Home Cronaca Le vicissitudini del canile nel nostro Appennino

Le vicissitudini del canile nel nostro Appennino

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Quando la legge 5/88 fermò gli abbattimenti dei cani abbandonati (sui 2500 all'anno nella provincia di Reggio), i comuni della montagna, che non avevano costruito un solo canile in sette lustri, affittarono un pezzo di boscaglia, lo recintarono e ci buttarono dentro i randagi, senza sterilizzarli, tutti insieme, maschi e femmine, di tutte le taglie e di tutte le età. Una volta al giorno (così dicevano) ci buttavano dentro del mangiare. Noi animalisti lo chiamavamo lo sbranatoio.

Sopravvissero in pochi in quell'inferno!! Contestammo duramente. L'allora presidente dell'Usl della montagna, l'avv. Danilo Giovanelli, si impegnò a trovare una struttura di emergenza e pochi mesi dopo ci invitò all'inaugurazione, a Villa Minozzo.

Onore al merito: forse è l'unico politico che abbia mantenuto la parola! Subentrata la Comunità montana, ci fu garantito che i capannoni sarebbero stati acquistati all'asta giudiziaria e che sarebbero state costruite le strutture previste dalla normativa. Nel 1998 l'allora presidente della Comunità montana, Paolo Bargiacchi, disse che aveva avuto risposta positiva dall'U.T.E. e ribadì l'impegno. Infatti, di lì a poco i capannoni andarono all'asta giudiziaria, 70 milioni la prima volta. Nessuno si presentò. La seconda, in ribasso, si presentò solo il sig. Antichi che l'acquistò a circa 35 milioni di lire, equivalenti a 17/18.000 euro.

Poi la Comunità montana li prese in affitto a 18.000 euro all'anno, per un totale di 114.187,32 euro dal 22/11/2002 al 31/12/2008 e li diede in gestione ad Antichi, gestione che terminò con il decreto penale di condanna per maltrattamento animali, poi caduto in prescrizione. Subentrò l'associazione di volontariato Aiut Appennin.

La struttura di Villa Minozzo era sostanzialmente quella provvisoria del '91. I contributi regionali non poterono essere utilizzati perché la proprietà era privata e la Provincia (che allora aveva i soldi!) non asfaltò la strada, immagino per gli stessi motivi. Il canile di Villa Minozzo è stato chiuso il 31/12/2008 e i cani trasferiti in canili privati.

Oggi la Comunità Montana spende 240.000 euro all'anno per il problema, irrisolto, come comunicato dall'attuale presidente Sara Garofani al comitato provinciale sul randagismo del 10 settembre 2010. Chissà se la Corte dei conti sarebbe disponibile a premiare i brillanti amministratori della montagna reggiana per la loro splendida efficienza! Nel frattempo, magari, una targa/attestato di carbone potremmo consegnarla noi per la befana, a lorsignori.

(Stella Borghi per gli Amici della terra; Lorenza Ferretti per le Guardie zoofile e Anna Bellelli per la Lega antivivisezione)

2 COMMENTS

  1. Ma che vergogna
    Che vergogna… Pagare della gente per fare un lavoro e poi constatare che come al solito c’è gente inetta in posti che potrebbero essere occupati da persone che non usano la testa per ragionare e trovare una soluzione a problemi francamente risolvibili con molto meno di quanto si è speso! Vergognatevi e dimettetevi… Non siete in grado di svolgere il compito! Ci sono persone che sono state licenziate per molto meno. La soluzione è davanti agli occhi…

    (Commento firmato)