Venerdì 19 novembre ha preso il via ufficiale un nuovo progetto sulla figura di Pietro da Talada, l’artista vissuto nel XV secolo che dal piccolo borgo della val Secchia si è poi spostato in Garfagnana ed ha dipinto una serie di opere assai pregiate in diverse chiese di quell’area.
Il Comune di Busana e l’Unione dei comuni, da tempo impegnati nella valorizzazione del pittore, hanno accolto subito la proposta della Comunità Montana della Garfagnana di impegnarsi in un progetto comune che non solo ricostruisca in modo completo e documentato il lavoro dell’artista, ma che riesca a dare nuova luce ai luoghi in cui ha lavorato, dando vita ad un percorso artistico e culturale tra i due versanti dell’Appennino.
All’incontro, che si è tenuto a Ligonchio, erano presenti i rappresentanti di tutti gli Enti pubblici coinvolti nel progetto: il Sindaco di Busana Sandro Govi con l’Ass. alla Cultura Ornella Coli, Giorgio Pregheffi in qualità di Assessore alla Cultura dell’Unione dei Comuni dell’Appennino reggiano, l’Ass. al Turismo del Comune di Ligonchio Luca Cagnoli; per l’area della Garfagnana erano presenti il Sindaco del Comune di Piazza al Serchio Paolo Fantoni ed il Dott. Francesco Pinagli, Segretario della Comunità Montana della Garfagnana; inoltre hanno partecipato il Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano Fausto Giovanelli e la Prof.ssa Clementina Santi, che da tempo sostiene la necessità di lavorare per una significativa valorizzazione dell’artista, senza eguali nel panorama del nostro Appennino, e che avrà il compito di presiedere il costituendo Comitato scientifico. Dopo l’incontro informale, si è passati alla fase operativa, avviando l’iter amministrativo.
Nella seduta consiliare del 25 novembre scorso, è stato approvato dall’Unione dei comuni il protocollo d’intesa (cinque i soggetti: la stessa Unione, il Parco Nazionale, la Comunità Montana della Garfagnana, i comuni di Busana e Piazza al Serchio) che darà avvio ad una serie di azioni, a partire dalla ricerca di fonti che aiutino a ricostruire in modo più completo la figura del maestro di Borsigliana (questo è il nome con cui è conosciuto Pietro da Talada in terra di Toscana) ed il contesto storico e culturale in cui ha vissuto; il progetto prevede anche di costruire un percorso che si snoderà su entrambi i versanti appenninici, toccando tutti i luoghi dell’artista e cercando di valorizzarli anche dal punto di vista turistico, in ragione del loro grande valore paesaggistico, oltre che culturale.
Tutto il materiale raccolto verrà riunito in un volume a cui si affiancherà un depliant del percorso culturale: il progetto infatti non ha come unico obiettivo quello di studiare l’aspetto artistico e culturale dell’artista, ma punta anche a diffondere la conoscenza della figura di Pietro da Talada ad un pubblico più ampio e a valorizzare ed incrementare l’antico legame tra i due versanti dell’Appennino.
Un importante obiettivo condiviso dal Comitato scientifico e dagli Amministratori è anche quello di poter contribuire a moltiplicare le occasioni di contatto tra le due aree e di favorire anche un flusso turistico nuovo, proprio grazie alla valorizzazione dell’artista, delle sue opere e dei luoghi che le custodiscono.
No Normanna? Ahi ahi ahi
Mi sorprende non trovare tra gli invitati Normanna Albertini che con il suo “Pietro dei colori” ha reso popolare e fatto conoscere a tanti il maestro di Borsigliana.
(Anna)
E Normanna Albertini?
Per chi, come me, che ha conosciuto l’esistenza di Pietro da Talada dalle pagine del bellissimo libro di Normanna Albertini “Pietro dei colori”, resta alquanto meravigliato che l’esperienza della brava scrittrice montanara non sia stata valorizzata e supportata…
(Domenico)
A proposito di Pietro dei Colori…..
