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Negozi aperti anche nel giorno di Pasqua? La posizione del Comune che per la prima volta autorizza

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Mentre i sindacati confederali provinciali annunciano uno sciopero dei dipendenti del commercio per il 6 gennaio per protestare contro la decisione della Regione di tenere aperti gli esercizi commerciali in quel giorno con contemporanea apertura dei saldi invernali, a Castelnovo ne' Monti serpeggia insoddisfazione per il calendario delle aperture festive 2011 che prevede l'apertura anche il giorno di Pasqua. Il Comune risponde col comunicato che segue.

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In merito al recente dibattito sulle aperture nei giorni festivi apertosi a livello provinciale interviene il Sindaco di Castelnovo Gianluca Marconi. “Per quanto riguarda il nostro Comune il calendario delle aperture nei giorni delle festività religiose e civili per il 2011 è stato concordato dopo incontri avvenuti tra il Vice Sindaco ed Assessore al Commercio Cosetta Gattamelati e le Associazioni di Categoria e sindacali del settore. E’ il primo anno che proponiamo, in via sperimentale, la facoltà di tenere aperto anche il giorno di Pasqua. Si tratta per l’Appennino, ed il nostro Comune in particolare, di un periodo importante, che di fatto coincide con il via alla stagione turistica: sono già diversi anni che attraverso investimenti importanti e collaborazioni con le associazioni di volontariato ed anche le Parrocchie in tale periodo proponiamo un ricco calendario di iniziative, “Pasqua ne’ Monti”, che è divenuto di valenza provinciale ed oltre. La richiesta di poter tenere aperti i negozi in tali giornate era pervenuta altre volte in passato, e negli incontri fatti nei mesi scorsi è stata sostenuta all’unanimità dalle rappresentanze del mondo commerciale. Ribadiamo comunque che per tutte le festività indicate nel calendario quella dell’apertura è una possibilità facoltativa: chi voglia tenere chiuso è liberissimo di farlo. Comprendiamo la posizione espressa dalla Diocesi Reggiana e dal Vescovo, così come capiamo che l’apertura facoltativa può essere un criterio valido per negozi ed esercizi a conduzione familiare, mentre chi sia dipendente di una attività più grande o di un supermercato, potrebbe sentirsi costretto a lavorare suo malgrado. D’altra parte però sappiamo anche che in un momento economico non facile per nessuno, per numerosi esercenti poter aprire in una giornata di forte afflusso turistico sia un elemento rilevante. Del resto, pur rispettando al massimo e comprendendo, lo ribadiamo, la posizione della Diocesi, ed anche di chi, pur in modo finora anonimo (in una lettera inviata ad una testata locale e pubblicata questa mattina, ndr), ha espresso contrarietà alle scelte intraprese, vogliamo ricordare che vi sono categorie, come i ristoratori o gli albergatori, che nei giorni festivi non solo lavorano, ma lavorano più che in tutto il resto dell’anno, e questo da sempre. Le zone a vocazione turistica, come lo sono Castelnovo e tutto l’Appennino, presentano degli aspetti peculiari che numerosi cittadini ci chiedono di valorizzare, anche attraverso l’ausilio della vasta e capillare rete commerciale su cui da sempre il nostro paese basa la propria economia ed anche la propria tenuta sociale. Siamo comunque disponibili a ridiscutere insieme le scelte se le rappresentanze del mondo commerciale e sindacale intendessero rivedere la posizione espressa in fase di discussione condivisa del calendario di aperture”.

14 COMMENTS

  1. Mah!!!
    E torniamo pure a riparlare delle aperture dei negozi nei giorni festivi, ora addirittura per Pasqua, 2 giugno e S. Stefano!!! E’ stato provato, riprovato e poi ancora riprovato con le aperture domenicali in questi ultimi anni; quest’estate addirittura la domenica dalle 18 alle 21. Un… fiasco come largamente prevedibile. Ma Castelnovo è veramente un paese a vocazione turistica? Una volta forse, ora mi sembra di no. Quante facce nuove si sono viste la scorsa settimana tra Natale e Capodanno? A occhio mi sono sembrate un po’ pochine. Come sempre saranno aperti i “soliti”, e gli altri forse non accenderanno nemmeno la luce… Perchè??? Non è con qualche apertura così a caso che si risolvono i problemi del commercio di Castelnovo.

