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Il martirio “filo rosso” della storia della Chiesa

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Il martirio è il "filo rosso" che attraversa tutta la storia della Chiesa. I cristiani continuano a morire: stragi annunciate, stragi nascoste, avvengono in tante parti del mondo. Le ultime, in Iraq, dove è caccia al cristiano, casa per casa, quartiere per quartiere, secondo la denuncia del patriarca caldeo di Bagdad.

I mass-media del mondo occidentale, troppo spesso, ignorano i fatti, non sospettano neppure l’esistenza della violenza disumana, che getta nel dolore migliaia di cristiani, innocenti, disarmati, persone di ogni ceto sociale che pagano col sangue la loro adesione a Cristo e alla Chiesa, affrontando con coraggio la morte o interminabili anni di prigionia, privazioni d’ogni genere per non cedere a fanatismi e terrorismi, a ideologie che si trasformano in regimi di spietata dittatura. "La Chiesa è forte proprio perché muore e versa il sangue dei suoi martiri. Nessuno, infatti, combatterebbe un cadavere”, ha scritto il cardinale Comastri.

Come educatore mi preoccupa il fatto che molti giovani siano disinformati su quanto sta accadendo nel mondo. Quanti sono che sanno dare volto e nomi e numeri al genocidio in Rwanda, alla guerra in Bosnia, Slovenia e Croazia, alla strage di Sebrenica o a quelle del Sudan? Di Orissa? Del Pakistan? Della Cina? Dell’Iraq?

Tacere o far finta di niente, non è del cristiano che è cittadino del mondo e neppure di chi, non credete, si schiera a difesa della pace o dell’ambiente! Non si può essere “passivi” di fronte a drammi che il nostro tempo non avverte, non condivide, dove gli stessi governi non amano pronunciarsi apertamente in favore delle vittime, quando sono cristiane.

Parlando dei nuovi martiri, intendiamo lottare contro la guerra e la violenza che scatena, formando una barriera spirituale e culturale contro “la décréation du monde”, come chiamava Peguy ogni forma di violenza. «Conosca il popolo la sua storia; la difenda, la narri ai nipoti; la faccia oggi per ieri, fiera e coerente, per domani, degna ed operosa… Esalti, a onore dei suoi padri, a vigore dei suoi figli, le virtù che fanno l’uomo forte e libero, crei in se stesso la coscienza del dovere, della giustizia, della gentilezza, della bontà, del bene comune e del sacrificio; e ricordi che tale tempra né migliore si crea, né più resistente si forma, se non alla scuola, alle fonti anzi, della vita cristiana». Parole sempre attuali del Cardinale di Milano, Montini, nel 1960, un invito a non dimenticare ma a costruire rapporti di pace di riconciliazione, nel rispetto della vita e della fede di ogni persona.