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La mediazione familiare

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La mediazione familiare rappresenta una opportunità che offre ai coniugi un efficace strumento per riscoprire e considerare tutte le risorse presenti, nonostante lo scioglimento dell'amore coniugale. Aiuta gli adulti a valorizzare le rispettive competenze, mantenendo l'alleanza genitoriale nel lungo percorso di auspicabile collaborazione nell'esercizio amorevole della genitorialità, soprattutto per il benessere dei figli.

In troppe separazioni la conflittualità, il risentimento e la sensazione di dover essere risarciti di quanto patito, annebbia la sfera cognitiva degli adulti rendendoli vulnerabili emotivamente, come se gli anni trascorsi e le esperienze di vita non li avessero arricchiti. In questa situazione il patrimonio nello stile relazionale, costituito anche dalla saggezza, tende a rarefarsi per lasciare spazio a sentimenti negativi; in questo modo tutti i momenti lieti e sereni trascorsi con l’ex partner si “scaricano” di bellezza nella sfera percettiva, mentre i ricordi delle ferite e delle offese subite trovano una “carica” esagerata, come se fosse indispensabile impegnarsi per ottenere una vittoria nel congedo, tale da compensare la disfatta dell’incontro. La vita è l’arte dell’incontro. All’interno di una cattiva gestione del conflitto, gli adulti coinvolti nella ricerca di una propria illusoria “verità”, spesso trascurano e sottovalutano l’importanza per i bambini di poter valorizzare entrambe le figure genitoriali, che costituiranno gli “oggetti interni” di riferimento per tutta la loro lunga esistenza. In questa accezione il forziere del tesoro emotivo dei nostri bambini contiene quello che noi genitori rappresentiamo per loro. Svalutazioni, colpevolizzazioni e frustrazioni di uno verso l’altro o contro l’altro, si dimostreranno dei veri e propri sassi neri privi di alcun valore, collocati all’interno del simbolico forziere, capaci di oscurare la bellezza spontanea dell’intelligenza emotiva dei nostri fanciulli.

E' indispensabile conoscere i terribili e dolorosi percorsi cui i bambini sono vittime indifese per causa di una cattiva gestione dei conflitti da parte dei genitori. Pervenire ad una cultura che avverte la responsabilità di considerare il disagio, il malessere dei fanciulli con una cosciente responsabilità ex-ant; cioè prima che le violenze psicologiche, tipiche delle situazioni di accesa e duratura cattiva gestione dei conflitti, possano provocare conseguenze drammatiche e dolorose nei minori. E’ una tremenda scoperta per genitori di buona volontà quella della consapevolezza ex-post, cioè dopo che i gravi danni patiti dai bambini siano divenuti una concretezza. Il percorso di mediazione familiare rappresenta per la coppia un’opportunità per esplorare soluzioni illuminate e propositive a questi problemi dalle gravi conseguenze.

Il mediatore familiare è sempre terzo neutrale ed imparziale nei confronti della coppia, offre lealtà, equità e buon senso, non giudica i valori condivisi dei coniugi, non giudica i rispettivi comportamenti e le rispettive posizioni, ma rende possibile e stimola la promozione di soluzioni adeguate ai conflitti, ricercando canali comunicativi che rendono possibile il dialogo ed il confronto simmetrico e complementare dei genitori. Una opportunità di attuare e dimostrare l'amore per i figli dopo la fine dell'amore coniugale, per il benessere dei piccoli e degli adulti coinvolti.

Nel difficile percorso di separazione coniugale l’obiettivo della mediazione familiare non consiste nel solo raggiungimento di accordi scritti e firmati dalle parti coinvolte. Gli accordi scritti, conosciuti come progetto di intenti, che rappresenta il prodotto materiale della mediazione familiare, hanno un valore solo temporaneo. Infatti, le situazioni della vita sono mutevoli e nel tempo possono cambiare, anche sostanzialmente, le condizioni soggettive o/e familiari (famiglie allargate, etc.). La mediazione familiare potrà considerarsi efficace solo se al termine del percorso di mediazione gli adulti avranno acquisito la capacità di CONFRONTARSI, di COMUNICARE e, soprattutto, di SUPERARE LE FISIOLOGICHE CRISI che la vita propone nello scandire del tempo.

