Riceviamo e pubblichiamo.
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Gli inutili allarmismi di questi giorni puzzano tanto di demagogia spicciola. La 52 aree geografiche idonee per lo stoccaggio di scorie non prevedono siti nel reggiano, il governo non ha mai pensato ad un’area del nostro territorio come ben riscontrabile dalla mappa dell’Aiea (l’agenzia Onu per l’energia atomica). Il caso evidentemente è stato montato ad arte da un signor nessuno particolarmente avvezzo al protagonismo. Una bufala totale.
Il tema del nucleare va affrontato in modo serio. Non con argomentazioni da bar dello spot. Rimarco che le aree idonee per lo stoccaggio di rifiuti nucleari, individuate dal governo, in Italia sono 52, nessuna di queste in Emilia-Romagna. Sulla base dei criteri Sogin sono state indicate solo le aree superiori ai 300 ettari ed in zona non sismica. Ogni polemica risulta quindi priva di fondamento. Da settimane si parla di stoccaggio di scorie nel reggiano, un’invenzione presente solo nella testa di grillini e dipietristi.
Esisteva invece a Comano di Massa Carrara, in Lunigiana, una base NATO con tanto di testate nucleari attive. Per trent’anni abbiamo vissuto con le bombe atomiche sotto la finestra, e non è accaduto nulla, nemmeno a chi viveva a pochi chilometri dalla base dove non c’erano scorie cioè la cenere, ma le braci che sono molto più radioattive. Basta con i falsi ambientalisti, che si infuriano quando si parla di nucleare pulito e tacciono sulle discariche, come di Poiatica, e sugli altri pericoli ubicati nel nostro territorio.
Purtroppo, il nucleare rimane argomento tabù nel nostro Paese, ed in particolare nella nostra regione. L’Emilia Romagna peraltro è totalmente dipendente, dal punto di vista energetico, dal nucleare francese. Confrontiamoci seriamente analizzando i dati in nostro possesso: per l’Italia il chilowattora elettrico costa il 30% in più rispetto agli altri paesi europei; nel mondo sono attivi 436 reattori di seconda e terza generazione e sono in costruzione 45 nuove centrali nucleari: 10 in Cina e 11 negli Usa di Obama; in Italia si producono già scorie radioattive, nel settore sanitario. Questi sono i dati. Dati non confutabili. Da qui dobbiamo partire. D’altronde, se non v’è corretta informazione non si può scegliere liberamente…
(Fabio Filippi)
Filippi, cosa ci cambia costruire centrali nucleari in Italia? Non diventeremo assolutamente indipendenti dal punto di vista energetico… Provi a pensare a quanti sono i paesi che producono uranio; sono molto meno dei paesi che producono petrolio e se quelli decidono di alzare il prezzo, come già successo con la speculazione sul greggio, il costo della nostra energia sale. Il problema è che neanche il nucleare ci darebbe una certa indipendenza energetica.
(Davide Ferretti)
Riportiamo i fatti…
Venerdì 24 settembre sull’@CInformazione#C esce l’articolo dell’intervista a Filippi che dice: Sì dal consigliere regionale Filippi: “Potrebbe essere la zona dei gessi triassici” e si continua: “Ognuno deve fare un sacrificio: sì alla zona di stoccaggio anche in Appennino, potrebbe essere la zona dei gessi triassici, dove ci sono profonde gallerie”. Poi prosegue: “Se la scelta cadrà davvero sul nostro territorio, MI OCCUPERO’ PERSONALMENTE della questione. Non dimentichiamo che i relativi incentivi porterebbero grandi giovamenti”. Ecco come si è rapportato alla bufala, allarmato e consenziente…
Per quanto riguarda il nucleare cito le parole del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia: “Si pensa che il nucleare possa ridurre il costo dell’energia. Questo non è vero” (@Lhttp://www.blogalileo.com/rubbia-il-nucleare-in-italia-non-risolverebbe-il-problema-dei-costi-energetici@=www.blogalileo.com#L).
