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Canile comprensoriale: le posizioni di Marconi e Montemerli

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In merito alla nota delle associazioni Amici della terra, Enpa e Lav sul canile comprensoriale, intervengono con una nota il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Gian Luca Marconi, ed il sindaco di Carpineti, Nilde Montemerli.

Afferma Marconi, che è anche vicepresidente della Comunità montana: “Per quanto riguarda la possibilità di ubicare la struttura comprensoriale sul territorio di Castelnovo, sull’area vicina alla frazione di Croce, le verifiche tecniche diedero risultati fortemente negativi: sia per l’impatto paesaggistico sia per quello acustico, data la forte prossimità in linea d’aria non solo di Croce, ma anche dei borghi di Monticello, La Noce, Campolungo. Abbiamo cercato altre soluzioni in altre zone, ma situazioni geologiche instabili o la contrarietà dei proprietari dei terreni non hanno portato ad alcuna ubicazione idonea. Ringraziamo le associazioni ambientaliste per il premio 'Pinocchietto d’oro' e confermiamo l’impegno, anche se non nascondiamo le difficoltà oggettive che esso sottintende, per realizzare il nuovo canile comprensoriale, per il quale al momento è in esame un luogo in territorio di Casina che però sta incontrando difficoltà molto simili a quelle riscontrate da noi in passato, oppure in altra zona che possa risultare adatta. Ricordiamo però anche agli amici ambientalisti che gli enti locali, ed il nostro Comune tra essi, sono impegnati su tanti altri fronti, sociali, economici e di sviluppo, che sicuramente, senza voler affatto sminuire l’importanza del canile stesso, da molti mesi vivono situazioni a volte drammatiche che assumono una assoluta priorità”.

Sul tema aggiunge la Montemerli: “Onestamente tenderei a dare una importanza maggiore alle pagelle ed ai 'premi ricevuti dai nostri cittadini, che in montagna ci vivono e ne conoscono i problemi, piuttosto che quelli assegnati da chi vive a Reggio e vorrebbe insegnare come gestire il territorio appenninico e le sue problematiche. Vorrei spiegare loro che l’Appennino vede case e piccoli borghi sparsi per tutto il territorio ed ove queste non ci sono spesso significa che esistono condizioni geologiche o territoriali che rendono impossibile qualsiasi ipotesi insediativa. Tra i tanti siti presi in esame peraltro alcuni sono stati scartati su consiglio degli stessi volontari dell’associazione Aiut Appennin, che gestiva il precedente canile ed i cui volontari lavoreranno anche nella nuova struttura, perché difficilmente raggiungibili o troppo decentrati. Comunque se ci consegneranno questo nuovo attestato troveremo uno spazio dove appenderlo”.

3 COMMENTS


  1. Scusate tanto ma tutto questo mi fa veramente ridere!!!! Abbiamo bisogno di questo benedetto canile!!! Si cerca un posto isolato che non dia fastidio a nessuno ecc. ecc. ecc.. Bene, questo posto ESISTE già!!! In tutto questo tempo e con i soldi che spendete per mantenere i cani che sono stati portati via nell’attesa (ormai troppa) di questo nuovo canile “fantasma” il canile già esistente delle Salatte poteva essere come nuovo e soprattutto FUNZIONANTE!!!! Ma voi continuate pure a cercare il posto adatto… visto che di trovare una soluzione forse non vi passa nemmeno per la testa!!

    (Valeria)

  2. Canile di montagna
    Certamente qualsiasi attestato, per quanto spazio possa “rubare”, NE OCCUPA MENO DI UN CANILE. Comprendo l’esigenza di non contrastare gli abitanti della montagna, malgrado tutte le cose che per loro non sono state fatte, non sono state portate a termine, quindi l’esigenza di lasciare le strade disastrate e senza segnaletica leggibile (anche molto prima dell’attuale crisi economica mondiale). L’importante erano i centri e non le periferie. Tutto questo ha un prezzo ed è ben più importante e COSTOSO di un canile che era stato dato per certo (addirittura come struttura avveniristica) due anni fa. Addirittura era stato IMMAGINATO un costo eccessivo. I cani abbaiano e nel raggio fastidioso di un ipotetico canile potrebbero esistere alcune abitazioni. Ma come fanno in pianura dove di ABITAZIONI ce ne sono TANTE ad avere trovato posto per i canili? A parte queste considerazioni, ricordo i DISCORSI DEGLI ABITANTI della montagna quando avvenne in SICILIA il fatto terribile del branco di randagi che sbranò un bambino. QUI NO, NOI SIAMO CIVILI. Le nostre autorità NON permetterebbero mai una cosa simile. NOI e loro siamo superiori. Eppure il randagismo AUMENTA anche qui e nessuno se ne vuole assumere la responsabilità, neppure in caso di chiamata urgente. E’ capitato, un paio di volte, a Castelnovo, di avere chiamato i Carabinieri per cani che erano rischiosi per le auto sulla SS 63 e i Carabinieri si sono dimostrati attivi e sensibili, intervenendo. SE NON VOLETE trovare il luogo adatto per il canile, cercate almeno di trovare dei RESPONSABILI che, su chiamata, intervengano nell’esigenza. Immediatamente e che poi trasferiscano i cani nei canili di PIANURA, NON senza averli prima fatti visitare e castrare per ridurre pian piano il randagismo. A parte quello che i NOSTRI SENSIBILI CONCITTADINI ci piazzano qui annualmente, per scandalizzarsi poi di fatti tristi che avvengono altrove. La FAME è FAME ed anche i cani la sentono. Il sindaco del paese in Sicilia (e non ricordo quale altra autorità con lui) sono stati dichiarati COLPEVOLI penalmente dal Tribunale di competenza per il dramma della morte del bambino. In questi giorni poi è diventata legge il soccorso ai cani feriti su strada. Come mettiamo questo aumento di civiltà con l’inciviltà che, invece, ci contrassegna?

    (S.G.)

  3. Canile della montagna
    Brava Valeria. In poche parole hai detto quanto io ho scrtto in un papiro tanto “vivace” da non rendersi pubblicabile. Alle Salatte di Villa Minozzo c’è il luogo già attrezzato di elettricità e di acqua. Con l’impegno economico previsto, eliminando il capannone esistente si sarebbe potuto creare un luogo decoroso per i cani e per la dignità di chi dice essere civile. Il capannone, così com’è, era un vero lager, perchè i cani all’interno vivevano costantemente al buio; solo alcuni e da un lato solo del fabbricato potevano avere ogni tanto qualche ora di aria. Quelli all’esterno avevano cuccie decorose, pur essendo, ovviamente e forzatamente, sempre a catena (ma le catene non erano corte) e poco riparati dalle intemperie. Lì, comunque, con un pezzo di strada di accesso un po’ risistemato (forse 50-100 mt) ed una struttura rinnovata il posto c’è, dal momento poi che nessuno degli abitanti dei dintorni si è mai lamentato del canile. Che dire, si spera che il buon senso e le esigenze portino buoni consigli a chi di dovere.

    (Graziella)