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Valerio Fioravanti è il nuovo coordinatore del Pd della zona montana

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Lunedì 25 ottobre scorso, presso il Centro sociale "Insieme" a Castelnovo ne' Monti, si è svolta l’elezione del coordinatore Pd della zona montana. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, si è svolta tra i componenti dell’assemblea del Partito democratico della zona montana eletti dai circoli e nei vari organismi nazionali, regionali e provinciali del Pd. Il candidato Valerio Fioravanti, architetto residente a Civago di Villa Minozzo, è stato eletto con 31 voti favorevoli su 32. Di seguito si allegano alcuni passaggi estrapolati dal programma che sarà il riferimento del Pd locale per i prossimi anni.

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Il documento si intitola “Per un Appennino che sia risorsa”, vuole essere un punto di riferimento per il Partito Democratico della montagna reggiana, definisce posizioni e idee sui vari argomenti che interessano il territorio. Attraverso questo documento il PD montano vuole confrontarsi con i cittadini, le associazioni e gli altri partiti per contribuire allo sviluppo della comunità locale.
L’obiettivo del coordinamento della zona montana del Pd è mantenere e consolidare nello sviluppo della politica la rete del territorio montano, strutturata nei decenni scorsi, garantendo l’integrazione di ogni sua componente. La rete deve diventare un elemento che contribuisce all’innovazione e alla competitività del territorio.
Il PD Zona Montana avanza proposte sui seguenti temi: Governance locale, Infrastrutture per la connessioni territoriali, Servizi, sanità, scuola e cultura, Economia ed ambiente, Organizzazione interna.

Nell’Appennino Reggiano, si dovrà portare a compimento una riorganizzazione dell’assetto istituzionale degli enti locali incentrato sul modello delle Unioni di Comuni. Lo scenario futuro dovrà vedere la nascita di Unioni che abbiano un senso territoriale vero e duraturo e soprattutto che non nascano da motivazioni personalistiche dei sindaci “pro-tempore”.
In ogni caso Castelnovo ne’ Monti dovrà rimanere centro di riferimento della intera montagna reggiana. La definizione di una più efficiente organizzazione dei servizi pubblici non può scardinare decenni di sforzi per dotare la montagna di una struttura urbana e di funzioni di livello superiore.

L’infrastrutturazione del territorio non può continuare a basarsi solo sulle reti fisiche ma deve essere considerata come priorità anche quella delle reti telematiche e della comunicazione cellulare. Per quanto riguarda la viabilità, modalità su cui ancora si basa il trasferimento di persone e merci in ambito montano e non solo, si conferma che il disegno strategico si basa sulla SS n. 63 che dovrà essere completata in ogni suo tratto per garantire un collegamento tra Castelnovo ne’ Monti e Reggio Emilia in 30 minuti. E’ importante che venga garantito per tutte le principali strade provinciali montane un adeguato livello di scorrevolezza, sicurezza e di manutenzione poiché su di esse basano gli spostamenti casa lavoro scuola del comprensorio e negli ultimi anni il livello di percorribilità di queste strade è visibilmente peggiorato. La diffusione della banda larga in ogni paese ed in ogni insediamento montano è un obiettivo ambizioso ma raggiungibile. Questo potrebbe aprire scenari nuovi nelle opportunità lavorative e imprenditoriali del territorio. Il ruolo della Regione e degli enti locali è fondamentale per la realizzazione delle tecnologie e delle reti poiché le compagnie telefoniche private difficilmente investono in aree con poche utenze.

