CARPINETI (31 agosto 2010) - Piccoli bar di frazioni appenniniche raccolgono mensilmente migliaia di euro con poche "macchinette". Non è forse casuale il fatto che diversi casinò italiani siano in crisi. E se sono all'ordine del giorno episodi come questo, è emblematico il fatto che il gioco d'azzardo di stato sia, sempre più spesso, un problema sociale.
A Carpineti, infatti, il desiderio irrefrenabile per il gioco è stata la molla che ha “stregato” un giovane incensurato al punto di spingerlo a simulare una rapina.
Il giovane, residente nel bresciano, era ospite per qualche giorno da alcuni suoi familiari a Carpineti.
La nota diramata dai carabinieri, giustamente, parla di "infernali macchine da intrattenimento", meglio conosciute come video poker.
Tutto è successo poco dopo le 18 di ieri, lunedì, quando il 32enne, dopo aver perso ben 500 euro ai video poker, si è presentato ai carabinieri di Carpineti denunciando di essere stato rapinato da cinque giovani di cui uno armato di coltello che gli avevano asportato la somma, appunto, di 500 euro.
Una denuncia apparsa da subito credibile in quanto il giovane, come un navigato attore, riusciva ad apparire agitato per l’esperienza negativa appena vissuta che l’aveva visto in balia di cinque balordi.
Prendevano così il via gli accertamenti per ricostruire la giornata del giovane, al fine di capire se era stato seguito durante i suoi spostamenti. Ma i militari della stazione ai piedi del Castello riscontravano un’importante contraddizione. Il giovane aveva riferito di essere stato in un bar giusto il tempo di bere un caffè mentre in quel bar, come poi accertato dai militari, lo stesso è risultato essere stato circa 10 ore dalle 5 del mattino. Era stato inoltre visto mentre giocava alle slot machine. Da qui il dubbio circa la veridicità dei fatti denunciati ha attanagliato i militari che hanno messo alle strette il giovane il quale alla fine ha confessato. Si era inventato tutto: aveva infatti perso i soldi ai videopoker e per trovare una plausibile giustificazione da fornire alla consorte si era inventato la rapina. Alla luce di quanto accertato l’uomo è stato denunciato alla Procura reggiana in ordine ai reati di simulazione di reato e procurato allarme.
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