Riceviamo e pubblichiamo.
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E' strano, quando il tempo si fa ieri solo le date e le ricorrenze mi danno il sentore del ticchettio naturale che passa. Oggi vedo un pezzo di tempo con un grande buco, manca qualcosa quel qualcosa che io, persona forse troppo fragile non ho saputo accettare, fingendo che il traghettatore non mi avesse poi condizionato il tempo. Tu lo sapevi che non è così e quando come una foglia d'autunno stanca dell'estate ti sei staccato da noi, temo TU abbia sofferto del nostro soffrire.
Nella mia superficialità disarmante il tempo mi ha tolto quel punto immaginario che mi riportava sempre a casa. Senza parlare ma con lo sguardo mi hai detto tante volte che il dubbio è vivere o capire e nei Tuoi dubbi mi davi l'illusione di tante certezze che non ho mai avuto e mai avrò. Tra i tanti doni da Te ricevuti i più belli sono rappresentati da quelle persone che pensandole o vedendole mi danno l'illusione che sei appena dietro l'angolo in attesa dell'ennesimo scherzo a cui Ti prestavi per quel gusto della condivisione dell'allegria e della serenità, che poco ci mancava TI fossero apposte sulla carta d'identità come segni particolari. Spesso i miei comportamenti bizzarri TI mettevano in difficoltà e con chiunque mostrasse scetticismo nei miei confronti, anticipavi ogni considerazione con il fatto che ero "Tuo Amico", un termine per Te, Amico, che non è mai stato un modo di dire ma l'hai vissuto da dentro in un modo che solo chi ha un'anima vera come la Tua poteva avere.
Beh..., sono passati dieci anni da quando Ti sei addormentato perchè per me è così, come Ti ho detto sono un debole e mi aiuta il pensare che quando Ti sveglierai riprenderemo a progettare fantasticando come due bambini che credono a Babbo Natale. Ho pensato tante volte alle discussioni anche vivaci in cui alla fine fingevi di darmi ragione... sai che eri proprio un bastardo!? A volte mi viene spontaneo parlare di Te (anche se alla luce di quello che Ti ho appena detto non lo meriti...) ed in certi momenti mi rendo conto che il mio o i miei interlocutori mi fanno coraggio con una dolcezza che Tu hai saputo loro trasmettere a suo tempo, quasi a dirmi che sei in ferie o di guardia in cardiologia, poi ci si rivede e devo avere pazienza. Probabilmente hanno ragione e come Ti dicevo prima aspetto Babbo Natale...
Di solito Ti parlo e mi pare di sentire rispondere, stavolta Ti scrivo ma non pretendo la risposta... di errori ne continuo a fare tante e spesso sento come un rimbrotto un pò blasfemo che accompagnava il bonario rimprovero che mi tentavi di dare... poi, come una vecchia comare... ridendo mi chiedevi cosa era successo... A proposito, non mi hai mai detto, nel torpore del Tuo sonno, Ti chiamano Conte o Dottore? Meglio Conte Uguccione Fagiolo (una della infinita serie di nomignoli che ci scambiavamo quotidianamente), mi da l'impressione che Ti portino più rispetto con questo titolo. Su quello che succede qui tra gli "svegli" non mi sembra il caso di raccontarti in quanto lo sai benissimo, sempre che le nostre "teorie" a proposito siano esatte e non le solite cantonate che ci siamo sempre presi, non ultima l'affossamento in silenzio del torneo internazionale giovanile che avevamo sognato per tanto tempo e denominato con una punta di civetteria "Memorial Parmeggiani".
Già, portare avanti una iniziativa per i giovani e per il territorio che TU hai amato, un torneo internazionale giovanile nel nostro Appennino... Quante volte ho sognato Giacomo alzare la coppa del Torneo... Sai che penso credessimo anche alla Befana?... Una delle tante fantasie con relativa cantonata presa in fronte, mi si obbietterà da parte di qualche "notabile in voga", che è un discorso strumentale, populista e demagogico, parole vuote ora tanto in uso tra i nientologi del tutto, parole che che però non ho mai sentito uscire dalla Tua bocca in quanto vero e sincero, un Grande Uomo insomma che con i fatti, in silenzio ha cresciuto tanti ragazzi ed avviati allo Sport ed alla vita. Ero partito con un tono un po' dimesso con questa mia lettera, poi ho cercato di riprendermi, usando la frase più banale che conosco: "la vita continua", ma lo hai capito bene che ho detto una delle mie tante sciocchezze alle quali Tu avresti annuito "compatendomi" e dicendo "é un mio amico". Non ho mai capito se lo dicevi per tutelarmi o per fare capire che eravamo due mongoletti che ci volevamo bene nelle nostre debolezze e convinzioni da Cyrano... Mah... chi lo sa cosa volevano dire in tanti momenti della TUA vita quei due occhi azzurri, che parlavano in silenzio e che non dimenticherò mai di quali sforzi sovrumani fecero quella sera di un venerdì pur non di chiudersi e vedere ancora qualche immagine di questo mondo di "svegli", che impotenti ed angosciati attendevano che Tu Ti addormentassi...
Grazie a Te, la voglia di credere sempre nella gente, il desiderio di proporsi e non imporsi, la certezza che negli occhi di un bambino e di un debole possono trovarsi tante risposte... In noi... l'eco dei Tuoi silenzi parlati...
Ciao, Conte, buon riposo...
(In quanti Ti ricordano)
Che ricordo!
Ciao, Danilo, sei sempre nel mio cuore. Ci manchi adesso come allora.
Ciao.
(Eros)
Bellissima…
Non ho mai conosciuto Danilo personalmente, ma questa lettera mi ha veramente commosso, credo che sia fortunato ad avere un amico come Lei che con la sua amicizia continua a tenerlo in vita…
(Silvana Aguzzoli)
…
Ciao P. (sei tu, vero?), è la terza volta che ti leggo oggi… Sono uno di “quel” venerdì sera, nonchè l’autore della foto che hai pensato di mettere. Volevo solo ringraziarti e dirti che anch’io con la testa sono ancora là, a quella che per me è stata “l’ultima notte del novecento”… Un abbraccio, brutta testa di…
(Commento firmato)
Tante belle parole per una BELLA persona.
(Goffredo Ricci)
Ed è stato un gran regalo e privilegio averti conosciuto.
(Rina Z.)
Grazie, Pietro, le tue parole mi hanno commosso. Ciao Danilo, i tuoi vecchi infermieri ti ricordano sempre con affetto. Ricordati anche Tu di noi da lassù…
(Commento firmato)
Con affetto, io che credo ancora a Babbo Natale e alla Befana.
(Angela)
Ciao caro amico, ho saputo solo questa sera della tua salita al cielo. Puoi immaginare il mio cuore come si è comportato e ora che vivo il tuo ricordo, due lacrime mi stanno bagnando gli occhi. Abbiamo passato delle belle giornate a Busana e fatto tanti allenamenti al campo sportivo. Anche io sono ammalato di cancro, sono sempre sotto chemio e altri veleni, ma penso che non mi resti molto tempo e chissà che in un qualche campo sportivo dell’immenso cielo possiamo di nuovo incontrarci, assieme al Maurizio detto “Chiodino” e forse ci divertiremo! Ciao, Danilone, riposa in pace, io ti ricorderò sempre.
(Roberto Bucci detto Blek)