Il racket del materiale ferroso si affaccia con prepotenza nel reggiano! Dopo i cimiteri presi d’assalto dalle bande che vanno a caccia dell’oro rosso (rame che prelevano dalle gronde delle cappelle ndr), ci sarebbe sempre il business della compravendita di materiale ferroso anche dietro la razzia dei cartelli stradali dalla statale 63. A ritenerlo i Carabinieri della stazione di Vezzano Sul Crostolo, che, in attesa che le indagini facciano piena luce, hanno adottato i primi provvedimenti nei confronti di due operai di Reggio Emilia trovati in possesso di un discreto quantitativo di segnaletica stradale: ben 26 paletti in acciaio per segnaletica della progressiva chilometrica ed alcuni cartelli stradali (curva pericolosa, freccia direzionale, etc.).
Questa in sintesi la premessa culminata con la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia che i Carabinieri di Vezzano hanno comminato a carico di due fratelli di 20 e 19 ani, entrambi operai, residenti a Reggio Emilia a cui i militari hanno sequestrato la dotazione stradale che occultavano nel loro furgone e che verrà presto restituita all’ANAS per il successivo ripristino presso la statale 63 da dove pare la segnaletica sia stata asportata.
L’origine dei fatti nella giornata del 24 settembre scorso, quando alla Caserma di via Togliatti giungeva una telefonata che segnalava la presenza di due giovani sospetti a bordo di un furgone nelle pertinenze di un cantiere edile aperto in via Martelli di Vezzano sul Crostolo. I militari, giunti immediatamente sul posto, notavano la presenza di due giovani, poi identificati negli odierni indagati, i quali nervosamente riferivano che stavano cercando del ferro “vecchio”. Date le circostanze di tempo e di luogo, congiunte alla segnalazione arrivata poco prima in caserma che descriveva la sospetta presenza dei due nelle pertinenze del cantiere, i militari effettuavano un’attività ricognitiva sul furgone in uso ai due giovani scoprendo che all’interno vi si trovavano una trentina tra cartelli stradali e paletti in acciaio indicanti la progressiva chilometrica.
Dalla strada alla vicina caserma il passo è stato breve e le successive risultanze investigative consentivano di accertare che il materiale in disponibilità dei due giovani era stato razziato lungo la statale 63. Alla luce di quanto verificato, per i due giovani scattava la denuncia in ordine al reato di ricettazione. Le indagini ora continuano nel sospetto che il possesso dei cartelli non sia un caso del tutto isolato: dietro ci potrebbe essere il racket del materiale ferroso che ha già visto presi di mira i cimiteri (dove vengono asportate le gronde in rame delle cappelle) e le strade (dove vengono asportati i tombini in ghisa).
Un business fiorente grazie alla disponibilità di aziende compiacenti del settore che trattano poi il materiale ferroso rubato come materia prima da rimettere nel circuito del mercato.
La notizia
Il 27 settembre del 2027: i carabinieri del comando stanno svolgendo approfondite indagini, supportate dai RIS di Parma, per appurare se i CARTELLI fatiscenti ed arrugginiti abbiano potuto in qualche modo arrecare inquinamento all’ambiente. Inoltre è stato proposto un encomio a questi solerti “personaggi” che hanno asportato i cartelli prima che gli apparati radicali degli stessi attecchissero in modo definitivo all’asfalto. Visti i tempi di intervento di ANAS sulla SS 63. Mi scuso ma almeno ogni tanto permettetemi di ridere sullo stato della SS 63.
(Roberto Malvolti)