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“Vorrei vedere se…

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Vorrei vedere se, per stare qui vicino, nella nostra provincia, il Comune di Guastalla, con sindaco Pdl, inaugurasse una scuola all’interno della quale trovassero posto, ovunque, segni, simboli e bandiere del suo partito. Vorrei vedere se gli uffici pubblici del Comune di Viano, amministrato da un esponente dalla Lega nord, fossero tappezzati, ugualmente, di emblemi, immagini, vessilli della sua parte politica. Vorrei vedere se all’interno della biblioteca comunale di Castelnovo ne’ Monti facesse bella mostra di sé un maxi-manifesto Pd che dà il benvenuto agli utenti… Qualcuno avrebbe qualcosa da dire? Suppongo di sì.

Bene, è ciò che avviene in questi giorni in quel lembo di terra del bresciano che corrisponde ancora una volta al territorio comunale di Adro, il cui primo cittadino, il leghista “duro e puro” Oscar Lancini, era già assurto agli onori della cronaca per il caso che, qualche mese fa, aveva suscitato polemiche circa il pagamento del servizio mensa scolastico.

In genere, in tali ambienti trovano casomai posto le insegne della Repubblica, il Tricolore, la foto del presidente della Repubblica.

Nessuno degli uffici competenti ha nulla da dire (o, meglio, da fare)? Magari qualcosa in più del timidino “non condivido” del ministro Gelmini? Le sedi di partito sono una cosa, le istituzioni sono invece ben altro: la casa di tutti; in cui tutti, indistintamente, devono potersi riconoscere. Sono ovvietà. Ma quando le ovvietà cominciano ad avere bisogno di essere sottolineate, forse sono in vista guai grossi. L’Italia sta calando le braghe?

(cf)

10 COMMENTS

  1. Ipocrisia allo stato puro
    Scuola “leghista” finanziata dai soldi di Roma ladrona e di tutti i cittadini d’Italia. Coerenza allo stato puro… Che si facciano una scuola “padana” con quel genio di Renzo Bossi come preside e Bossi Umberto professore di lingue.

    (Mattia Rontevroli)

  2. Il simbolo dei nazisti
    Ci voleva proprio anche questa uscita!! Non basta il tono delle parole che usano i simpatizzanti-attivisti di Lega nord, bisogna ora sopportare violenza psicologica inculcata ai minori. Il nostro presidente del Consiglio e soprattutto il Capo dello Stato dovrebbero e devono proibire di fare pubblicità di un partito, qualunque esso sia, di ogni appartenenza politica, di fare pubblicità in edifici pubblici occupati da minori e tantomeno spendere soldi pubblici. Perchè non far pagare la propaganda al partito in questione e togliere a loro spese le scritte poste indebitamente?

    (Eros Tamburini)

  3. O magari…
    …vedere un ospedale S. Anna in cui al centralino, negli ingressi degli studi medici, ricamati sui lenzuoli dei letti e via dicendo campeggiano i simboli della falce e martello…
    Guardate: nun ce l’abbiamo con voi (leghisti) ma con quelli vicino a voi (alleati, ma anche Stato) che nun ve buttano de sotto…
    Ma che roba.

    (Inutile indignarsi in Italia, è fatica sprecata, chi capisce davvero gli italiani racconta loro barzellette e balle zuccherose e viene applaudito e portato in trionfo)

  4. Simboli leghisti
    Qualcuno di decente c’è anche là, per fortuna. Intervistata il 18-9 una mamma che ha ritirato la figlia da quella scuola perchè non approva che la figlia debba essere “istruita” da un partito politico. Sì, e in giornata, avuta la notizia che la Gelmini AVREBBE ordinato al preside di togliere le simbologie leghiste, questo si dice amaramente sorpreso da questa richiesta; perbacco, dice lui, quello non è un simbolo politico, ma solo un’immagine solare che inneggia alle tradizioni locali! Noi siamo tutti imbecilli o ci vediamo male.

    (Graziella Salterini)

  5. Un precedente invece c’è…
    A Vetto l’emblema della Rondine (una lista civica di una giunta di ex Dc ed ex Pc) divenne il simbolo della pubblica assistenza. E lo è tutt’ora. Nessuno gridò allo scandalo. Anche la nostra Comunità montana ha per simbolo la rosa celtica, ma qui a dire del vero venne scelta in tempi non sospetti.

    (Commento firmato)

