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Bruno, dalla cucina della mamma a chef del mondo

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COLA (Vetto, 16 settembre 2010) - E’ stato definito dal Sole 24ore uno dei più importanti chef della prestigiosa scuola Alma di Colorno. Bruno Ruffini, classe 1979, si è sposato lo scorso anno, ha studiato diversi anni in Inghilterra e in Svizzera, dove ha perfezionato la sua predisposizione alla preparazione di dolci. A Cola di Vetto vivono tuttora la mamma Maura, il papà Roberto e la sorella Valentina, già nota alle cronache per la sua esperienza di volontaria in Albania con l’Istituto Missionario Diocesano.

Ora è la volta della sua storia. Da circa 4 anni lavora con Gualtiero Marchesi, uno degli chef italiani più rinomati al mondo, all'Alma, nella Reggia di Colorno, dove tiene periodici corsi di cucina. E l’Italia ha scelto proprio le mani di Bruno per presentare la dieta mediterranea all’Expo di Shangai, incassando il plauso nientepopodimeno che dell’eurodeputato Paolo De Castro, alla vigilia - a fine novembre – della proclamazione dell’Unesco della dieta Mediterranea come modello alimentare è un bene globale. Il tutto è avvenuto all’Expò universale di Shanghai dove è stato presentato l’Italian Pasta Festival, ovvero il prosieguo di PastaTrend, il salone bolognese internazionale che afferma il primato italiano nelle tecnologie e nella produzione della pasta. L’appuntamento si è svolto dall’11 al 14 settembre, a Shangai, dove lo staff di Pasta Traend ha proposto un workshop sulle opportunità produttive e di mercato in Cina e un convegno sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari attraverso l’adozione della dieta mediterranea. Momento di rilievo l’intervento “di uno dei più importanti chef di Alma - la Scuola internazionale di cucina di Colorno -, Bruno Ruffini”. A lui il piacere di preparare un “menù a base di pasta” agli studenti, agli accademici e agli ospiti della mensa dell’ Università di Tongj di Shanghai.

“Ho avuto il piacere di coronare anni di sacrifici – spiega a Redacon Bruno Ruffini – dimostrando come la dieta mediterranea, espressione di una tradizione secolare, è un’eccezionale strumento per nutrirsi mangiando bene. E, oggi, abbinando al mangiare anche il gusto della riscoperta della storia e dei paesaggi legati al cibo”.

Cosa è per te l’Appennino?
“Per me è la casa, ma anche la prima scuola. Dalla nonna ho appreso i primi rudimenti di una cucina che, presto, sarà definita patrimonio mondiale dell’umanità”.

A Cola ogni quanto torni?
“Ogni fine settimana per riposarmi e per gustarmi l’ottima cucina di mia mamma!”.

Perché hai deciso di fare lo chef?
“Sin da piccolo ho avuto passione per la cucina e i fornelli, ho cominciato per scherzo in casa della nonna per arrivare a diplomarmi all’Istituto alberghiero di Salsomaggiore e poi in giro per l’Europa a fare esperienza. La stessa è servita poi al ritorno in Italia, prima con un ristorante a Castelnovo (i castelnovesi e non ricordano ancora quando rilanciò una delle osterie più antiche del borgo storico, l’Osteria del Moro, ndr) e poi come insegnante presso l’Alma di Colorno”.
Quale è stata la tua chiave di volta per conquistare i cinesi?
“Semplicità e sapori della nostra terra, un connubio inscindibile da cui gli italiani non possono fare a meno, in Italia e nel mondo”.

(Gabriele Arlotti)

9 COMMENTS


  1. Caro Bruno, non ti conosco personalmente ma so che sei il nipote di Barbara, che è una mia cara amica (ho conosciuto Valentina però…) e allora mi associo ai complimenti e agli auguri per un successo meritato visto il grande impegno e la dedizione che hai dimostarto!!!!!

    (Marcella)

  2. Ciao Bruno, ti ricordo sempre con affetto e mi ha fatto piacere scoprire che in questi anni se diventato un mito, bravissimo. Un abbraccio speciale alla mia dolce Valentina (ti ricordi la stagione estiva ad Orosei al torre moresca?), abbiamo lavorato assieme, bei tempi, sai, Bruno proprio tu mi hai fatto amare la pasticceria… Un saluto a te, a Vale e alla vostra famiglia, un bacio.

    (Marianna Fois, Sardegna)

    • Firma - Mariannafois Sardegna