Nell’ottobre del 2009 a Cervarezza Terme l’assessorato alla cultura del Comune di Busana ha organizzato una riuscitissima serata dedicata a Normanna Albertini e al suo bellissimo libro “Pietro dei colori”. Apprezzo da sempre Normanna per il suo impegno civile e letterario e ritengo che come Amministrazione abbiamo sempre fatto il possibile per sostenere le sue opere (abbiamo infatti presentato altri suoi libri in anni passati). La valorizzazione artistica della figura di Pietro da Talada non nasce oggi ma è un progetto che stiamo portando avanti da diversi anni. Sono cose diverse che non vanno confuse. Sostenere che ci siamo scordati di Normanna è fare un torto ingiustificato a questa Amministrazione.
Grazie per l’attenzione.
(Ornella Coli, assessore alla cultura del Comune di Busana)
Attovagliati!
“Dopo l’incontro informale, si è passati alla fase operativa”, dice il comunicato. Quindi alla degustazione di prammatica delle tipicità locali, si direbbe dall’immagine conviviale. Una delle tante sedi istituzionali non era disponibile a costo zero per dare una immagine più consona?
(Commento firmato)
Non volevo entrare nel merito del progetto e nemmeno dare adito a polemiche. Non sono né un’esperta d’arte né una ricercatrice storica e il mio libro su Pietro da Talada è un romanzo, un’opera di narrativa, quindi qualcosa di molto diverso da ciò che il progetto di cui sopra andrà a realizzare. Dopo i commenti, però, mi sento di dover precisare alcune cose, partendo dall’assessore Ornella Coli che dice: “Apprezzo da sempre Normanna per il suo impegno civile e letterario e ritengo che come Amministrazione abbiamo sempre fatto il possibile per sostenere le sue opere (abbiamo infatti presentato altri suoi libri in anni passati)”. E’ vero che ho avuto l’opportunità di presentare tutti i miei libri nel comune di Busana, ma usare la locuzione “sostenere un’opera” mi sembra un po’ eccessivo (e credo sinceramente che Ornella non intendesse questo), anche perché lo scrittore che va gratis a presentare un libro, soprattutto se riguarda anche argomenti e personaggi “locali”, dal punto di vista culturale fa un servizio alla comunità, non è la comunità che fa un servizio allo scrittore. Questo bisogna che tutti i nostri amministratori lo capiscano: chi vi riempie le sale gratuitamente per delle serate vi fa un servizio, non il contrario. Vorrei che fosse chiaro che per nessuno dei miei libri (per altro editi da case editrici, non stampati in proprio in tipografia), nessun ente locale ha mai sborsato un soldo, né io ne ho mai chiesti. Detto questo, ringrazio pubblicamente la libreria Infoshop di Reggio, Ornella Coli, Giovanna Caroli, Nuccia Mola, Francesca Correggi, Rosanna Costi e Patrizio Prampolini (oltre ai ragazzi di Stana) per l’attenzione che hanno sempre avuto nei confronti delle mie opere. In realtà ce n’è una, “Isabella”, che andrebbe ripresa e meglio “utilizzata” a Castelnovo, poiché parla sia del risorgimento, sia del periodo postunitario, coinvolgendo personaggi come il patriota Carlo Franceschini, che di questi tempi andrebbero rivalutati.
La mia sorpresa riguardo alla nuova iniziativa su Pietro da Talada è dettata dal fatto che, prima di pubblicare il libro, avevo contattato il sindaco di Busana per parlargliene e lui mi aveva messo in contatto con Clementina Santi, allora ancora assessore (credo) in Comunità montana. Già da lì, da quell’incontro sarebbe potuto nascere qualcosa. Ero disponibilissima a collaborare a costo zero. Bastava cogliere la palla al balzo. Invece non ho risaputo nulla. Voglio poi ricordare che la prima iniziativa su Pietro si è svolta dal 3 al 18 agosto 2002 negli oratori di Talada, Casale e Cervarezza, con il contributo della dottoressa M. Teresa Filieri, direttrice dei Musei di Lucca. Non ricordo chi avesse organizzato, ma ricordo che erano stati tanti i volontari, soprattutto di Talada e Casale, e gli sponsor privati. Perché si è lasciata cadere anche quell’opportunità?
