Si è conclusa ieri, con la designazione dei vincitori, la terza edizione del concorso "Menu a km zero", iniziativa ideata da Coldiretti e sposata dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano per contribuire a rafforzare il connubio indissolubile tra rispetto per l'ambiente, valorizzazione delle produzioni tipiche e qualità alimentare. I primi tre classificati rappresentano egregiamente la ricchezza di un territorio protetto che vanta ben 64 produzioni agroalimentari tipiche d’eccellenza.
Vincitore del “Menù a km zero 2010” l’Osteria Boccondivino di Licciana Nardi (Massa), al secondo posto il Ristorante La Montanara di Miscoso a Ramiseto (Reggio Emilia), e al terzo posto la Locanda il Castagno di Ponteccio a Giuncugnano (Lucca).
Da venerdì 26 a domenica 28 novembre i vertici del Parco e di Coldiretti accompagneranno diversi ospiti d'eccezione presso le strutture vincitrici del concorso dove si svolgeranno le premiazioni e le degustazioni “d'autore”.
Sono stati 27 i ristoranti e le trattorie in gara (4 in provincia di Lucca, 7 in provincia di Massa Carrara, 3 in provincia di Parma e 13 in provincia di Reggio Emilia) che da inizio ottobre a metà novembre hanno presentato ai loro commensali un menu a prezzo dichiarato e appositamente creato utilizzando ingredienti e prodotti rigorosamente del territorio.
I vincitori sono stati scelti attraverso una votazione “popolare” via internet.
I voti sono stai 3.051, quasi mille più di quelli dello scorso anno.
«Le straordinarie capacità delle comunità che qui si sono insediate, nel corso dei secoli, hanno permesso di riconfigurare il territorio in funzione delle produzioni agroalimentari, sempre rispettando le varietà climatiche e ambientali dei nostri crinali e delle pendici montane – afferma Fausto Giovannelli, presidente del Parco - Una ricchezza e una sapienza che si può scoprire sulle nostre tavole, dove le culture alimentari, europea e mediterranea, ritrovano nel Parco dell’Appennino un fertile terreno di confronto e contaminazione».
«La valorizzazione del nostro patrimonio alimentare rientra perfettamente nello spirito e negli obiettivi del progetto di cooperazione delle reti ecologiche nel Mediterraneo, Co.r.e.m. che ci vede partner insieme a Corsica, Liguria, Sardegna e Toscana - spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano – Come Parco, il nostro compito, infatti, è quello di recuperare e promuovere il patrimonio agro-alimentare e gastronomico locale, tutelare e valorizzare le ricchezze naturalistiche e la biodiversità, e favorire un adeguato utilizzo sociale, economico e sostenibile delle risorse stesse, attraverso il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini e delle imprese».
I "menù a chilometri zero", oltre a garantire qualità e freschezza nel rispetto dell'ambiente, e a contribuire alla riduzione dell'inquinamento causato dai trasporti, rappresenta una importante occasione per creare flussi turistici destagionalizzati, strettamente legati alle eccellenze del territorio. Rileggendo i menù vincitori in questa chiave è possibile, infatti, ripercorrere il territorio, per scoprirne natura, cultura, passioni.
Il primo classificato, Paolo Rigamonti del Boocondivino che anche in questa occasione non ha tradito la sua fama di “creativo”, capace di lasciarsi ispirare dalla tradizione, ma di rileggerla, al tempo stesso con fantasia. Ne è esempio l’ottimo “Testo caldo di pollo e faraona”, un secondo in cui l’uso di un recipiente – il “testo" - dalla secolare tradizione lunigianense, viene adattato alla preparazione in umido. Graditissimo il dolce “Premio Lunezia"; in cui “localissimi” ingredienti di base danno vita a uno zuccotto nella migliore tradizione toscana.
Tipicamente emiliana la proposta della famiglia Biggi de La Montanara che, miscelando sapientemente fantasia e tradizione, valorizza la stagionalità di tartufi e funghi, veri tesori elargiti in autunno dai boschi del crinale. Profumi della natura e quindi impossibile dimenticare il Parmigiano Reggiano prodotto nelle latterie d’Appennino.
L'equilibrio naturale della caccia è il segreto della buona cucina che Il Castagno di Pietro Poli mette in tavola. Sapori forti alternati ad altre proposte basate su produzioni agricole tipiche e preziose, non solo per il palato, ma per la biodiversità. Dal “formenton ottofile” derivato dalla macinatura a pietra di un'antica varietà di granoturco, tuttora coltivato in aree ristrette della Garfagnana, al farro tutelato dal marchio Igp, coltivato già da 2000 anni e oggi riscoperto per le sue eccellenti proprietà dietetiche e la sua azione benefica per l'apparato digerente.
Bellissima iniziativa
Complimenti! Bellissima iniziativa. Un buon esempio di collaborazione pubblico-privato.
E una volta tanto parliamo di Parco e non di presidente.
(MAFE)