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Sparare in età sempre più avanzata

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"Dall'apertura della stagione venatoria le nostre guardie ecologiche volontarie sono impegnate in vigilanza su tutto il territorio provinciale e ciò che stupisce - dichiara Monica Casalini, vicepresidente delle guardie di Legambiente - è l'età dei cacciatori. Nel susseguirsi degli anni, durante i nostri controlli, abbiamo riscontrato che l'età media del cacciatore è andata via via aumentando, soprattutto nelle zone di pianura e collina. Molti cacciatori sono infatti ultrasettantenni e superano tranquillamente gli 80 anni. La licenza di porto d'armi a uso caccia viene rinnovata, da parte della Questura, ogni 6 anni, a seguito di una visita da parte di un medico legale. Ma quello che sorprende è il comportamento degli ambiti territoriali di caccia (Atc) che incentivano il rinnovo anche per persone anziane, in quanto così facendo di certo non favoriscono la sicurezza pubblica. In alcuni casi infatti ci sono forti sconti economici o viene rilasciato gratuitamente il rinnovo dell'adesione all'Atc".

"Diversa è la situazione nell'Atc 4 della montagna - dice sempre la Casalini - sia per il tipo di territorio che di caccia, che infatti vede la presenza anche di giovani. Vari sono i problemi legati all'età avanzata del cacciatore. Chi ha più di 60 anni non ha l'abilitazione all'uso delle armi e non ha dovuto obbligatoriamente studiarsi le normative che regolano oggi la caccia, in quanto l'esame per l'abilitazione è stato istituito soltanto nel 1967: prima di tale data era sufficiente pagare le tasse governative ed iscriversi ad una associazione venatoria per avere la licenza".

"Inoltre, durante i nostri controlli, abbiamo riscontrato che non sempre le persone sono in condizioni fisiche tali da poter utilizzare un'arma. Alcune presentavano difficoltà nei movimenti, anche soltanto nel porci il tesserino venatorio od evidenti difficoltà deambulatorie. Senza fare di tutta l'erba un fascio viene però spontaneo chiedersi come alcune persone possano ancora continuare ad esercitare la caccia".

7 COMMENTS

  1. Che fenomeni queste GEV!
    Alle GEV basta una occhiata per stabilire se una persona possiede i requisiti psico-fisici per poter esercitare la caccia. E allora perchè spender soldi per i certificati (anamnestico e medico) necessari per il rilascio o il rinnovo del porto d’armi uso caccia. Facciamo fare alle GEV, i cacciatori potrebbero sfilare davanti a loro, come nelle selezioni che facevano le SS nei campi di concentramento, con responso immediato: “Tu cacci, tu no”.
    Forse sarebbe stato più sensato da parte delle GEV proporre che, a partire da una certa età, il rinnovo del porto d’armi uso caccia avvenga ogni tre anni anzichè sei. In ogni caso il concetto che le GEV vogliono far passare, cioè che un cacciatore anziano sia un cacciatore pericoloso, è da rigettare in toto.

    (Commento firmato)


  2. Facendo parte delle guardie ecologiche, apprezzo molto l’operato delle stesse, ma questa volta pare fuori luogo porsi a “censori” dell’età di chi pratica la caccia. Quanto asserito nell’articolo non corrisponde certo al vero, nessuno all’interno delle ATC SPINGE per il rinnovo delle licenze in quanto esula dalle funzioni preposte agli ambiti territoriali di caccia. Una volta verificata l’idoneità non è possibile NEGARE l’appartenza all’ATC se lo stesso richiedente ha tutti i requisiti in regola. Altra nota stonata il porre l’età come fattore determinante allo svolgimento dell’attività venatoria; gradirei avere un giudizio se è più pericoloso un 80enne sano o un 30 “aspirapolvere” oppure un camminista che per guidare 20 ore aspira aspira!!! Vede, Monica, tutto va valutato, ma va anche spiegato e alla fine si può trarre un giudizio personale. Gradirei averla ospite quando questi “VECCHIETTI” lavorano per pulire l’ambiente armati di zappa e badile!!! Per questo sono utili o pericolosi sa la zappa può essere un’arma.
    Per ultimo, se nelle sue uscite verificherà che vi sono persone “NON IDONEE” alla caccia lo segnali all’autorità, indipendentemente alla loro età; farà un grosso servizio a tutta la collettività…
    La saluto cordialmente augurandomi di poterla annnoverare tra coloro che verranno alle prossime INIZIATIVE AMBIENTALI che l’ATC 4 organizzerà.