E veniamo ad oggi: per quel che so, non sono stati i comuni dell’Unione a proporre il progetto, né il Parco, né la nostra Comunità montana, bensì la Comunità montana della Garfagnana, a cui i nostri comuni e anche il Parco hanno aderito. Altra cosa: durante la scorsa estate, a Castelnuovo Garfagnana si è tenuta l’iniziativa “Leggere gustando”, dove una compagnia teatrale ha drammatizzato parti del mio libro su Pietro e dove si è tenuta una serata dal titolo “I Garfagnini incontrano i Lombardi”, con me, Silvano Scaruffi e Lorano Ferri. Per quel che so, nessun ente, sia di qua che di là dal crinale, ha aderito alla richiesta di partecipazione e sponsorizzazione degli organizzatori; il Parco ha però dato il patrocinio gratuito. Ultima cosa: spero che chi curerà il progetto su Pietro da Talada abbia voglia, prima, di leggere il mio libro. Così, anche solo per dire “non c’entra niente”…
(Normanna Albertini)
Fatti e parole
Cortese Albertini, il suo romanzo è certamente opera di fantasia. Però tutta l’ambientazione storica e paesistica in cui lei lo colloca è frutto di un impegno di ricerca che le fa onore. Mettiamo poi anche in conto i sentimenti e l’emozione in grado di suscitare nel lettore. Comunque sia, al netto di quanto realizzato sin ora dalle amministrazioni di Lucca e della Garfagnana, la sua opera è stata la prima iniziativa concreta in grado di introdurre il pubblico al mondo ed alla figura dell’eccelso Pietro. Ogni altra cosa è pura e semplice comunicazione di superfice ad effetto.
(Commento firmato)
Pintor Pedro: Talada o Toledo?
Bellissimo anche se un po’ spinto il tuo romanzo, Normanna. Purtroppo certi argomenti sono attuali. Ancora auguri e congratulazioni a Normanna per aver tirato fuori un artista così elevato da Talada. Sei stata molto generosa! Agli attovagliati: “Non è che questo pittore risulti spagnolo come da recenti indagini fatte da esperti e interessati?”. Il tutto sarebbe da rivedere soprattutto per i politici che non hanno più argomenti da proporci all’infuori del solito “sepolto lupo”.
(Commento firmato)
Proprio facendo una ricerca sulla scrittrice Normanna Albertini sono finita su questa pagina. Ho avuto modo di ascoltare l’autrice alla presentazione del suo libro “Pietro dei colori” fatta a Barga di Lucca, dove, incuriosita, ho comprato il libro, davvero bellissimo. Non solo perché scritto in modo impeccabile, ma anche per la precisa e seria documentazione storica che sottende la narrazione. Quando, l’estate scorsa, ho saputo di un’altra presentazione a Castelnuovo Garfagnana sono ancora una volta andata ad ascoltarla. Ora leggo di un’iniziativa sul pittore che, da quel che posso capire, non tiene in nessuna considerazione il lavoro della signora. Sarà pur vero che si tratta di una cosa diversa, ma mi chiedo: avranno lor signori letto “Pietro dei colori”? http://vimeo.com/16389068.
Cordialità.
(M. Lazzarotto)
Non aggiungere un posto a tavola
Nessuno è indispensabile, ma tutti sono utili. Ad un progetto su Pietro da Talada non è stata invitata una persona di questa montagna, che vive e lavora da sempre qui, che su tale pittore ha scritto un bel libro, raccogliendo notizie, documenti e informazioni. Niente di indispensabile, forse, ma sicuramente qualcosa di utile. O no? Il punto è sempre quello: al banchetto dei soliti noti, se non sei amico degli amici, non sarai mai invitato. Non è un problema di un progetto singolo, ma di mentalità, di modo di fare, di stile. Come si pensa poi di valorizzare la nostra terra ignorando e tagliando fuori, a prescindere, chi cerca di fare altrettanto? In un’epoca nella quale anche per essere tifoso ci vuole la tessera, chi non gode di determinati “certificati di garanzia” è destinato ad essere ignorato.
