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A Tabiano di Viano scoperta una coltivazione di marijuana nascosta nel bosco

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Una ventina di piante di canapa indiana sotto il sole a picco e nascoste tra la fitta boscaglia sono state rinvenute dai Carabinieri di Scandiano in un terreno demaniale della frazione Tabiano di Viano. Una coltivazione di marijuana risultata essere amorevolmente curata e’ stata scoperta dai Carabinieri scandianesi che ora hanno avviato le indagini a carico di ignoti in ordine al reato di produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti. Ignoti contadini, quelli che i Carabinieri stanno cercando di identificare, in quanto la paziente attesa degli operanti, protrattasi per diversi giorni, non ha permesso di intercettare coloro o colui che si occupavano in prima persona della piantagione, accuratamente concimata e annaffiata come desunto anche dalla presenza di specifica attrezzatura quali piccole vanghe e fertilizzanti.

Al riguardo sono al vaglio alcune testimonianze da parte dei carabinieri che hanno indicato la zona essere ultimamente frequentata da un gruppetto di giovani, ma allo stato gli investigatori mantengono il massimo riserbo per evitare di compromettere le risultanze investigative dell’indagine avviata sotto il coordinamento della procura reggiana.

Ed è proprio partendo dalle segnalazioni di alcuni cittadini, che hanno riferito la presenza sospetta di alcune persone nella zona ricadente nel pre - Appennino reggiano, che i Carabinieri della Tenenza di Scandiano, si sono attivati. Controlli a tappeto sono stati eseguiti in una zona demaniale attorniata da una fitta boscaglia posta in località Tabiano del comune di Viano. C’e’ stato anche chi ha ipotizzato possibili messe nere, ma il sopralluogo dei Carabinieri ha rivelato i veri motivi delle sospette frequentazioni: e’ stata infatti rinvenuta una piantagione di marijuana amorevolmente coltivata e concimata con sostanze fertilizzanti organiche.

Diciotto piante di canapa indiana, aventi un’altezza tra i 40 cm e i due metri, nascoste tra la fitta boscaglia, hanno indotto gli operanti ad eseguire per diversi giorni un servizio d’osservazione con lo scopo di intercettare coloro o colui che si occupava della piantagione. Servizio che non ha prodotto i risultati auspicati giacché nonostante la prolungata attesa nessuno si e’ fatto vivo.

Da ciò la rimozione delle piante sottoposte a sequestro da parte degli operanti che ora subiranno le analisi di laboratorio necessarie per accertare il tasso di principio attivo della canapa, che ha tanti nomi, ma è sempre la medesima pianta che, se cresce sopra il 30 parallelo, ha una percentuale di Thc (tetracannabinolo) attorno allo 0.1, mentre nei climi piu’ caldi diventa psicoattiva, arrivando anche al 25. Nonostante il mancato intercettamento degli insoliti contadini gli operanti sono fiduciosi grazie alle testimonianze che potrebbero a breve portare all’identificazione dei pollici verdi reggiani. La dr.a Valentina Salvi, della procura reggiana, sta coordinando l'inchiesta.