(Mattia Rontevroli – Orgoglioso di essere un signor nessuno che non si fa pubblicità sparando c…)
La politica come arte… dell’impossibile
Si dice spesso che la politica è l’arte del possibile. Ma forse non è stata detta tutta: lo è anche dell’impossibile. Con tutto il bene che si può volergli, il nostro (nel senso di montanaro reggiano) consigliere regionale Pdl Fabio Filippi ci ha ormai abituato a talmente tante affermazioni che purtroppo esse non sempre riescono poi a concatenarsi o conciliarsi con sufficiente coerenza e sequenza logica tra di loro. Ovviamente spiego l’affermazione. E’ noto che la memoria dei cittadini risulta spesso piuttosto svagata, ma qui non occorrerà fare esagerati sforzi per riandare a neanche un mese fa (esattamente il giorno 24 settembre) quando un quotidiano locale, l’@CInformazione di Reggio Emilia#C, pubblicava nella cronaca del nostro Appennino, con grande evidenza, con richiamo anche in prima pagina, un articolo e ben tre box collegati di commenti. Di che si trattava? Presto detto. L’articolo, intitolato “Scorie sulle colline reggiane” e firmato da Luca Soliani, era dedicato alle indiscrezioni comparse su uno dei più noti ed autorevoli quotidiani economico-finanziari del nostro Paese, @CIl Sole 24 ore#C, vale a dire alla possibilità che uno dei siti di stoccaggio delle scorie derivanti dalle attività delle previste centrali nucleari italiane prossime venture potesse trovare posto sulle nostre colline, cioè sul nostro uscio di casa. “La lista c’è. E’ chiusa in cassaforte. Ma, come spesso succede, sono già noti sostanziali particolari sui siti individuati. E tra essi figurano anche le colline reggiane (…) La fascia collinare reggiana è stata individuata dalla società governativa Sogin per le sue particolari caratteristiche. I criteri di scelta si basavano sui principi di esclusione: scartate le aree di alta montagna, le zone troppo abitate, i terreni con rischio sismico rilevante, i luoghi soggetti a frane o allagamenti. Alla fine della scrematura è stata ‘disegnata’ una mappa con un centinaio di luoghi che si prestano ad accogliere l’impianto di stoccaggio. E figurano diverse località reggiane”. I tre box accoglievano i commenti della presidente della nostra Comunità montana, Sara Garofani, dell’assessore regionale all’ambiente, Sabrina Freda, e appunto del consigliere regionale Fabio Filippi. Quest’ultimo dichiarava, virgolettato: “Ognuno deve fare un sacrificio: sì alla zona di stoccaggio anche in Appennino”. E: “Potrebbe essere la zona dei gessi triassici, dove ci sono profonde gallerie. Se la scelta cadrà davvero sul nostro territorio mi occuperò personalmente della questione. Non dimentichiamo che i relativi incentivi porterebbero grandi giovamenti”.
Oggi, a distanza di una ventina di giorni, Filippi scrive codeste cose…
Poco da dire. Siamo ampiamente abituati ai continui valzer dialettici di certi personaggi della politica nazionale cui lui si sente così vicino. Abituati ma non certo rassegnati.
(cf)
P.S. – Ah, quel “bar dello spot”… Un errore di trascrizione oppure…
Domanda
Domanda a Filippi: è sicuro che quelle della base NATO di Comano fossero testate nucleari attive? Perché, per quello che ne so, la base del Monte Giogo rientrava nell’ambito del sistema di comunicazione ACE-High, una “cintura” di basi gemelle che, dalla Norvegia alla Turchia, aveva il compito di fungere da tramite tra i radar remoti ed i centri di comando militari. Questa sua vocazione “radiocomunicativa” si evince osservando i paraboloidi posizionati proprio sulla sommità del Giogo stesso… Non so quanto potesse rivelarsi vincente la scelta di sistemare testate nucleari su un bersaglio già sufficientemente sensibile (personalmente, se dovessi stoccare ordigni nucleari cercherei di non posizionarli proprio sotto apparecchiature di comunicazione milionarie…), estremamente complicato da raggiungere (posso solo immaginare un camion che trasporta ordigni nucleari sulla ripida stradina che porta alla base “Livorno” o un elicottero che li ritira dall’alto (perché mi pare palese che non vi sia lo spazio per una pista di atterraggio aerea) e dalle ridotte dimensioni. Se quello che lei asserisce dovesse trovare conferma, ci dovremmo interrogare sulla pochezza e sulla noncuranza con cui le forze militari e politiche trattano il nostro territorio e le pubbliche finanze; viceversa, se dovesse rivelarsi falso, credo ci dovremmo interrogare sulla noncuranza con cui un consigliere regionale si occupa di redigere i propri comunicati su faccende di estrema importanza per la popolazione “sparandole grosse”.