(Giuseppe Delfini)
Leggendo questi commenti ho costatato che stranamente nessuno ricordi chi organizzò e portò a conoscenza del pubblico emiliano l’esistenza del “Maestro di Borsigliana”. Vorrei una volta per tutte rendere noto che la prima mostra su Pietro da Talada, meglio conosciuto come “Maestro di Borsigliana”, fu ideata, organizzata e curata da Pierdario Galassi di Cervarezza assieme al comitato giovani che si era costituito in quegli anni. Il titolo della mostra era: “Dalla Garfagnana il ritorno di un Pittore del Quattrocento”, dove attraverso una mostra fotografica/antologica gli si rese omaggio con l’intento di divulgare l’opera del Maestro proprio nel luogo nel quale si voleva riconoscere la sua patria d’origine. La Dottoressa M. Teresa Filieri, direttrice dei Musei di Lucca, aveva approfondito le tematiche storico/artistiche che l’avevano portata all’identificazione di Pietro da Talada con il Maestro di Borsigliana dopo l’acquisizione negli anni ottanta da parte del Museo di Villa Guinigi di Lucca della Tempera su tavola Madonna col Bambino di Rocca Soraggio di Sillano (LU), anche alla luce di quanto emerso dal restauro effettuato da Eleonora Rossi. Da ricordare che presso il basamento della suddetta opera si poteva leggere la seguente iscrizione: (hoc opus f…fieri Joannes Calesblarius de Soragio 1463 Et pictus fuit p. me Petrus de Talata). Il piccolo paese di Talada, che è collegato per viabilità al Passo del Cerreto e di Pradarena, faceva parte del territorio estense, dominata dai signori ferraresi, come le località di Soraggio e Borsigliana, situate in Garfagnana, che per sfuggire al dominio lucchese si erano sottomesse a Borso d’Este. Va precisato altresì che dal punto di vista stilistico si riscontrano in Pietro influenze iberico emiliane affiancate ad un gusto “gotico internazionale” che all’epoca era già superato in ambito fiorentino (per es. Masaccio), perciò definito dalla critica “pittore arcaicizzante” ma non si sa se volutamente o spontaneamente. Le opere che furono esposte erano riproduzioni fotografiche ed alcune a grandezza naturale ed illuminate, di grande effetto scenografico. A Cervarezza nella cappellina vicino alla Chiesa di S. Matteo vi erano esposte: la Madonna di Capraia, il Trittico di Borsigliana, la Madonna col Bambino di Rocca Soraggio, il trittico di Corfino e la sequenza delle fasi del restauro della Madonna di Soraggio. A Talada nell’Oratorio di S. Rocco erano esposte: una riproduzione illuminata a grandezza naturale della Madonna col Bambino appartenente ad una collezione privata di Firenze. Il S. Giovanni Battista facente parte del trittico di Soraggio e le fasi del restauro della Madonna col Bambino di Soraggio, il Trittico di Stazzema, i Quattro Santi, parti laterali di un trittico ed infine il Trittico di Borsigliana. Al Casale nell’Oratorio di S. Maria si preferì dare spazio ad una ricerca sulla “Rubia tinctorum” detta anche “Garanza” dalla quale pianta veniva estratta l’alizarina, pigmento che serviva poi per fare la lacca di garanza… Perchè questo? Perchè al Casale di Cervarezza ancora era rimasta la tradizione della robbia, che si poteva trovare nelle siepi degli orti, così si era potuto giocare di fantasia volendo credere che la robbia fosse stata portata da queste parti proprio da Pietro da Talada, il quale la usava nelle sue tempere come tutti i pittori del tempo. Per questo avevo anche scritto un breve racconto di fantasia che è reperibile nella Biblioteca Panizzi di Reggio E. ma che qui voglio trascrivere.