La mediazione familiare risponde non solo ad un utile sfoltimento dell'intervento giurisdizionale, il valore più significativo risiede nel consentire alle parti in conflitto di negoziare le rispettive posizioni e rigidità, uscendo dalla controversia con la capacità di saper pervenire ad accordi condivisi e più rispondenti ai bisogni di tutte le parti coinvolte, soprattutto ai bisogni dei minori. Occorre prendere le dovute distanze da una logica che vuole sempre un vincitore e un vinto.

Di seguito riassumo poche considerazioni pratiche che i genitori in fase di separazione potranno valutare insieme:

I NO. I no pronunciati a seguito di una richiesta dell’ex partner dovranno essere realistici. Comunicare limiti, paure e potenziali pericoli riferiti al potenziale SI, considerato dall’altro. I NO pronunciati in modo “secco”, senza nessuna spiegazione, instillano nell’altro la negazione al suo diritto di esprimersi, con conseguente chiusura emotiva, condizione disastrosa durante il difficile percorso di separazione.

IO SENTO CHE. Ogni essere umano ha il diritto di comunicare quello che sente, anche se antiche esperienze di vita ci hanno illuso del contrario. La reazione ad una reale o presunta ingiustizia dovrebbe scaricarsi di risentimento e di possibili proiezioni (la proiezione è un meccanismo di difesa arcaico e primitivo, che consiste nello spostare sentimenti o caratteristiche propri, o parti del Sé, su altri oggetti o persone). Esprimere quello che si sente, invece di “saltare subito come una molla” aiuta noi ad essere sinceri e l’altro a sintonizzarsi con noi e a maturare empatia, indispensabile per comprendere e tollerare posizioni diverse dalle nostre.
Esempio: “Sei sempre stata legata alle cose materiali” – Risposta possibile d’impulso: “Sei tu che… Non io, ricordi quella volta che… - Risposta possibile e in linea con i propri sentimenti: “Questa tua affermazione mi rattrista, mi deprime nel profondo perché non mi sento così, veramente pensi questo di me?”

ELIMINARE I SEMPRE E I MAI. Non sei mai stato sincero, sei sempre il solito. Evitando queste banali estremizzazioni che possono solo ferire l’ex partner, è possibile concentrarsi sul punto e fare qualcosa per risolvere i problemi reali: In questo momento non ti sento sincero con me, perché…. Vorrei che comunicassimo senza paure e timori ingiustificati, sei d’accordo?

EVITARE I PARAGONI. Sei come… Non sarai mai come… Ogni essere umano ha diritto di sentire rispettata la sua unicità. Ricordiamoci che a suo tempo il partner lo abbiamo scelto e ci piaceva proprio perché era così.

PARLARE INSIEME DEL DESTINO DEI BAMBINI. Trovare punti di convergenza nell’interesse dei bambini. Genitori collaborativi possono limitare i danni per i fanciulli ai minimi termini, affrontare i problemi, esplorare le negatività e valorizzare le risorse disponibili.

In conclusione vorrei citare una frase di Alexander Lowen, credo sia illuminante quando avviamo un processo di cambiamento veramente importante della nostra vita e sentiamo una forte tensione che non consente di vedere le situazioni con la chiarezza e con la serenità necessaria:
"Non aspettare di essere morto per lasciarti andare. Lasciati andare ora".

I problemi personali non si risolvono mai del tutto, ma progressivamente possiamo sentirci sempre più in pace con noi stessi e, di conseguenza, con le persone significative che, per un tratto più o meno lungo, hanno condiviso con noi il viaggio dell’esistenza. I nostri figli sono le uniche persone che non scenderanno mai dal nostro treno della vita, così come non cesseremo di essere genitori per loro. Esserlo (essere genitori) ed esserci (essere genitori presenti, affettuosi, giusti, leali ed amorevoli in tutti i cicli di vita della famiglia), rappresenta l’elemento fondante per, conquistare dentro noi e proteggere in loro, la gioia di vivere.

[approfondimenti a le regole della mediazione familiare]