Spero in usa sua risposta e sarò felicissimo, in caso, di farmi smentire.
(Giuliano Gabrini)
Ma buongiorno!!!!!
Caro Filippi, che forse abbia imparato dal capo!!! bello su internet un video di Silvio 6 minuti di “io non l’ho detto” dove dice tutto ed il contrario di tutto!!! Per Monte Giogo, confermo che era una base Nato solo ed esclusivamente RADAR, facente parte della rete europea di copertura radar. Io personalmente da radioamatore l’ho visitata 2 volte, in quanto adesso è gestita dalla sezione Ari di Parma, la quale vi ha realizzato un progetto aperto a tutti. Io non ho visto hangar o cupole o silos, ma non mi stupisco; basta vedere quanto scritto il 24 settembre sui giornali…
Ragazzi, non vi preoccupare, siamo NOI CHE NON ABBIAMO CAPITO. PATETICO, VERGOGNOSO.
(Roberto Malvolti)
Per Ferretti
Chiedo venia se intervengo nuovamente sull’argomento, ma lo stesso mi avvince e mi coinvolge. Attualmente, come ho avuto più volte avuto la possibilità di dire su queste pagine, sono FORTEMENTE CONVINTO che il NUOVO NUCLEARE sia la soluzione alla grande fame di energia nel nostro paese. Caro sig. FERRETTI, essendo l’Italia un paese ASSOLUTAMENTE PRIVO di materia prima in quasi tutti i settori industriali e dovendo noi fornirci di materia prima al di fuori dei patrii confini, il suo discorso può valere per ogni cosa che noi acquistiamo all’estero, gas naturali compresi. Se la Russia, la Libia, la Tunisia, il Marocco e così via decidessero di formare un cartello per aumentare il prezzo del gas metano saremmo presi per il collo ugualmente. Stante a quello che dice Lei non faremmo niente in nessun campo per la paura di RICATTI ECONOMICI STRANIERI. Non credo sia questo il problema. Filippi ne dice davvero tante e spesso troppe anche a sproposito, ma su una cosa mi sento di dargli ragione: il nucleare nel nostro paese è vittima di retaggi storicamente falsati e essendo noi italiani molto “umorali ed emotivamente instabili” ci siamo fatti prendere da CERNOBYL ed ancora oggi non ne usciamo. Si domandi anche perchè siamo così poco competitivi sul mercato globale. Oltre ad avere i piedi piombati dalla burocrazia e dallo strapotere sindacale, l’industria italiana è gravata da costi energetici invalidanti rispetto ai nostri diretti concorrenti a noi confinanti. Proviamo ad aprire le nostre teste e vedere se è possibile intavolare un vero ed onesto confronto su questo importante argomento.
BUONA VITA.
(Fabio Mammi)
Nucleare sì, ma meglio di no
Non sono contrario al nucleare, nemmeno se prevedesse il deposito dele scorie a Poiano; di certo lo ritengo non necessario.
