Home Cronaca Bismantova, perchè questo degrado?

Bismantova, perchè questo degrado?

9
10

BISMANTOVA (6 settembre 2010) - Torniamo ad occuparci a distanza di un anno del degrato in prossimità dell'eremo di Bismantova. Nonostante le molteplici promesse di impegno, di volontari e altro... dalla dipartita dei Benedettini non si è ancora trovato il modo di tornare a fornire adeguato decoro a uno dei luoghi più significativi della provincia reggiana. Ci scrive un lettore, Paolo Comastri: "Dopo molti anni sabato 4 settembre sono salito al Santuario eremo della Pietra di Bismantova. L'occasione mi è stata offerta da fatto che vi ho accompagnato alcuni amici veneti, peraltro da tempo desiderosi di conoscere da vicino questo luogo unico ed incantevole". Ma? "Con mia enorme sorpresa ho purtroppo riscontrato una situazione di abbandono e degrado davvero incomprensibile, oltre che, credo, inaccettabile. La mia domanda contiene una sola parola: 'Perchè?'.

10 COMMENTS

  1. Idee e forum sulla Pietra ora definitivamente nel Parco nazionale
    L’eremo di Bismantova soffre fisicamente (e forse anche spiritualmente) del ritiro della consolidata presenza dei Benedettini. Non c’è dubbio che deve ripartire dal mondo religioso un’idea e un’azione di rilancio di una vocazione che ha avuto e può avere ancora un ruolo fondamentale nel dare identità e attrattività a Bismantova nei decenni passati. L’eremo è poi solo una delle identità della Pietra. Il Parco nazionale si è accostato in punta di piedi al suo ruolo in area Bismantova. Ciò per 2 ragioni: a) fino alla nuova perimetrazione la collocazione della Pietra nel Parco nazionale era alquanto precaria; b) il valore della Pietra è altissimo, i suoi equilibri sono delicati, le azioni “innovative” diverse dalla manutenzione potrebbero non migliorare o forse anche involontariamente degradare l’insieme del paesaggio di Bismantova.
    Oggi, dopo il decreto del presidente della Repubblica, la prima ragione è venuta meno. Cominciamo a ragionare di un piano di “gestione” della Pietra da parte del Parco nazionale d’intesa col Comune e insieme ai diversi portatori d’interessi, tenendo conto della seconda ragione che suggerisce un’approccio dolce e prudente. Per ora abbiamo individuato 3 punti di partenza: 1) la Pietra è un insieme unitario, una montagna dolce usata e vissuta ma anche percepita come bene comune in quanto eccellenza del paesaggio; 2) la conservazione e valorizzazione della Pietra deve ruotare attorno all’equilibrio tra usi e naturalità e all’equilibrio tra i valori e gli usi storici, tradizionali e attuali (religioso, agricolo, turistico, alpinistico, storico, archeologico, letterario e culturale in genere); 3) base fondamentale di una conservazione e valorizzazione strategica è innanzitutto la conoscenza diffusa e d’insieme dei valori che si condensano attorno a Bismantova da parte di residenti e visitatori.
    Stiamo avviando seminari e incontri per confrontare e condividere idee e visioni sul da farsi. Al tempo stesso stiamo avviando, nei limiti delle risorse disponibili, azioni minimali di manutenzione (bosco e sentieri) e informazione al pubblico. Abbiamo intenzione di promuovere dei forum, saremo disponibili a partecipare a confronti da chiunque promossi. La Pietra di Bismantova è troppo importante per il nostro Appennino per affrontarne la gestione al di sotto di un livello molto aperto, serio e rigoroso della discussione pubblica.

    (Fausto Giovanelli)


  2. Quest’articolo, anche se scritto in buona fede, contribuisce a dare una pessima ed erronea immagine della Pietra e del Santuario. Il Santuario non è solo quello che le informazioni e le immagini propongono ma anche una chiesa curata e ben custodita, sempre aperta alla contemplazione e all’adorazione, un sagrato accogliente e pieno di fiori e soprattutto la costante presenza di un sacerdote disponibile ad accogliere, confessare e ascoltare. Per quanto riguarda i particolari evidenziati, so per certo che sia le istituzioni civili che quelle ecclesiastiche ne sono a conoscenza e sono già avviate tutte le complicate procedure per concretizzare i costosi lavori di manutenzione e restauro.

    (Commento firmato)


  3. Ritengo che “a dare una pessima ed erronea immagine della Pietra e del Santuario” non siano altro che coloro che, per ragioni a me sconosciute, permettano questo degrado. Altro che la mia modesta segnalazione, peraltro scaturita da un sentimento di rabbia nel constatare uno stato di abbandono inaccettabile e credo finanche irriguardoso ed irrispettoso trattandosi, in fin dei conti, di un luogo di culto nel suo complesso. Sulla “chiesa curata” non ne sarei così sicuro, cosi come sul “ben custodita” la mia esperienza dell’altro giorno lascia spazio a non poche perplessità se è vero, come è vero, che una volta entrato in chiesa per qualche minuto di raccoglimento (erano circa le 15,30), non ho visto nessun sacerdote, la porta della sagrestia era chiusa e a qualche mio colpo di tosse per segnalare la mia presenza nessuno ha dato il minimo cenno di presenza.Ringrazio per la sottolineatura sullo “scritto in buona fede”; mi duole tuttavia constatare che sia stata necessaria la chiosa… Prendo inoltre positivamente atto di quanto, seppur con un verboso politichese, espresso, e soprattutto promesso, da Fausto Giovanelli.

