Home Società “L’oppio dei popoli non è più la religione”

“L’oppio dei popoli non è più la religione”

196
4

L’oppio dei popoli non è più la religione in tempi come i nostri, dove Dio è il grande assente, messo da parte da persuasori, non tanto occulti, che non vogliono più avere a che fare né con il Dio della Storia, di cui parlano gli ebrei, né con quello della Rivelazione, che sembra perdere clienti ogni stagione che passa. Si nutre un certo rispetto per quello dei musulmani perché si entra in un campo pericoloso, a rischio, che non si può invadere tanto facilmente per le reazioni che può suscitare!

I nuovi profeti stanno prendendo di mira la parte più alta della religione: Dio stesso! Le sue leggi sono scomode e strette per chi ama la libertà individuale, per chi crede nel valore della forza e non riconosce altra norma che il proprio arbitrio: faccio quel che mi pare e piace! Gli stessi mezzi di ricca diffusione culturale come le tv, con tutte le loro tavole rotonde sui temi più importanti della vita, dal sesso alla politica, non tengono più conto di Dio.

La tendenza è quella di correre alla ripetizione, “alla morfinizzazione” degli spiriti, seguendo parole dei nuovi profeti del niente. La voce dei vescovi e del Papa, di laici dallo spirito nobile, sono subito spente e soffocate per cui si ricorre a fare quello che fanno gli altri, a dire quello che dicono gli altri. E gli altri sono alcuni soloni che pontificano in nome di un laicismo che non accetta contestazioni: chi lo fa è fuori tempo, fuori stagione. Pare la vittoria del più becero conformismo contro i diritti della libertà personale.

Coloro che detengono il potere della comunicazione non si rendono conto che stanno lastricando il cammino dell’umanità di vittime della loro intolleranza, del loro spirito settario. Dispiace, sia in campo etico che in quello politico, la mancanza di dialogo, l’intolleranza che nasce dall’arroganza di chi crede di essere al di sopra degli altri e non deve rendere conto a nessuno.

E’ pure diffusa una forma di rifiuto di pensare, di riflettere a fondo sui destini dell’uomo e cresce la mentalità della delega ad altri per ogni decisione. Si sogna poco, anzi, considerata la situazione economica, di precarietà del vivere, non è permesso, in particolare ai giovani, di sognare e impedire ai giovani di sciogliere le vele verso un futuro di libertà, favorisce l’agonia dei valori e alimenta il conformismo. Prima o poi si pagherà un prezzo doloroso nei loro confronti.

Come rimediare a questa situazione? Se il cielo può attendere, non così la terra: ci sono delle scelte che tocca a noi risolvere con buona volontà e amore, ritrovando la voglia di partecipazione, di fare politica, di una morale che sappia prima servire l’uomo e la società e deriva la sua forza dalla luce della verità e dal senso religioso della vita. E qui l’assenza di Dio può essere davvero pericolosa!

* * *

Correlati:
- Dialogo tra un laico e un sacerdote (18 agosto 2010)

4 COMMENTS


  1. E’ tutto fatto, o non fatto, per anestetizzare lo spirito. Ma gli anni che passano poi mettono in testa e nel cuore i dubbi del “dopo”. Si sia creduto a questo o quello per comodità fino a quel momento, i dubbi dei dubbiosi avvolgeranno anche loro. Con più foschia di chi avrà almeno tentato di cercare un piccola Luce.

    (G.S.)

  2. D’accordo, ma…
    Gentile Don Vittorio, pur non conoscendola la leggo con assiduità e spesso condivido ciò che scrive. Anche questa volta potrei sottoscrivere tutto (indipendentemente dal credere o non credere), però c’è un “MA” grande come la Pietra. Come la mettiamo con i silenzi (sarebbe forse più realistico parlare di appoggi) dei vertici della Chiesa su Silvio Berlusconi, il detentore assoluto del “potere della comunicazione” in Italia e perciò massimo propinatore di moderno “oppio dei popoli”? Nemmeno il caso Boffo è stato sufficiente per far cambiare atteggiamento alla Chiesa, mentre i distinguo e le denuncie di @CFamiglia Cristiana#C, pure encomiabili, sono nulla più che una goccia nel deserto. Credo che, più delle prediche, per riconquistare credibilità e autorevolezza la Chiesa dovrebbe rispondere a una domanda molto semplice: “Chi rappresento?”. Se sta con Berlusconi difficilmente potrà ottenere l’adesione dei milioni di italiani che di Berlusconi vogliono liberarsi al più presto. E’ una questione sia di coerenza che di convenienza. Un problema molto terreno… Un caro saluto.