  6. Senza andare troppo lontano…
    Quanto fatto nella scuola di Adro è veramente becero. La politicizzazione della scuola è una cosa da dittatura, non da democrazie, e le istituzioni (perché il sindaco è un’istituzione) dovrebbero evitare di fare certe cose, che non sono “scivoloni” ma imbecillità vere e proprie. Ritengo doveroso per tutti fare un esame di coscienza su quanto questa modalità peraltro diffusa sia pericolosa per una libera presa di posizione in merito ad etica e politica: perché la pratica è diffusa ampiamente anche nella nostra provincia, ma tollerata forse perché meno evidente ma altrettanto invasiva. Mi ricordo quando alle elementari (Matilde di Canossa, Reggio Emilia) a noi bambini distribuirono decine di adesivi che noi ci divertimmo ad attaccare a pali, auto, semafori: questi adesivi avevano scritto “sì” e si era in periodo di campagna referendaria; sì era la netta posizione del Partito comunista italiano a quel referendum. Ricordo anche alle scuole medie (Amedeo di Savoia) un professore che, insegnandoci il giornalismo, ci leggeva ampi stralci di @CManifesto#C. Senza contare gli insegnamenti di storia impartiti alle elementari su come i partigiani comunisti avessero vinto la guerra, accresciuti da visite ai luoghi della resistenza e conseguente orrore dei bambini nei confronti dei tedeschi e degli americani, che non permettevano al presidente Pertini di stare con i vincitori della guerra. Salvo poi rendersi conto che invece la guerra è stata vinta dagli Alleati e l’Italia fu dilaniata da una guerra civile; e che i partigiani contribuirono alla vittoria ed alla Liberazione, ma che alla Resistenza contribuirono anche le forze democratiche.
    Di stampo egualmente fazioso sono stati i cortei nelle quali le maestre si sono portate con sé i bambini ovvero le partecipazioni a manifestazioni sollecitate dagli stessi professori. Tutte cose che fortunatamente nella mia classe alle superiori non mi hanno toccato, a dimostrazione del fatto che l’intelligenza, a differenza della faziosità, promuove la discussione. Quindi, senza ipocrisie, se vogliamo veramente una scuola libera, bisogna evitare sia i comportamenti di Adro sia i comportamenti nostrani sunnominati e trattarli nello stesso modo perché entrambi sono beceri sistemi di propaganda di parte. Inutile indignarsi da una parte sola!

    (Massimiliano Coloretti)


  7. Sono pienamente d’accordo col signor Coloretti e asserisco che nella nostra politicizzata Reggio, purtroppo, abbiamo tollerato, troppo a lungo, nelle varie espressioni educative, comportamenti scorretti eticamente, influenti sulla formazione dei nostri ragazzi. Cito qualche episodio: un’insegnante d’italiano del “Secchi” (l’apostrofo non è un errore), ha plagiato un buon numero di ragazzi, ostentando ogni giorno l'”Unità” sottobraccio al suo arrivo, commentando brani in classe dello stesso e manifestando apertamente le sue idee politiche durante le lezioni; un noto parroco di una parrocchia della prima periferia di Reggio, una ventina d’anni fa, ha commemorato ed esaltato la “resistenza partigiana”, apponendo una targa sulla facciata della chiesa… Io personalmente penso che un educatore che cerchi di inculcare le proprie idee politiche su un ragazzo in formazione sia una persona meschina, non degna di nota. Ricominciamo da capo e condanniamo ogni comportamento immorale che si presenti nei vari percorsi formativi, compreso quello del sindaco di Adro.

    (Lilia)

  8. Un sindaco “badano”
    Non è difficile concordare con Coloretti. Solo che c’è, nel caso di Adro, un di più. E cioè l’aperto atteggiamento di sfida agli organi statali e alle leggi da parte del sindaco Lancini. Lui, dice, “risponde solo a Bossi”. Ma non aveva giurato sulla Costituzione? E’ un pubblico ufficiale, tenuto a rispettare e far rispettare la legge italiana. Invece risponde al suo capopopolo, ad un segretario-padre padrone di partito? Come può fare spallucce anche di fronte ad un ordine del ministro della pubblica istruzione, sia pure – è da dire – molto blando nei toni e venuto dopo giorni di silenzio e atteggiamento ingiustificatamente tiepido?
    Inoltre teniamo conto che quella scuola sarà probabilmente anche sede di seggio. Ma che bello andare a votare circondati da simboli di uno dei partiti di lizza! Ciò sa molto di stato totalitario in nuce. Se chi deve non interviene, e in modo netto, pian piano si ritroverà un mostro in casa (in casa nostra, cioè, l’Italia). Dopo Adro, altri enti o sindaci “fedeli a Bossi” si sentiranno ancora più liberi nell’imitare il loro collega, con atteggiamenti come questo o di altro genere, sempre all’insegna della ribellione. Che razza di comunità statuale siamo, che rinuncia a fare valer le proprie leggi sul suo territorio? Quasi a dar ragione a chi vaneggia di “Badanie”…

    (Commento firmato)

  9. Filippi, se ci sei batti un colpo!
    Non era Filippi, il consigliere regionale di Forza Italia e del Pdl, che pubblicò, @Ctemporibus illis#C, tonnellate e tonnellate di parole contro comunisti e preti del “Cattaneo-Dall’Aglio” sostenendo che la scuola non è il luogo per far politica e scandalizzandosi che a farne le spese fossero i nostri giovani? E ora… perchè questo assordante silenzio?
    Ci dica, Filippi, ci dica.

    (Elio Peri)

  10. Per Lilia, per la precisione
    Solo per la precisione storica: don Angelo Cocconcelli, parroco di S. Pellegrino, fu uno dei protagonisti della Resistenza reggiana. La targa messa giustamente sul muro esterno della canonica non era una semplice asaltazione della Resistenza (peraltro legittima, visto il contributo che ha dato alla nostra libertà) ma era il ricordo di un fatto storico: in quella canonica nel settembre 1943 si svolse la prima riunione preparatoria della fondazione del CLN reggiano (organismo unitario di direzione politica della Resistenza). Analoga targa è stata rifiutata due anni fa dall’attuale parroco di S. Francesco, nella cui canonica si svolse la prima riunione effettiva del CLN provinciale il 28 settembre 1943. Per la precisione.

    (M. Storchi)