Home Cronaca Diga di Vetto 1 / “Sempre meno amministratori si oppongono”

Diga di Vetto 1 / “Sempre meno amministratori si oppongono”

9
1

Riceviamo e pubblichiamo.

-----

La continua ed ormai indigesta opposizione alla costruzione della diga di Vetto vede sempre meno amministratori coinvolti. Nel complesso la posizione della sinistra più costruttiva è divenuta favorevole alla costruzione dell’invaso. In trincea è rimasta la presidente della Comunità montana e sindaco di Vetto d’Enza Sara Garofani, che continua ad opporsi al progetto, necessario per dare una opportunità di sviluppo alla nostra montagna ed all’intera valle del fiume Enza.

La produzione di energia idroelettrica, la regimazione a monte delle piene oltre al continuo e costante approvvigionamento di acque pulite dall’alta valle per l’agricoltura della bassa val d’Enza sono una esigenza ormai imprescindibile.

Se ne dovrà convincere per forza il sindaco di Vetto Sara Garofani. Il territorio che lei governa non ha altre importanti possibilità di sviluppo. Oppure che sia la stessa prima cittadina ad illustrarci delle alternative infrastrutturali e di sviluppo per la valle comparabili ai benefici che porterebbe in quel territorio la costruzione dell’invaso.

Non avendo la stessa neppure idea del danno che hanno causato tanti anni di opposizione ideologica alla costruzione della Diga da parte della sinistra, dovrebbe per prima compiere il bel gesto di scusarsi per gli errori compiuti nel passato da lei e dalla sua parte politica ed impegnarsi per la risistemazione di un progetto datato che dovrà prevedere delle modifiche ma che rappresenta sempre un’eccezionale punto di partenza.

(Giuseppe Pagliani, capogruppo Pdl Reggio Emilia)

* * *

Correlati:
- Diga di Vetto 2 / "Opera inutile e pericolosa" (23 novembre 2010)

1 COMMENT

  1. Diga di Vetto?
    In certe evenienze c’è da chiedersi da che parte stia la ragione. La Signora Garofani è inopportunamente ostile per incapacità e chiusura mentale o perchè è esponente di un’altra parte politica? Qual è la verità? E’ necessario erigere un’opera tanto monumentale per imbrigliare acque non così prodigiosamente immense, oppure sarebbe sufficiente un invaso più modesto od opere meno invasive data la fragilità dei monti sui quali poggerebbe le sue sponde laterali e la sua capacità una diga?? E il pericolo? Chi dice di no probabilmente NON dimentica il passato, le dighe crollate con effetto “nucleare” sulla pelle della gente. Popoli e paesi distrutti. Il Vajont, 1967, io lo ricordo bene. E i coltivatori tornerebbero a coltivare la terra se a monte (molto poco a monte) ci fosse una diga? Quali garanzie ci sarebbero per la gente di montagna? Dove sarebbero assunti gli operai, dal momento che essi dovrebbero essere persone di grandissima specializzazione? Probabilmente sugli abitanti locali, a parte il tempo di durata della costruzione, peserebbe solo la bruttura del cemento e la non affluenza d’acqua che sarebbe, ancor più di ora, convogliata ad altri usi e ad altri luoghi. Non si pulisce più l’alveo di un altro fiume e al confine con un diversa provincia si va a creare un vuoto d’acqua. Vuoto pericoloso a causa di un’acqua che potrebbe “pendere” sulla testa, peggio della classica “spada”. Non si riesce ad avere un canile, in montagna, ma avremo una diga. Vuoi dire che la spesa sia più o meno la stessa o che le montagne siano più robuste là dove si fa una diga e sono invece troppo franose per ospitare una struttura come quella di un canile? Mah, strane queste montagne. E quest’ultima considerazione credo proprio che mi tiri fuori da qualsiasi mia pendenza politica riguardante la diga. Poi, è chiaro, ci sono i cervelli ingegnosi, quello che purtroppo non ho io. Però penso che a questi problemi bisogna ribattere con progetti chiari, con motivazioni e precisioni di calcolo, con certezze e dimostrazioni di strutture assolutamente sicure, per chi sta a valle e chi sta a monte… La POLITICA qui NON C’ENTRA, anzi DOVREBBE servire la popolazione tutta, cani compresi.

    (GS)