Ciao, piccola Maya. Tante persone sono intervenute, per te, per l’ultimo saluto.
Talada è un piccolo paese che si presenta ordinato e tranquillo. Una fila ininterrotta di auto annuncia il pieno di persone convenute. Tutto il borgo e tanta gente da fuori sono accorse per salutare la bimba salita troppo presto, tragicamente, al cielo. Quel cielo che ha partecipato alla cerimonia: prima il vento e poi, a più riprese, accenni di pioggerella che mai si è tramutata in pioggia che avrebbe rovinato il rito. Tanta gente infatti – la maggior parte – sostava fuori dal tempio. Silenzio tutto intorno. I leggeri strappi di acquerugiola sono così apparsi niente più e niente meno che lacrime delle Altezze. Una partecipazione in più.
Se il sacerdote alla predica ha cercato di fare forza a familiari e parenti più prossimi, straziati, ricordando che Gesù ci è sempre vicino e non ci abbandona mai, anche nelle prove più dure, le preghierine dei fedeli che sono seguite, recitate dai bimbi compagni di classe, che hanno parlato con Maya, sono stati un inno all’innocenza e uno squarcio, qui e ora, sulla vita futura che non avrà fine. Terra e Cielo in certi momenti si toccano quasi fisicamente: sono tutt’uno.
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Un angelo in cielo!
Ciao, piccola Maya!
(Anna)