    (Paolo Comastri)

  4. La Pietra di nessuno
    Ho letto la segnalazione sulla Pietra a firma Paolo Comastri e mi sono detto che finalmente su @CRedacon#C avrei assistito ad uno scambio ricco ed interessante di punti di vista sullo stato generale dei luoghi. Purtroppo, nonostante le numerose visite alla notizia, in tre giorni sono arrivati solo due commenti oltre alla replica di Comastri… ma la Pietra non interessa proprio ai castelnovesi? Chiederò quindi a “commento firmato” se si ricorda di come si presentava il santuario quando era abitato non da un solo sacerdote ma dai Padri Benedettini e se è a conoscenza delle “complicate procedure per concretizzare i costosi lavori di manutenzione ecc. ecc.” già avviate ce ne metta al corrente che si possa sperare in un rapido miglioramento dei luoghi.
    Quanto all’intervento di Fausto Giovanelli mi sento di segnalare il mio punto di vista sulle due ragioni che ne caratterizzano il ragionamento: che la precaria perimetrazione del Parco abbia consigliato prudenza nell’approccio alla PIETRA è un debole paravento al disinteresse totale manifestato negli ultimi anni. Meglio sarebbe dire semplicemente che il Parco ha privilegiato altre aree della nostra montagna. Quanto ai sacrosanti delicati equilibri dell’area non possono essere chiamati a bloccare le riflessioni e un minimo di operatività a tutela di quell’insieme unitario di valori declinati da Giovanelli.
    Altro grande assente è il Comune che non interviene nemmeno sulla segnaletica del piazzale che risale perlomeno a 20 anni fa e dove si distinguono i servizi igienici sempre chiusi e comunque non fruibili dai portatori di handicap. Anche la Curia si deve interrogare sul futuro del Santuario, lasciare all’ammirevole Don Edo la responsabilità completa delle anime e dei luoghi è forse un carico che andrebbe meglio ripartito. Sono perfettamente d’accordo con Giovanelli quando propone un piano di gestione della Pietra e sollecita un tavolo aperto dove il Parco, il Comune di Castelnovo, la Provincia, la Curia e chiunque sia in grado di dare un contributo di idee e suggerimenti si confrontino nel segno della seria e rigorosa discussione pubblica.
    A Paolo Comastri un grazie per aver portato il tema della PIETRA al centro dell’attenzione.

    (Federico Tamburini)

  5. Ringraziamenti
    Desidero ringraziare il sig. Tamburini per il commento e pongo una iniziativa all’attenzione dei castelnovini. Organizziamo un gruppo di lavoro per trovarci alla Pietra per un po’ di volontariato. Io lancio l’iniziativa e sono disponibile. Spero che anche altre persone siano della mia stessa idea, non dobbiamo dormire sugli allori, se desideriamo del turismo la Pietra e il santuario sono la priorità.
    Ciao a tutti.

    (Enrico Zini)

  6. Caro Federico
    Ci sono forse anche persone, come me, che si sono stancate di scrivere su certi argomenti, ma non perchè hanno perso il gusto di farlo, ma perchè è difficile un dialogo tra sordi se poi a questo aggiungi che i DUE sono anche ciechi il gioco è fatto. Chi come me ha la vorato per la pulizia dei luoghi DANTESCHI al ripristino “a proprie” spese della staccionata della fontana, ecc. ecc., avrebbe molto da dire ma ci ho quasi rinunciato. Il motivo è semplice: tu parli, consigli e lavori, ma c’è qualcuno che ascolta? Tu menzioni il Comune, ma il comune non è un’entità astratta, siamo noi!!! E’ forse il momento che ci si rimbocchi le maniche e si OBBLIGHI chi è al timone di assecondare le richieste della GENTE. Menzioni la Pietra e le pinete!!! 20 anni di sole promesse e basta… Prova a chiedere dove sono finite le bozze della sistemazione di Casalino e delle pinete. Vedi, quanto scritto ti dimostra che ci sono ancora dei CASTELNOVINI che hanno interesse per la propria terra e disponibili a lavorare, ma dall’altra parte il cieco e il sordo non vede e non sente…!!!