    (Gianni Leurini)


  2. Ci chiediamo se davvero qualcuno creda che quei 4 giorni di festa all’anno passati in negozio possano risolvere la situazione economica… O che ancora la vocazione turistica del territorio la debbano fare i negozi aperti. Siamo invece sicure che si sia perso il senso della misura, della famiglia, dei rapporti umani non finalizzati al commercio. Parliamo da commercianti che a stento ritagliano tempo per figli, marito, genitori… Per non parlare di riposo o hobbies che certo non possiamo coltivare. Siamo convinte che si stiano facendo i giochi delle grandi catene di distribuzione, che avendo personale possono turnarsi e non lavorare ininterrottamente per periodi lunghissimi. I piccoli commercianti sono destinati a soccombere, schiacciati dalle spese e da ritmi che tolgono tempo ed energie per qualsiasi altra cosa. Siamo però noi piccole realtà che puntiamo su qualità del servizio, cortesia e disponibilità… (al centro commerciale nessuno ti fa l’orlo al pantalone o ti aiuta e guida nell’acquisto)… Anche se a sera quando è ora chudiamo volentieri e passiamo altrettanto volentieri quelle POCHE feste coi nostri cari. A tal proposito, in coscienza, decidiamo di dedicare la festa del 6 gennaio ai nostri figli, cosi come la Pasqua e S. Stefano, consapevoli di perdere una giornata di incassi importante dato l’avvio dei saldi… Ma siamo certe che i nostri clienti capiranno.
    Noi ripartiamo da qua.

    (Monica e Fiorella, Carpe Diem)

  3. Che senso ha?
    Diciamola schietta, ma quale attrattiva turistica? A Castelnovo non c’è attrattiva perchè i commercianti non lavorano insieme per il bene di tutti, ognuno pensa a sè… Chi fa da sè fa per tre, si dice, no? Quindi, perchè la gente dovrebbe rimenere a Castelnovo nei giorni di festa quando non c’è niente? Per i negozi aperti? Quelli sono aperti tutta la settimana. E per chi viene da fuori rimane sempre l’incognita di dire: quello sarà aperto? E quello? Quindi nel dubbio di farsi il tragitto e poi trovare il negozio desiderato chiuso la gente “la sta a ca’” o va a farsi un bel giretto in città. Diverso sarebbe se fosse organizzato qualcosa nelle piazze o a teatro o anche una mostra itinerante nelle vetrine dei negozi o qualche gioco come si faceva anni fa: trova l’oggetto intruso nella vetrina, per esempio. Ma sè… Se consideriamo che ci sono ancora commercianti che per la notte rosa tengono aperti e fanno affari senza sborsare un euro, cosa possiamo pretendere? Ahh… bella la mia pro loco di 20 anni fa!!

    (Alle)

  4. Imbarbarimento totale
    Giustificare le aperture asserendo che Castelnovo è un paese turistico è la solita lagna ricorrente; per essere tale di strada ne dobbiamo fare molta, ma per alcuni che se la cantano e se la suonano è così. Scrivere che gli orari sono stati discussi con TUTTI i commercianti è una BALLA ATOMICA. Premesso questo, mi soffermerei sull’imbarbarimento della nostra VITA, noi, la nostra categoria, è diventata la “schiavitù” del terzo millennio: non c’è più vita familiare, amici, feste, nulla e poi per cosa… Io sono tra quelli che ha provato a tenere aperto e ritengo che se anche fosse vero che a PASQUA, NATALE, FERRAGOSTO ogni NEGOZIO incassasse fior di quattrini è giusto TENERE CHIUSO, se non fosse altro per il RISPETTO dei valori della famiglia, del buon vivere. Aprire, aprire, certo a Rimini lo fanno, ma poi tengono chiuso per 4 mesi all’anno e noi??? Sempre aperti. Per concludere, sbagliato dichiarare a mezzo stampa che è “FACOLTATIVO” aprire, immagine pessima, mezzi aperti e mezzi chiusi, un’amministrazione deve dettare regole, non demandare ad altri le proprie “turbe” di apertura.

