausto, riferiva che una priorità del direttivo era quella di promuovere proprio quel tipo di eco-turismo invernale fatto di ciaspole e pelli di foca, questo il risultato… L’ordinanza del sindaco di Collagna, in palese contrasto con le ambizioni del Parco. Possibile che non vi sia un minimo di coordinamento fra l’Ente Parco e i vari comuni ricadenti all’interno di esso, specie anche quando l’orientamento politico è il medesimo?

    (Daniela Guelfi)

  8. Ora basta!!!!!!!!
    Già partire per arrivare al Cerreto con la strada che ci ritroviamo ci vuole del “coraggio”… Però per una bella scialpinata in sicurezza non ti faceva pesare più di tanto il viaggio. Se adesso non è più possibile nemmeno questo… ciao Cerreto!!!!!!! E poi si lamentano che c’è poco turismo sulle nostre montagne????????
    Ma cosa mi offrono per stimolarmi a frequentare una zona????????
    SOLO DEI DIVIETI.

    (Marco R.)