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Vita da cani

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E’ davvero incredibile che in un territorio di quasi 1000 km quadrati – tanto è estesa la Comunità montana dell’Appennino reggiano – non si sia riusciti ancora a trovare, dopo anni di “ricerche”, un piccolo angoletto adatto per ospitare, con decoro, un luogo per i più fedeli amici dell’uomo, i cani. E’ davvero incredibile che ciò succeda in un territorio che, in ampi tratti, tutti dicono si stia spopolando. E ancora più è incredibile pensare che ciò avvenga alla luce del fatto che il suo parente selvatico, il lupo, è invece coccolato, protetto, lisciato in tutti i modi. Proprio una vita da cani per il quattrozampe che abita le case di tanti di noi e che fa parte a tutti gli effetti di tante famiglie.

C’è qualcosa che non quadra. Al di là di pinocchietti e amenità assortite. Non si tratta, qui, di essere animalisti o meno. Siamo davanti ad un problema che richiede una risoluzione. I nostri amministratori – che pure, certo, hanno sicuramente tante altre grane da affrontare – credono che un altro decennio di proposte di siti possibili e di vagabondaggi su e giù per colline e vallate potranno bastare per sbrogliare anche questa matassa?

5 COMMENTS

  1. Vita da cani
    Sì, è davvero incredibile e anche peggio, in considerazione che il randagismo aumenta e che nessuno, anche se chiamato (solo i Carabinieri ho visto intervenire), si presenta a soccorrere l’animale. Eppure, da pochi giorni, è vigente una legge per cui è penalmente perseguibile chi non soccorra una cane infortunato in un incidente.

    (GS)

  2. Poveri cani
    Non riesco proprio a capire la guerra che molte amministrazioni della montagna stanno portando avanti contro i cani randagi o abbandonati. La chiamo guerra perchè, spesso, causa morti (tra i cani) e feriti (tra gli umani) soprattutto lungo le strade. E siamo stati finora fortunati che molti incidenti abbiano avuto come vittime soli gli animali: cosa succederebbe se un provocasse randagio un incidente mortale? Cosa che ovviamente non auspico. Si spendono migliaia di euro per iniziative che spesso hanno solo lo scopo di fare passerella ai politici (di tutti i colori) e non si ha il coraggio di affrontare un tema da troppo tempo sul tappeto. Dopo la chiusura del canile di Villa Minozzo si era deciso di trovare una soluzione che risolvesse una volta per tutte il problema. Sono passati anni e siamo ancora al punto di partenza. E, in giro per la montagna, ci sono molti randagi che costituiscono un vero pericolo sia sulle strade che anche sotto l’aspetto sanitario. Senza dimenticarsi che ci sono leggi che obbligano le amministrazioni a risolvere il problema. Non possono essere le lamentele di alcune persone a bloccare i (pochi) progetti finalizzati alla costruzione di una struttura. Si continuerà a “spedire” i randagi raccolti in giro in varie località, persino a Milano. Un bel segnale di rispetto verso gli animali. Certo il canile non risoverebbe il problema, ma sarebbe un primo, importante, passo. Innanzi tutto occorre vigilare che tutti i cani siano microcippati, cosa che non mi sembra avvenga oggi. Ma anche incentivare la sterilizzazione dei soggetti non destinati alla riproduzione, e già questo ridurrebbe di molto la presenza di cani senza padrone.

    (Giorgio)


  3. Bravo, Signor Giorgio, un canile che sterilizzasse i cani comincerebbe ad essere una valida soluzione. Altrimenti anche qui rischia di finire in tragedia come avvenne in Sicilia quando un brano di cani randagi sbranò un bambino. Queste sono fatti che dovrebbero stare all’attenzione di tutti.

    (GS)


  4. Esistono leggi in merito, bisogna solo attuarle. La presenza di cani e gatti randagi aumenta il disagio dei cittadini, sino a determinare, a volte, episodi di violenza ed inciviltà, verso gli stessi innocenti animali, che come colpa hanno solo dei coglioni di proprietari che li hanno abbandonati. Mi auguro che il sindaco Marconi riprenda in seria considerazione la costruzione del canile, sopra il terreno, fra l’altro già comprato dall’Amministrazione, in fondo al fosso, sotto la Croce. Il canile in progetto, è di piccole dimensioni e quindi non creerebbe alcun fastidio. E’ comodo ed esiste già una strada di collegamento. Può essere facilmente raggiunto e visitato da tanta gente per eventuali adozioni di animali abbandonati e finalmente metterebbe la parola fine ad una situazione che veramente ha dell’assurdo. Inoltre, cosa non poco importante, ci sono già disponibili i finanziamenti da parte della Regione e anche la Comunità montana, pur di sbrogliare questa situazione a dir poco imbarazzante, farebbe la sua parte. Questi soli, entro pochissimo tempo, saranno ritirati ed investiti in altre cose, lontano da qui. Mi ripeto, ma chiedo all’attuale Amministrazione e anche alle opposizioni del governo castelnovese di trovare al più presto un accordo sul canile alla Croce, in fondo al fosso, vicino all’attuale depuratore.

    (Giandomenico Reverberi)

  5. Un’opinione
    Ma se, la butto là, il canile venisse fatto a Fora di Cavola? Abbastanza lontano dalle abitazioni, vicino al verde e comodamente accessibile per le adozioni. E’ già servito da luce e acqua. Forse i capannoni inutilizzati troverebbero un impiego intelligente… Se non erro, tra l’altro, dovrebbe scadere proprio il 31/12 la convenzione di finanziamento regionale.
    Noto che è più facile costruire una discarica che trovare un’ubicazione disgnitosa per i cani… Manco fossimo in una città senza spazio! E’ chiaro che gli interessi sono diversi!

    (Commento firmato)