    (Roberto Malvolti)

  3. Commento e perplessità
    Leggere le dichiarazioni riportate nell’articolo è piuttosto triste. Il vicepresidente dovrebbe pensare che un cacciatore ultrasessantenne con diverse licenze alla spalle molto probabilmente sa come muoversi in sicurezza con un fucile anche se non ha fatto l’esame abilitativo istituito nel 1967. Non vantiamoci troppo di quel periodo, non era certamente quel tipo di esame che ti consentiva di muoverti in sicurezza sul terreno con un’arma da caccia. La reazione psicomotoria in una persona oltre una certa età è dovuta in buona parte da come l’individuo viene approcciato dall’interlocutore, dai suoi modi, dai gesti e dal timbro della voce; siamo proprio sicuri che questo avvenga nei modi dovuti? O forse a volte avviene con qualche eccesso anche solo nel timbro di voce? Altro non commento. Come spesso accade nei confronti dei cacciatori è stata fatta la solita demagogia che porta ad aria fritta. Il vicepresidente avrebbe fatto meglio a porre dichiarazioni del come migliorare e collaborare con il mondo venatorio per proseguire insieme un percorso socio-ambientale da non sottovalutare, piuttosto che esprimere giudizi di così basso livello nei confronti di persone ultrassentenni, che nel bene o nel male hanno contribuito a creare questa Italia e ai quali, oggi, viene sbattuta in faccia la loro età e il fatto che sono diventati “vecchi” inutili, pronti per la rottamazione. Altro non commento poichè non vorrei cadere nello sgradevole, considerato che per le dichiarazioni sgradevoli altri ci stanno provvedendo.

    (Aldo Ceccardi)

  4. Ancora C.V.D.
    Tutti pronti a prendersela coi vecchietti al volante che sono un pericolo pubblico… Molto meglio mandarli in giro con un fucile a pallettoni, no? D’altronde, in un paese dove il porto d’armi ce l’hanno anche persone seguite da strutture sanitarie d’igiene mentale, cosa volete che sia se dai 60 ai 65 anni nessuno controlla se al signore armato fino ai denti nel frattempo è venuto un po’ di tremore alle mani…

    (Commento firmato)

  5. Legambiente Ligonchio propone l’alcool test ai cacciatori!!!
    Complimenti al nostro vicepresidente che con il suo primo comunicato stampa ha proprio fatto centro a giudicare dal vespaio che ha tirato su. Concordo pienamente in veste di presidente della Legambiente Ligonchio con i concetti espressi nell’articolo di Monica. E mi permetto di fare ulteriori considerazioni e precisazioni in merito. Anzi, aggiungo un aspetto inquitante e provocatorio che da abitante della montagna spesso osservo nel comportamento di numerosi cacciatori. Perchè non si introduce anche una sorta di alcool-test ai cacciatori??? Vi sembra tanto assurdo? A me proprio no, visto che è previsto per le persone al volante mi sembra altrettanto giusto applicarlo anche alle persone con un fucile in mano!!! Vi sembra tanto sbagliato? E considerato i capannelli davanti ai bar prima dell’inizio delle battute di caccia mi sa che ne viene fuori una gamba! Inoltre ho notato che le zone di battuta (questo non è molto inerente la questione in oggetto) oltre ad essere mal segnalate con dei minuscoli cartellini illeggibili spesso coincidono perfettamente con sentieri CAI frequentati da altre persone. Cosa ne pensa il Parco nazionale di tutto ciò? E’ giusto che persone (spesso avanti con l’età), armate di fucili in grado di sparare sempre più lontano, e molto probabilmente con più del 0.5 di tasso alcoolico nel sangue, possano impossessarsi di intere zone destinate anche al passaggio di persone normali??? Facciamo un esempio relativo alla zona dove vivo. Sentiero CAI 609 che da Casalino porta a Ligonchio, nei pressi del vecchio Mulino dell’Ozola, la zona viene “chiusa” (ripeto in maniera ridicola e sicuramente non adeguata) per la battuta al cinghiale. Proprio li passa un sentiero CAI, cosa devo fare se voglio percorrere quel sentiero? Posso entrare o e meglio di no? Gli sparatori si accorgerebbero del mio ingresso o rischio? Io conosco la zona ma se uno viene da fuori? Tutto questo è insopportabile soprattutto in una nazione che è sempre più culturalmente parlando contro la caccia e la diffusa arroganza di chi la pratica. Buon divertimento!!!

    (Stefano Regio)

  6. Problemi a mio avviso marginali e di non sua competenza!
    Illustrissima Monica Casalini, quando esce pubblicamente con problematiche a mio avviso marginali e di non sua competenza se può essere così cortese da sottolineare che è un suo personale pensiero in quanto io non lo condivido affatto! Condivido molto di più quello dell’amico Malvolti e le garantisco che i problemi sono ben altri e a mio avviso di rilevanza maggiore. Organizzi una serata e vedrà che riusciremo a convincerla della futilità della problematica esposta e della urgente necessità di affrontarne altre ben più rilevanti.
    Cortesi saluti.

    (Marino Rivoli)