“Fiat web”: ha esclamato il vescovo della nostra diocesi Adriano nel tardo pomeriggio di ier l'altro, venerdì 17 settembre, nell’aula magna del seminario durante il tradizionale incontro degli operatori pastorali; e il rinnovato web diocesano “est” all’indirizzo www.diocesi.re.it. Mons. Caprioli ha schiacciato il tasto del pc e sullo schermo è apparsa la home page; scherzando, ha richiamato precedenti illustri: Marconi e Pio XI che inaugurarono la stazione radio vaticana; e, perché no, anche Giovanni Paolo II anch’egli impegnato con un clic a entrare nella rete.
La cerimonia è stata inserita nella riunione annuale che apre le attività pastorali della diocesi, convocata sul tema “Vigilare navigando sulle nuove rotte mediatiche”, introdotta dal vicario episcopale per la progettazione pastorale, don Giancarlo Gozzi, e da mons. Emilio Landini, vicario episcopale per le comunicazioni sociali, che ha sottolineato come le nuove tecnologie rappresentino una sfida di ampia portata anche per la Chiesa.
L’intervento di mons. Domenico Pompili, direttore nazionale dell’Ufficio della CEI per le comunicazioni sociali, ha posto in risalto la necessità del vigilare di fronte alle nuove tecnologie: occorre infatti avere “gli occhi svegli”, guardare con attenzione e capacità di comprendere che si è ormai consumato il passaggio dai media come strumenti ad ambiente in cui le persone sono immerse e da cui sono plasmati. Il relatore ha esordito proponendo una riflessione su un recentissimo spot di una nuova automobile, evidenziando come essa richiami il legame tra sogno e sono.
“La narcosi, per McLuhan, ci rende servomeccanismi dei sistemi che noi stessi abbiamo costruito e ci trasforma in “idioti tecnologici”, talmente immersi in uno stato onirico ed euforico dove la tecnologia sembra realizzare magicamente tutti i nostri sogni da non renderci conto dei rischi che questo stesso ambiente comporta, né di saperne cogliere pienamente le opportunità, cosa che riesce solo se si è ben svegli”, ha osservato mons. Pompili, che ha anche parlato di “missionari digitali”, purché veri testimoni della fede. La svolta relazionale del modo di “abitare” l’ambiente mediatizzato, in particolare quello digitale, è senz’altro una “buona notizia” dei nostri giorni, un segno di quell’umanizzazione della contemporaneità cui Benedetto XVI ci invita nella “Caritas in Veritate”.
E’ toccato a Emanuele Borghi, che assieme a don Franco Gallingani cura il sito, illustrarne le peculiarità e le modalità di accesso. L’incontro è proseguito con i lavori di gruppo sotto forma di laboratori, presentati da Agostino Menozzi, direttore dell’ufficio delle comunicazioni sociali, a cui hanno fatto seguito il dibattito e le conclusioni del vescovo ausiliare Lorenzo Ghizzoni.