La salute è un diritto. La salute in montagna è un diritto. Garantire sanità in montagna significa garantire la montagna. Garantire sanità in montagna è, al pari della scuola e della viabilità, su strada ed informatica, una condizione indispensabile per la vita della montagna stessa, oltre ad un dovere nei confronti di tutti i cittadini della montagna, e di quanti frequentano la montagna.
Per questo motivo garantire la sanità in montagna è un preciso impegno del PD nell’ambito delle politiche regionali di allocazione delle risorse e di progettazione delle politiche sanitarie e degli investimenti.
Il territorio montano ha necessità di una scuola efficiente, di grande qualità che sia al tempo stesso agenzia culturale e promotrice di sviluppo. Non ha bisogno di chiudere le piccole scuole (ormai poche) garanzia di permanenza degli abitanti per continuare una timida tendenza positiva di nascite. L’Appennino deve poter contare su una scuola di qualità, non erogatrice soltanto di un servizio minimo di alfabetizzazione e custodia, come purtroppo si va prefigurando con i tagli della Gelmini. La scuola pubblica non può rinunciare ad essere agenzia di formazione e di arricchimento contro la povertà economica e la barbarie culturale che si sta diffondendo.
La scuola in Appennino, dalle elementari in poi, non può essere una scuola qualunque. Bisogna affrontare la competizione che spinge gli studenti, e perciò le loro famiglie, a scegliere tra modelli e realtà. Nei confronti delle famiglie e degli studenti la nostra scuola deve saper compensare i maggiori disagi rispetto agli istituti scolastici di città o di area urbana.
La qualità della vita e la crescita delle comunità che vivono in montagna trae inoltre vantaggio dalla valorizzazione e massima diffusione dei servizi culturali. La cultura va intesa in senso ampio: sia come insieme di eventi e progetti volti ad aumentare la conoscenza, sia come elemento di coesione sociale e di elaborazione dell’identità.

Il PD intende dare un contributo all’innovazione e alla competitività del sistema produttivo locale. Le azioni possibili alla politica locale (qualità e diffusione dei servizi, infrastrutture, formazione, utilizzo dei fondi per il sostegno alle imprese …) dovranno essere pensate sempre in relazioni con il tessuto produttivo anche in funzione con le imprese e gli imprenditori presenti.
Il PD Zona montana ritiene che la “Green Economy” possa essere un’opportunità storica per l’Appennino emiliano e romagnolo che può ricollocarsi da “risorsa passiva” a fattore strategico di innovazione e competitività della Regione. Si propone come riferimento il documento “Appennino, Green Economy ed Emilia-Romagna” curato dal Responsabile regionale Ambiente del PD.
L’Appennino dispone in misura maggiore di altri territori di risorse naturali e beni comuni materiali e immateriali (aria, acqua, suolo, sole, vento, boschi, paesaggio, prodotti tipici…) che definiscono una potenzialità concreta e una vocazione “naturale” all’economia verde.
Di fronte alla sfida della Green Economy risultano invece ancora scarsi (e dunque sono da potenziare) altri fattori: cultura d’impresa orientata all’innovazione, risorse umane capaci e motivate, piena e diffusa disponibilità delle migliori tecnologie dell’informazione (fibra ottica), governance unitaria fondata su coesione e concertazione e selezione delle risorse pubbliche in funzioni di progetti capaci di futuro e competitività. Queste risorse scarse in Appennino sono invece largamente presenti in ambito regionale e l’appartenenza alla regione Emilia-Romagna può e deve favorirne la costruzione e la messa in opera.
Energia, agricoltura, turismo e Parchi sono i tematismi attorno a cui promuovere in modo integrato innovazione di prodotto e di processo, nuovi modelli di impresa, di cooperazione, di consorzio e di concertazione, per la messa in valore di comuni risorse territoriali inutilizzate e la riconversione innovativa di risorse utilizzate in forme economiche tradizionali.

Chi è Valerio Fioravanti

45 anni, abita a Civago di Villa Minozzo, ha una figlia. Architetto, specializzato in progetti ambientali e piani territoriali, ha svolto la sua attività professionale soprattutto per enti pubblici (Regione Emilia-Romagna, enti parco, province, comunità montane, comuni), è stato direttore del Parco dell’alto Appennino modenese dal 2003 al 2010. Iscritto al PCI dal 1982, è stato segretario della sezione di Villa Minozzo, nel 1986. Ha aderito al Pd dalla sua costituzione.
Ha avuto varie esperienze amministrative pubbliche e private:
- membro del consiglio direttivo del Consorzio di gestione del Parco dell’alto Appennino reggiano (Parco del Gigante) dal 1990 al 1994;
- presidente del Consiglio di amministrazione A.T.S. srl Reggio Emilia (Società di progettazione, pianificazione territoriale e consulenze ambientali) dal 1997 al 2001;
- assessore con deleghe all’urbanistica, ai lavori pubblici, all’ambiente, alla difesa del suolo del Comune di Villa Minozzo dal maggio 1997 a maggio 2006 e consigliere comunale dal 2001 al 2006;
- presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio valorizzazione Civago S.r.l. (gestione impianti sciistici di Civago Appenninia) da novembre 2001 ad ottobre 2005.
E' appassionato di montagna e di ciclismo.