Dieci anni fa, il 30 ottobre del 2000, si spegneva don Eusebio Costi. Nell'anniversario della scomparsa giungono alle redazione diverse testimonianze a ricordo del sacerdote nato a Casalobbio di Ramiseto il 30 ottobre del 1920 e parroco di Vetto dal 1967 al 1996.
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Noi bambini era da un po’ che lo aspettavamo: da un po’ gli adulti parlavano di un nuovo prete che sarebbe dovuto arrivare.
Ho un ricordo nitido della prima volta che lo vidi: nel cortile dell’ex asilo (ora Casa Protetta). Ci venne incontro con passo deciso, sembrava che calciasse letteralmente l’abito talare, il quale ad ogni suo passo svolazzava in alto una spanna sopra i suoi piedi.
Ci salutò, si presentò e… meraviglia: andà a prendere un pallone da calcio, un vero pallone di cuoio e cominciò a tirar calci con noi…ma quando mai…?
E poi: scuola per chierichetti. Tutti vogliono una carica: capo chierico, vice, oppure solo cassiere. Scuola per lettori della parola; alla domenica pomeriggio, vespri e poi tutti ad imparare canti con lui che suona l’armonium.
I più grandi, quelli di 20 anni e più, si ritrovano spesso col nuovo parroco: dicono di fare teatro. Andranno a fare rappresentazioni per i teatri della zona e anche a Milano.
C’era un bel vigneto con alberi da frutto di fianco alla Chiesa, ha tolto tutto, l’ha spianato e ci ha fatto un campo sportivo ed un bocciodromo (forse è matto!)
Ragazzi, tutte le estati, per molti anni, andremo in campeggio sul lago di Garda e qualche volta anche qui e là…a Marola, in gita a Roma…Impossibile…!
Adesso dice che farà una Casa di riposo! A Vetto!! Valli a capire qruesti preti del 2000!
Ma questo non era un prete del 2000: questo era Don Eusebio Costi, parroco di Vetto alla fine del secolo scorso. Prete tosto, innovativo, buono e determinato, tanto determinato che almeno un paio di volte l’ho sentito affermare che lui sarebbe morto il giorno dei Santi, e così ha fatto!
Non era un prete del duemila: lui del duemila ha appena visto l’alba…
Vallo a spiegare a quelli del duemila!
(Gigi)
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Carissimo Don Eusebio,
è difficile, a dieci anni dalla tua scomparsa, esprimere il nostro grazie per gli anni trascorsi insieme, nelle nostre menti affiorano pensieri, ricordi, immagini… e in fondo al nostro cuore la tristezza per la tua scomparsa…
ti stiamo scrivendo a più mani e tutti ti sentiamo ancora parte delle nostre famiglie.
Durante i 30 anni del tuo sacerdozio, ma ancora adesso, soprattutto adesso, abbiamo apprezzato soprattutto la tua coerenza, la tua umiltà ed irreprensibilità, testimonianza preziosa e ormai rara di questi tempi.
Non sono state solo le parole che hai pronunciato, quanto la tua vita, la tua semplice vita fatta di vera e semplice carità, forse in termini attuali si potrebbe dire carità spicciola e concreta, a rendere efficace l’annuncio della Parola, “un granello di senape” che ci è cresciuto dentro.
Ci hai donato un sorriso gioioso e pieno di cordialità ed hai condiviso i momenti di festa, così come hai sempre partecipato con avvedutezza e profonda sensibilità alle sofferenze di ciascuno di noi.
La tua canonica è sempre stata aperta ed accogliente verso tutti: sacerdoti e laici;credenti e meno credenti; giovani, vecchi, bambini; ricchi e poveri; acculturati e non.
Con te siamo cresciuti, abbiamo capito che la vita non riserva solo giorni bui, ma anche luminosi, come quelli semplici ma genuini che abbiamo condiviso tra le mura della canonica dove ci facevi la dottrina o sui banchi di scuola dove ci insegnavi religione, in chiesa e nelle famiglie della parrocchia facendo i chierichetti ed accompagnandoti sempre, sulla 127 o sulla 500 color nuvola, per le benedizioni e le funzioni, i primi campeggi, le gite, perché tu sapevi e ci hai insegnato cosa significasse il termine CONDIVIDERE, ci hai spalancato le porte della Chiesa e della canonica e ci hai fatto capire cos’è la carità, quella vera.
Schopenhauer scriveva che “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro”, tu hai creduto e voluto con tutto il cuore la concretizzazione di un sogno: realizzare la Casa di Riposo, perché anche gli anziani e gli ammalati potessero continuare a sentirsi parte della nostra Comunità Parrocchiale e CONDIVIDERE tutto, dalle sofferenze a ciò che accadeva nella nostra Parrocchia.
Con il giornalino parrocchiale “INSIEME” creato da te, hai voluto concederci il privilegio di farci partecipi, sempre dei tuoi pensieri, delle tue riflessioni e condividere con tutte le nostre famiglie, grandi e piccine, vicine e lontane alla fede, la parte spirituale e materiale della vita quotidiana. Anche per le tante preghiere che hai scritto, testimonianza del tuo Amore per Dio, vogliamo dirti Grazie.
Le cose non sono andate sempre bene, spesso le combinavamo proprio grosse e per rimetterci in “righa” ci sgridavi con 2 “crucchi” sulla testa ed un ineguagliabile “Vè ninon!” .
Hai voluto condividere con tutti noi anche i momenti di convivialità: hai appoggiato e voluto la costruzione del bocciodromo dove, facendo comunità, abbiamo passato momenti divertenti.
Eri un semplice pretino giunto a noi da uno “sperduto” paesino di montagna, la tua amata Casalobbio, ma hai annunciato la Parola tra noi nel modo più semplice, quello contraddistinto da due parole essenziali: COMUNITA’ e CARITA’. Oggi tutto questo ci sembra in pericolo, aiutaci tu a far sì che tutto quello faticosamente costruito durante il cammino fatto assieme non si dissolva.
Oggi, più che mai, ci manca il curato delle nostre anime… ma tanto abbiamo condiviso e ci sembra di appartenerci ancora reciprocamente, nei pensieri e nei sentimenti anche se in due mondi lontani: il nostro fatto di molte cose futili, il tuo eterno e beato illuminato dalle sola luce divina.
Ci tranquillizza sapere che, dal cielo, dove la visione di Dio ti rende felice in eterno, guardia a noi e per noi intercedi pace e conforto.
Con nostalgia e pervasi da un’infinita gratitudine…
(I tuoi alunni)