Parco nel mondo, il progetto nato per rendere più saldi e frequenti i contatti tra l’Appennino e le comunità dei suoi emigrati in tutti i paesi nel mondo e gestito dalla Comunità montana della Garfagnana, ha stretto proprio in questi giorni un legame ancor più saldo con la numerosa comunità di origine garfagnina e lunigianense della città di Perth, in Australia. Tutto questo è stato possibile grazie alla presenza di Martina Moriconi, componente dello staff di progetto, in visita privata ai propri parenti emigrati anni fa a Perth dalla Garfagnana.
Grazie alla facilità di collegamento data da internet, il presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli ed il presidente della Comunità montana Puppa hanno potuto essere virtualmente presenti alla riunione del Toscana club locale, in cui il Parco ed il progetto Parco nel mondo hanno costituito l’ordine del giorno, parlando in videoconferenza con il presidente dell’associazione Fernando Pagani, che è originario di Sillano, e con il vicepresidente Michele Santi, originario di S. Romano in Garfagnana e già cittadino affettivo di Parco nel mondo. Era presente in sala anche Antonella Tosi, presidente dell’associazione degli emiliano-romagnoli di Perth, dato che tra le due associazioni i rapporti sono ottimi e la comunità di origine italiana è molto unita.
Il Toscana club conta più di 500 soci, si è costituito più di quaranta anni fa ed è diventato un punto di riferimento per gli italiani di Perth; tra le famiglie che lo frequentano una percentuale superiore al 75% vanta un’origine familiare garfagnina o lunigianense, proprio dell’area dei comuni oggi compresi nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
“I nostri rapporti con la terra di origine sono molto forti”, racconta a Fausto Giovanelli il sig. Santi, “molti tra noi non hanno mai interrotto i contatti con i parenti in Italia; io per primo faccio in modo di venire in Garfagnana ogni anno e di mantenere saldo il legame con amici e familiari”. “La nostra associazione è molto attiva”, afferma il presidente Pagani, “vogliamo continuare a fare progetti per il futuro, con le giovani generazioni, e ci piacerebbe dare il via anche ad attività commerciali, per vendere qui i prodotti tipici della nostra terra d’origine, siamo sicuri che tutta la popolazione li apprezzerebbe molto, non solo la comunità di origine italiana”. Poi continua: ”Gran parte della mia famiglia si trova a Sillano, dove io ritorno ogni volta che mi è possibile”.
Fausto Giovanelli è davvero colpito dalle parole che entrano nel suo ufficio grazie al computer, annullando una distanza di migliaia di chilometri: “Si tratta davvero di un comunità molto unita e piena di entusiasmo, che ha voglia di migliorare ancora e di far progetti, questo è il vero spirito di Parco nel mondo, che deve unire queste forze presenti fuori dal territorio del Parco nazionale, che però possono dare un contributo importantissimo al futuro dell’Appennino. Continueremo a lavorare insieme, con Parco nel mondo, sono sicuro che otterremo risultati molto positivi”.
Buonoooooo.
(g.s.)
E sempre più lontani quelli con il territorio
Battuta spontanea…
(Massimiliano Coloretti)
Il nostro territorio è anche emigrazione
Buona la battuta, ma errata la sostanza. Il nostro territorio è anche emigrazione (altrochè !!!). Questa che è stata una ferita del passato può diventare un’opportunità per il futuro. Un’opportunità per le COMUNITA’ rimaste nei borghi di avere relazioni e apporto di risorse umane ed economiche a distanza. L’esperienza recente di Sologno (settembre scorso) è una prova concreta e verificabile che Parco nel Mondo è un progetto di vicinanza e persino di identità dell’Appennino (non di lontananza). Chiedere a Sologno, per esempio, se le parole del Parco di per sè non convincono, può rendere l’idea delle potenzialità. Certo Parco nel mondo vive davvero solo dove c’è partecipazione e vicinanza. Comuni, pro loco, parrocchie, cooperative paese, associazioni possono trovare nel Parco una sponda per ritessere domani e in forme moderne i fili delle COMUNITA’ di vecchi borghi che la storia di ieri ha spezzato. Dare continuità e organizzazione a queste relazioni è tema locale, del Parco ma non solo del Parco. Il problema da porsi non è guardare il bicchiere mezzo vuoto, ma casomai enunciare idee per riempirlo.
(Ufficio stampa Parco nazionale Appennino tosco-emiliano)
Volete una idea x lanciare il Parco?????? Provate a sistemare qualche strada, a pulire qualche cunetta, ecc. ecc. Se per voi sistemare qualche strada è troppo, provate a pulire qualche sentiero o pulire qualche bosco, perchè i nostri sentieri e i nostri boschi non sono da Parco nazionale!!!!!!
cordiali saluti.
(Nicola Ferretti)
Grazie, ok… però…
Si tratta di cose utili e giuste, indubbiamente. Ma dobbiamo considerare che il Parco riceve dal Ministero un contributo pari a 50 euro annui per ettaro riferito al territorio perimetrato, che diventano circa 8 euro per ettaro del territorio dei 16 comuni. È il valore di 20 minuti di lavoro. Con queste modeste risorse bisogna pagare anche le ordinarie spese di personale, gestione e… imposte. È chiaro che si tratta di risorse assolutamente inadeguate a una manutenzione del territorio che ha invece altri centri di responsabilità e di spesa. Saremmo lieti di essere il punto di riferimento di questa spesa pubblica. Purtroppo non è così. Le strade sono comunali, provinciali o statali. Quelle interpoderali sono competenza dei consorzi di bonifica che riscuotono dai proprietari un contributo di bonifica. I boschi appartengono a privati e usi civici, che hanno diritto di sfruttarli e dovere di coltivarli. Quelli demaniali e regionali sono affidati alle comunità montane. Il Parco è tuttavia intervenuto in qualche caso (Gatta-Pianello, Orecchiella) su qualche piccolo problema di viabilità. In qualche caso (Sologno, vespa cinese, Pietra di Bismantova) ha fatto piccoli interventi di conservazione-manutenzione del bosco. Non ci sono però le possibilità materiali di generalizzare o estendere questi interventi sulle proprietà private e di usi civici… Circa i sentieri all’interno del perimetro del Parco (non fuori) è in essere una convenzione col Cai emiliano-romagnolo e toscano. Sono stati fatti e sono in corso alcuni interventi, tra i quali spicca “l’alta via dei parchi” che interviene su percorso segnalazione e servizio del sentiero Italia (o GEA) su tutto il crinale tosco-emiliano. I conti con le risorse e le priorità dobbiamo purtroppo farli. E non può essere priorità, almeno di regola, ciò che è compito primario di altri enti o soggetti privati.
(Ufficio stampa Parco nazionale Appennino tosco-emiliano)