    (Roberto Malvolti)


  7. Mi chiedo se è sufficiente una “carriola” o una “scopa” per definire una situazione di degrado in un luogo di culto come il Santuario della Pietra di Bismantova; e inoltre mi domando come si può così con tanta leggerezza denigrare l’operato di un sacerdote sempre presente e disponibile per tutti. Questo è irrispettoso nei confronti del ruolo altrui! Ancor più incomprensibile e inaccettabile è pensare come in qualche minuto di raccoglimento, momento dedito alla sola contemplazione del Signore, si sia trovato così ampio spazio per tali distrazioni nella ricerca della presenza o presunta assenza del sacerdote all’interno del Santuario. Ho molti dubbi sulla buona fede di questo lettore, per non parlare poi di come è facile nascondere le proprie responsabilità amministrative portando paragoni della gestione passata, fatta dai Benedettini, giudicando scarsa con poche parole quella presente gestita dal solo don Edo, “figura spirituale insostituibile”, al quale io e altri fedeli siamo riconoscenti e nel quale riponiamo grande stima.
    Per quanto riguarda invece il profilo sullo stato fisico e spirituale della Pietra di Bismantova è più complicato di quanto è stato descritto: di fatto oserei dire che GRAZIE alla vostra OPEROSITA’ lo stato attuale dell’Eremo è paragonabile a quella di una “PIETRA MORTA”, ma che nonostante tutto palpita e respira più di quanto voi non crediate.
    Vorrei concludere questa mia modesta CONSTATAZIONE invitandovi a riflettere sulle dichiarazioni rilasciate semplicemente confrontandovi con questa interessante citazione biblica: “Non giudicate per non essere giudicati; perchè con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perchè guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: ‘Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello'” (Matteo, 7,1-5).

    (Anna Protopapa)


  8. Leggendo alcune risposte/commenti sul degrado di Bismantova, rimango allibita! Ma perché si deve prendere in gioco un santuario per pubblicizzare il degrado di un luogo! Si guarda se una scopa è appoggiata alla porta… Questo significa che qualcuno tiene pulito l’ambiente… In un angolo c’è una carriola e un’altra scopa; ma non c’è erbaccia, cartacce o pattume intorno… significa che c’è ordine o che hanno appena finito di riordinare… Ddov’è il degrado!!!! Ci sono dei calcinacci e pietre di intonaco scrostate… Be! Sappiamo che le incurie del tempo non risparmiano nulla…. ma con tutti i muratori che abbiamo in zona… dico: a nessuno viene in mente che in poche ore si potrebbe riparare e riportare il tutto allo splendore iniziale? Ma se poi, proprio mentre un volonteroso operaio viene sospeso perché ci vogliono i vari permessi comunali o vari cavilli, viene da pensare che anche nel culto del luogo santo entra la burocrazia.. e la buona volontà passa in secondo piano. A colui che si prende la cura di fotografare “certi particolari” dico: ha visto solo “quei particolari”? O le piace fotografare questi per celare quelli veramente degradanti che nulla hanno a che fare con il santuario…
    Sig. Comastri! In risposta al suo commento dell’8/9/2010 anch’io dico la mia, con quelle foto e parole avete dato una pessima immagine del santuario, perché un luogo di culto non viene visitato dai curiosi o da chi vuol fare notizia a tutti i costi come lei, neppure entra in chiesa per vedere se c’è un sacerdote o no (il nostro Don Edo è un santo sacerdote… ma non ha ancora il dono della bilocazione, probabilmente era molto impegnato in altre attività umane e cristiane) e lei, caro Comastri, non era solo; di fronte a lei c’era Cristo che non ha bisogno di colpi di tosse per farsi notare. Che tristezza… come possiamo pretendere che le cose a questo mondo vadano bene…! Fino a quando ci si perde in commenti così banali viene da pensare che in questa vita si ha proprio poco da dare…!

    (Commento firmato)


  9. Sig. Comastri, io penso di essere la persona più ignorante della montagna ma proprio per questo le chiedo: perchè non ha fotografato anche la fontana (di fianco alla chiesa) dove turisti incivili hanno insozzato l’acqua e che nessuno andrà a pulire o le porcherie (bottigliette di plastica di vetro e altro) che un occhio attento vede? E se poi in chiesa non c’era nessuno non ha pensato che probabilmente il Padre fosse impegnato in qualcosa di umanitario come confessare o come essere da qualcuno a dare l’estrema unzione? Per accertarsene doveva suonare e se lui era presente sarebbe venuto; ed è sempre molto disponibile. Poi un’altra cosa. Se è vero che è entrato per un attimo di raccoglimento non era solo, C’ERA GESU’!

    (A. Balestrazzi)


  10. Trovo la Pietra di Bismantova l’unico vero luogo di preghiera e di raccoglimento spirituale. Non vedo degrado o disordine e se chi vede tutto questo si soffermasse ad ascoltare il meraviglioso silenzio e magari a pregare con don Edo ne uscirebbe con una serenità dell’anima e capirebbe che è umanamente impossibile prendersi cura degli uomini, dei fedeli e dell’ambiente SOLO con l’aiuto di Dio.

    (Nadia Belli)