* * *
LEGGENDA DI PIETRO DA TALADA E LA RUBIA TINCTORUM
Nella Primavera del 1464 Pietro rientra a Talada da Sillano di Garfagnana passando da Paratorena a Ospitaletto poi Ligonchio, Piolo, Cerè e Carù dove si ferma all’Ospitale dei frati di S. Venerio per una breve sosta. I monti intorno sono ancora qua e là coperti di neve, l’aria è ancora fresca e il sole fatica a riscaldarla. Pietro è preoccupato per quelle piantine di Rubia Tinctorum che ha portato dalla Toscana, tra sè pensa se riuscirà a farle attecchire nel suo orto quando sarà giunto a Talada. Dopo un pranzo frugale, controlla le piantine che sono sistemate dentro una cassa, ben accomodate una accanto all’altra e tenute insieme dalla paglia per ripararle dal freddo e dagli urti provocati dal dorso del mulo. Dall’altra sponda del fiume troneggia la torre del castello della Cervarola (oggi chiamata torraccia) che sovrasta l’antico abitato di Talada. Si riesce a intravadere il campanile della chiesa di S. Michele ed alcune case coperte a piagne, più su alcuni tetti del Casale ed in lontananza, là in alto la Rocca di Cervarezza. Si sente a casa. Torna indietro con la memoria a quel giorno di Maggio quando due anni prima era partito alla volta di Sillano per realizzare una Madonna su tavola per la chiesa di S. Rocco a Soraggio di Sillano. Ricorda la preoccupazione su come avrebbe fatto per procurarsi le tinte che gli servivano. Sarebbe dovuto scendere fino a Lucca dove c’erano delle botteghe rifornite e degli artigiani in grado di preparare la parte lignea che poi serebbe dovuta essere indorata. Ora tutto è trascorso. Pietro controlla il carico, poi lentamente si avvia all’imbocco della strada che dall’Ospitale dei Frati di S. Venerio di Carù scende al fiume Secchia nella località del Rosto dove esiste un guado per passare all’altra riva. Finalmente è arrivato. Entra in paese devo gli corrono incontro dei bambini curiosi e le donne si soffermano a guardare. Qualcuno vocia e saluta, un cane rincorre delle capre. Questi rumori familiari d’ora in poi gli rincuoreranno l’anima. Le pianticelle della Robia Tinctorum sono rimaste perfettamente intatte nonostante il lungo tragitto. Aveva ragione Messere Borso da Silano quando gliele diede, perchè lo rassicurò che così confezionate non avrebbero subito danno alcuno.
(P. Dario Galassi)
Continuazione del commento su Pietro da Talada
Pietro da Talada: all’inaugurazione della mostra nella Chiesa di Cervarezza invitai la Dott. M. Teresa Filieri, direttrice dei Musei Lucchesi, che descrisse le opere del maestro e spiegò come era arrivata alla scoperta della firma di Pietro da Talada. Poi l’inaugurazione itinerò a Casale e infine a Talada, dove le donne (le quali ringrazio ancora oggi per la loro disponibilità e bravura culinaria) avevano preparato un enorme rinfresco per i numerosi partecipanti. Voglio ringraziare e ricordare il Prof. U. Bertolini di Piazza al Serchio, il quale mi fu di enorme aiuto,
in quanto, gentilissimo, mi mise a disposizione il materiale che era rimasto di una mostra fatta qualche anno prima dalla Sovrintendenza ai beni culturali dedicata al Maestro di Borsigliana, che andai a prendere io stesso in Toscana con un camioncino e che riportai sempre con un camioncino alla fine della mostra. Inoltre un ringraziamento va alla Prof.ssa Renata e al Prof. Domenico Galassi per il primo incontro a Lucca con la Direttrice del Museo di Villa Guinigi, Dott.ssa M. Teresa Filieri.
(P. Dario Galassi)
Verissimo!
Bravo Pier Dario Galassi! La mostra fu un grande successo. Dietro c’era stato un lavoro enorme e io la ricordo come una delle più belle iniziative di quel periodo. Avevo “incontrato” per la prima volta il pittore Pietro da Talada su uno dei volumi di “Storia delle donne” di Duby/Perrot e fu una bella sorpresa ritrovarlo lì a due passi da casa. Bravi bravi davvero. Chiedo scusa per non aver citato, nel mio precedente commento, i nomi degli organizzatori, ma non li ricordavo con precisione e temevo di sbagliare.
(Normanna Albertini)
A Normanna Albertini
Ti ringrazio calorosamente per il tuo puntuale intervento.
(P. Dario Galassi)