    (Roberto Malvolti)

    P.S. – Per l’assessore al commercio: sarebbe forse ora cercare di ascoltare un po’ tutti e non i soliti. GRAZIE.


  5. Malvolti, con la sua solita foga di parlare più che di comprendere, ha “inventato” qualcuno che abbia detto che si è parlato con “tutti” i commercianti: se si dà la briga di rileggere vedrà che la discussione è stata fatta con tutte le associazioni di categoria e non con i commercianti uno per uno. Quindi al limite si lamenti con queste ultime che non ascoltano forse i loro associati. Detto questo, se non si ha voglia di aprire si terrà chiuso e amen. Già altre volte dando la facoltà di aprire sono stati la maggioranza i negozi che hanno scelto di non farlo e non è mai stato un problema.

    (Commento firmato)


  6. Mi perdoneranno gli amici di @CRedacon#C se consiglio la lettura dell’articolo uscito sul @CResto del Carlino#C di oggi sulla situazione commercio a Guastalla. Ne riporto solo l’incipit: “I commercianti non lasciano, raddoppiano”. “Bene l’apertura per la Befana, bene la possibilità di abolire il turno di riposo infrasettimanale. Ancora meglio sarebbe l’opportunità di tenere aperto anche la domenica”. Vorrà dire che anche dalla montagna si andrà a fare spesa lì, o più probabilmente a Reggio che si fa prima.

    (Commento firmato)

  7. Scusi, commento firmato
    Prima di scrivere ho chiamato alcune associazioni e alcuni commercialisti!!!
    Il nulla totale!!! Si informi lei e si firmi prego… O forse quelli non sono stati invitati…..??? Ma chi lo sa? Facile, vero, nascondersi!!!!
    Bravo, complimenti.
    Saluti.

    (Roberto Malvolti)

  8. Aggiungo
    Ma le associazioni rappresentano tutti i commercianti? Forse che le associazioni chiedono ai propri associati? Aggiungo… forse che le persone, che mi hanno detto detto che non erano state invitate, forse non ne sapevano nulla… Mi hanno raccontato delle frottole… Tutto può essere, sta di fatto che moltissimi non hanno potuto esprimere il proprio parere!!! Forse su decisioni simili bisognerebbe allargare il cerchio!!! O no???

    (Roberto Malvolti)

  9. Libertà di scelta
    Credo, ed ho sempre sostenuto, che nel commercio ci debba essera la piena libertà ed autonomia di gestione orari. Trovo assurdo ed anacronistico che sia un ente pubblico a decidere ciò che deve fare il privato. Credo che se un commeriante decide di tenere aperto 24 ore al dì per i 365 giorni dell’anno sia un suo DIRITTO farlo. A differenza degli stipendiati o dei salariati che sono sempre certi che a fine mese riceveranno il pattuito, il commerciante è COSTRETTO a COMBATTERE quotidianamente con il cassetto del registratore di cassa, con le bollette da pagare, con le scadenze mensili dei materiali, ecc. Il commerciante, se non lavora, NON MANGIA. Il salariato non corre questo pericolo. Il falso storico a Castelnovo è che tuttora lo si ritenga un paese a traino commerciale perchè “PAESE TURISTICO”. Come già qualcuno ha scritto, è da diverso tempo che Castelnovo ha perso questa “QUALIFICA”. E’ da diverso tempo che i turisti non ci provano nemmeno a stanziare anche solo un giorno a Castelnovo. E non saranno (e non lo sono mai stati) le aperture domenicali e o festive a far arrivare la gente. Servirebbero vere motivazioni per far tornare la gente a Castelnovo. Ma in sincerità non saprei quali suggerimenti dare in proposito. Ma ciò non toglie che sia del tutto lecito liberalizzare gli orari e le giornate di apertura dei negozi. Che ciascuno abbia l’opportunità, sempre, di provarci a riempire il cassetto. E sicuramente ci sarà chi vorrà avere la libertà di non farlo. Non sarà certo per questa non uniformità di servizi che spinge la gente non viene a Castelnovo. Non nascondiamoci dietro ad un dito.

