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Sorpresa del campione Razzoli alla maestra di sci argentina che ritrova le origini a Gazzano

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GAZZANO (Villa Minozzo, 17 settembre 2010) - Gazzano paese del presepio si veste a festa. La storia più bella è quella di Maria Florencia Tomaghelli. Lei è una bella maestra 19enne di sci argentina. Vive sei mesi nel suo paese a Mendosa e sei in Canada. A Vancouver, 27 febbraio è incaricata dal Comitato olimpico internazionale di trascrivere i risultati di una gara che passerà alla storia: quella che vede il villaminozzese Giuliano Razzoli trionfare con l’oro nello slalom, unica medaglia d'oro per l'Italia alla Olimpiade canadese.

“Sono qui in Appennino – spiega Maria Florencia - assieme ad altri 20 ragazzi di sei nazioni, per un progetto del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano. Orizzonti circolari - ambasciatori del terzo millennio vuole portarci a favorire la conoscenza del nostro territorio nelle nostre comunità di italiani all’estero. Certo non mi aspettavo di ritrovare le mie origini e di conoscere di persona Giuliano Razzoli”.

Una storia felice che richiama alla spicciolata i tg nazionali di Rai, Mediaset, assieme agli inviati di Paola Perego. Ma Gazzano si era già mobilitata. C’è la pro loco che per questa gazzanina ritrovata stappa buon lambrusco. C’è Arcero Secchi che fa la sorpresa di fare dono a Maria Florencia delle foto di famiglia, tra cui anche una di Olinto Serafino Merciadri che salpò dal porto di Genova, per sempre, nel 1906, per aprire un negozio di generi alimentari assieme ai suoi fratelli.
C’è il presepista Antonio Pigozzi che, senza saperlo, nella sua prima e rinomata scena realizzata nel 1986 rappresentò proprio la casa di Olinto Serafino. “Sono davvero stupita e incanta: è proprio quella” dichiara a Gianluigi Armaroli, inviato del Tg 5.

Ma le sorprese non sono finite perché, mentre compare il procugino Olinto Merciadri, a Gazzano, nonostante la riabilitazione in corso per il piccolo infortunio al polso, sale nientepopodimeno che Giuliano Razzoli di persona.
“Maria Florencia è mia conterranea. E’ un piacere incontrarla, considerando il fatto che era a tifare per me a Vancouver in una gara irripetibile. Ora mi aspetto consigli da lei, visto che è maestra…”
E a chi gli chiede dell’emigrazione, Razzoli risponde sicuro: “Io da Razzolo non mi muovo. Amo il mio Appennino e, anche se devo fare molti chilometri, conto di rimanervi”.

Maria Florencia ride. “Racconterò di questa esperienza al mio paese. E’ davvero tutto così incredibile: mia sorella venne lo scorso anno e me ne parlava sempre…”
“E’ il valore di emigrati che tornano e che diventano risorsa – spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano che ha curato il soggiorno e le visite di questi ragazzi provenienti da sei nazioni diverse -. Pensiamo al Parco nel mondo come insieme di componenti sentimentale e identitaria; ma anche culturale e di interscambio. E come nel caso di Florencia, quella più importante l’investimento nell’attrazione di risorse umane”.
“Perché io – spiega la sorridente ragazza argentina, diplomata in turismo – da queste parti se trovassi un lavoro verrei a vivere. Sapevo che esisteva Gazzano, ma non che avesse montagne così belle”. Respinge, arrossendo, le domande di tanti giornalisti che gli chiedono che ne pensa di Razzoli come ragazzo. Ha ancora un piccolo sogno: vedere Parma prima di partire. E’ la storia di gente di montagna. Che è partita e, a volte, torna. E all’estero sogna ancora l’Emilia tra la pianura e il crinale. E intanto Gazzano, sul vecchio oratorio, porta ancora una pietra scolpita voluta dalla famiglia Merciadri, che ora racconta di sé nel mondo.

(Gabriele Arlotti)

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  1. Non certo a scopo polemico; l’idea di fare incontrare Giuliano Razzoli con Maria Florencia, maestra di sci argentina, simpaticissima come tutti i suoi compagni di “Orizzonti circolari”, é stata di noi di Sologno e proprio al termine dei quattro splendidi giorni trascorsi da ospiti nel nostro ostello; le sue origini sono sicuramente di Gazzano ma, così tanto per buttarla lì, l’idea é stata nostra e nell’articolo con tv e quant’altro non siamo neppure citati; sempre per buttarla lì, non é corretto.

    (Lino Giorgini)