La vera risorsa credo sarà ridurre i consumi. Avevo un’auto 1800cc, sono passato a una 1600 e ora sono a 1400 a gas; la prossima spero sia una auto elettrica. Spero di fare un bell’isolamento nella mia casa per non disperdere energia, spengo le luci non necessarie, insegno ai miei figli a non consumare il cibo e l’acqua e cerco di proporre loro uno stile di vita sostenibile. Non sprecando energia credo si farebbe tranquillamente senza centrali nucleari.
(mc)
Una precisazione per il Sig. Mammi
[…] essendo l’Italia ASSOLUTAMENTE PRIVA di materia prima […] .. il sole può fornirci la stessa energia di tante inutili, inquinanti, costose centrali nucleari… il vento?! il geotermico?!
MA PERCHE’, MI CHIEDO IO, NON CI SI CONCENTRA DAVVERO SU QUALCOSA CHE NON PRODUCA POI SCORIE, CENERI, POLVERI E CO.?!
(Vera Massoli)
Alla Sig.ra Massoli
Cara sig.ra Massoli, se l’utopia fosse moneta saremmo tutti ricchi. Sono a ricordarLe, con estrema modestia, che non esiste paese SUL PIANETA che sia in grado di produrre energia, in modo indipendente per il proprio bisogno, da fonti rinnovabili (sole, acqua, vento, geotermico…) e nessuno al momento è in grado di affermare il contrario. Dati alla mano, NON E’ MATERIALMENTE POSSIBILE essere totalmente autosufficienti con questo tipo di energia. Le voglio solo dire una cosa: il fotovoltaico è marginalmente conveniente solo alle strutture pubbliche che si finanziano con soldi pubblici o solo a grandi aziende che vengono agevolate in altrettanta maniera. Per i privati i costi sono TOTALMENTE a loro carico. Le dico questo perchè io stesso ero intenzionato a installare pannelli fotovoltaici di ultima generazione e per farlo mi sono rivolto ad una azienda del nostro alto crinale (perchè i soldi vanno fatti girare dove vivi). Bene, il preventivo che mi è stato fatto, e non è il più caro che ho fatto fare in giro, risulta essere pari a € 6.000 (seimila) a kw/ora, senza considerare spese di manutenzione occasionale periodica e considerando che la durata dei pannelli varia dai 15 ai 20 anni. L’energia che produci deve essere pari e non superiore alla media dell’energia che consumi durante l’anno solare e comunque, fatti i debiti calcoli, cominci a “guadagnarci” qualcosa dopo i 12/14 anni di sfruttamento. Lei si faccia i suoi conti e vediamo se si riesce finalmente ad aprire un po’ gli occhi. Per favore, parlate con cognizione di causa, stiamo ai fatti e apriamo un serio dibattito. Io credo al fotovoltaico, molto meno all’eolico ed alle micro-dighe perchè ambedue provocano un impatto ambientale a volte DEVASTANTE (vedere campi eolici in Sardegna ed in Basilicata) con pennoni quasi tutti con pale bloccate. Fino a quando la tecnologia fotovoltaica non sarà a portata di ogni cittadino, l’unica vera soluzione alternativa E’ IL NUCLEARE di ultima generazione.
SVEGLIAMOCI dai sogni!!!!
(Fabio Mammi)
Meglio dormire…
Se non si ha competenza e informazione sulle nuove tecnologie (mini eolico “risparmio del 30/40% sulla bolletta”, termodinamico, biogas, ecc. ecc. è molto meglio rimanere addormentati… Se il governo, gli enti e le amministrazioni si dessero una mossa potremmo disporre di energie sufficienti al nostro fabbisogno. Il resto è disinformazione e mancata voglia di conoscere.
(Mattia Rontevroli)
Come sempre utopia
Il Sig. Rontevroli, come sempre, non riesce a confutare le argomentazioni economiche reali e come sempre galleggia sulle nuvole dell’utopia. E come sempre fatica e capire ciò che viene scritto. Ho ribadito e ribadisco che le energie alternative, al momento, sono troppo CARE per il comune cittadino. Ma tant’è, non è mio compito cercare di svegliare chi troppo ama sognare. BUONA VITAAAAAAAA!
(Fabio Mammi)