    (Fabio Mammi)


  10. “Quanto allo schiavo e alla schiava che potrete avere in proprio, li prenderete dalle nazioni che vi circondano; da queste comprerete lo schiavo o la schiava”. “Non seminerai il tuo campo con due specie di semi, né porterai veste tessuta di due diverse materie” (Levitico). Non ho però trovato il passo dove si dice “L’Italia è una Repubblica teocratica fondata sul Vangelo”… Almeno non ancora…

    (Jean Jaurès)

  11. Jaean Jaurès
    Il passo da me citato non è del Vangelo, ma è uno dei 10 comandamenti dettati da Dio a Mosè. Ha ragione che l’Italia non è una Repubblica teocratica fondata sul Vangelo.
    Ma vorrei vedere se Le chiedessero di lavorare il 1° maggio. Vogliamo sempre i negozi aperti alla domenica e nelle feste comandate, benissimo, ma che aprano anche TUTTI gli uffici pubblici (almeno i negozianti che fanno la chiusura avranno finalmente un momento tranquillo e calmo per usufruirne). Abbia rispetto del pensiero di un cattolico perchè la nostra Repubblica è fatta anche da loro.

    (Commento firmato)

  12. Casa-bottega
    Concordo con Monica e Fiorella. Leggendo il vostro intervento mi sono ricordato di un altro simile, scritto da me in occasione di un’altra polemica del 1° Maggio dello scorso anno. Infatti, anche secondo me, tenere aperto il giorno di Pasqua o per l’Epifania o qualche altra festività non risolve nessuno dei grossi problemi che abbiamo. Che i grandi centri commerciali abbiano grandi vantaggi rispetto ai piccoli negozi è fuori di dubbio (è noto a tutti, ma come al solito nessuno fa niente); a cominciare dalla disponibilità del personale (spesso sottopagato) hanno la possibilità di turnare e fare orari di apertura allungati. Ma secondo me i vantaggi dei centri commerciali sono ben altri e generano una colossale ingiustizia ed una concorrenza sleale verso i piccoli negozi.
    Che dire, entrare in questi formicai a me viene il mal di testa e quindi me ne sto alla larga il più possibile, ma questa è una cosa personale e mi rendo conto che io non sono moderno!
    Quanto alle nostre associazioni di categoria, se ci rappresentano…?? Mah… mi fermo qui!
    Concordo pure con Gianni; sempre ben venga il turismo ed ogni sforzo per incentivarlo, ma a differenza di alcuni anni fa ci porta ben poco in più. Ho sempre sostenuto che non è con l’apertura dei negozi che si incentiva il turismo, ma il contrario, se c’è turismo si tengono i negozi aperti anche nelle festività e ben volentieri. Ormai ci sono offerte di merce di tutti i tipi con promozioni e svendite in ogni angolo del pianeta. Ma il vero turismo è un treno che ci siamo fatti scappare per nostre colpe ed ora risalire la china sarà molto difficile.
    In parte concordo pure con Fabio, ma però su un argomento mi confondi le idee e rimango un po’ perplesso. Faccio una semplice domanda. Forse sarebbe bello, auspicabile, affaristico ed un sicuro richiamo turistico una forma moderna di “casa-bottega” come ai bei tempi antichi? Casa-bottega-cucina-letto-pranzo tutto assieme. Sei proprio sicuro o l’hai scritto per scherzare… Libertà di aprire 24 ore, 365 giorni l’anno? Ma poi, se non c’è l’obbligo di rispettare le direttive, quindi che aspetto può dare a chi arriva un paese con un misto di negozi aperti e negozi chiusi e con orari completamente diversi?
    Infine, non occorre scomodare il Vangelo o la tavola dei Comandamenti per trovare qualche buona soluzione, forse basterebbe il buon senso.

    (Elio Bellocchi)