    (Armido Malvolti)


  3. Domanda importantissima di Malvolti, anche io me lo sono sempre chiesto, ma dubito avrà risposta, perchè a queste domande non rispondono mai. Predicare bene e razzolare male???? Predicare male e razzolare peggio????

    (Commento firmato)


  4. Rispondo volentieri ad Armido Malvolti, anche perché so che lavora con i giovani, scrive con loro, per cui vorrei chiarire, non toccherebbe a me, quanto si dice dei silenzi dei vertici della Chiesa su chi ha il “potere della comunicazione” oggi in Italia. Prima di tutto, devo dire che sono di parte e sto male ogni volta che si giudica la Chiesa. Sono un cristiano di quelli che vorrebbero scritto sulla tomba, dopo morte, quello che mi hanno testimoniato i miei maestri: da Don Bosco a Mazzolari a La Pira ai miei salesiani di Arese e dell’Operazione Mato Grosso: “Ha amato la Chiesa”. E la Chiesa è qualcosa di più dei “vertici”, di cui lei parla: la Chiesa è il popolo di Dio, fatto di tante persone umili, di poveri e di ricchi, gente di ogni razza, uomini di pensiero e della carità, che hanno scelto di stare nella Chiesa, che non è “una casta” o “una casa di soli giusti”, ma è la grande famiglia di Dio, dove tutti possono trovarsi a proprio agio, anche “i peccatori”. Per loro è venuto Gesù Cristo.
    Sono pure convinto che le nostre fragilità e le nostre incoerenze, la nostra incapacità di vivere il Vangelo e valutare persone, fatti e avvenimenti, può allontanare dalla Chiesa gli spiriti migliori. Lo diceva già ai suoi tempi Simone Weil: “Tra chi è entrato in Chiesa e chi ne è restato fuori, il più delle volte è quest’ultimo più vicino a Dio”.
    Ma sono anche convinto che la Chiesa ha parlato e continua a parlare. Oggi appartengo alla Chiesa di Milano e so che in primo piano a favore dei poveri, di chi vive in difficoltà, contro le ingiustizie dell’egoismo imperante, ha parlato più volte il nostro Cardinale, il primo in Italia ad istituire il fondo di solidarietà per chi aveva perso il posto di lavoro. Basta poi sfogliare i documenti della Chiesa, l’ultima Enciclica dove Benedetto XVI ha proposto un modo nuovo di vivere l’economia. Non ha fatto una lista di proscrizione dei governi o dei politici ma ha dato linee di comportamento ben chiare, che indica loro (e anche a noi!) un cammino di giustizia, di solidarietà. La Chiesa insegna, partendo dal Vangelo, che Mammona (il denaro) è un padrone furbo, scaltro e che l’unico modo per vincerlo è la carità, la gratuità, la solidarietà. Mammona rende insensibili perché con il suo metro non si raggiungono le pene e le sofferenze degli uomini! La Chiesa insegna che un mondo nuovo incomincia con il servire l’uomo, rinunciando ad ingannarlo, a sfruttarlo, a dominarlo. Per uscire dalla palude, di cui si parla oggi, credo che occorra riportare dentro di noi la parola di Cristo, il Vertice della Chiesa, parola tradotta nel tempo dai nostri Santi e dai nostri Pastori. Questa parola è il criterio per valutare non solo chi ci governa, ma chi si fa portavoce delle opposizioni.
    Con viva simpatia anche per il libro scritto con i giovani, che spero di leggere quanto prima, la saluto.

    (Don Vittorio Chiari)