Cosa può insegnare alla nostra Chiesa locale l’esperienza della Chiesa locale in Brasile?
A questa domanda ha cercato di rispondere don Paolo Cugini, missionario “fidei donum” nella Parrocchia di Pintadas nella Bahia brasilera.
Il testo di riferimento è stato un libro scritto da don Paolo: “Il futuro del Vangelo. Dal Brasile, domande e proposte per la Chiesa” edito dalla Editrice Missionaria Italiana con una prefazione di Giorgio Campanini.
In una serata di pioggia intensa, come raramente se ne vedono a Pintadas, don Paolo ha colloquiato con un gruppo di persone attive nella Chiesa locale della nostra montagna auspicando un ritorno alla lettura individuale e collettiva della Bibbia e del Vangelo che sia capace di porre a ciascuno l’interrogativo del se e quanto la propria vita sia in coerenza con l’insegnamento del Cristo.
Per fare questo non è necessaria ed indispensabile la presenza del sacerdote come dimostra l’esperienza in atto in Brasile dove numerose comunità si dedicano alla scoperta dei libri sacri in assoluta autonomia, visto anche il numero ridotto dei sacerdoti.
In queste comunità sono i laici che tengono vive le Chiese locali svolgendo tutta una serie di attività che attengono anche alla somministrazione di alcuni Sacramenti ed autotassandosi per il mantenimento del sacerdote, delle strutture e delle attività connesse. "Grazie a Dio in Brasile non c'è l'8 per mille!" ha esclamato don Paolo
In una situazione difficile come quella del Brasile, dove lo sviluppo ha interessato per ora solo le aree industriali lasciando al margine quelle rurali e dove la globalizzazione ha reso ancora più evidenti le differenze tra pochi ricchi ed una maggioranza di poveri, le Chiese locali cattoliche operano per rendere più coscienti le classi povere del loro potere e quindi affronta senza timore anche i problemi sociali e politici.
Ci ha colpito l’affermazione sulla problematica delle adozioni individuali a distanza, da noi tanto pubblicizzate, che creano invece in loco problemi gravi e disparità fra i pochi ragazzi che possono godere di tale adozione e i tanti che invece, a volte nella stessa famiglia, non ne godono. Inoltre la certezza di poter godere di una entrata finanziaria mensile crea problemi di “dipendenza” in chi ne gode che non viene stimolato ad operare per “guadagnarsi il pane”.
E’ difficile e complicato anche fare la carità se non si pensa agli effetti tanto che c’è chi ha parlato e scritto della “carità che uccide”.
Il “nemico” sociale, economico e politico da sconfiggere è il neoliberalismo che, “invece di produrre benessere per tutti, causa una crescente povertà, non solamente nei paesi in via di sviluppo e nei paesi poveri, ma anche all’interno delle nazioni ricche”. Si tratta di un modello che contrasta del tutto con le indicazioni del Vangelo.
Per quanto attiene allo scarso numero dei sacerdoti don Paolo è sulle posizioni di Fritz Lobinger che auspica la ordinazione dei viri probati, persone sposate ed inserite nella società che siano adeguatamente preparate a guidare ed animare le Chiese locali.
E poi ancora, anziché una Chiesa che si trincerà dietro il dogma e l’autorità, una Chiesa “misericordiosa” capace di comprendere le ansie e le difficoltà, ad esempio, delle coppie di fatto, degli omosessuali e così via.