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Il Parco è “in cantiere”

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Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, scrive una nota per rispondere alle recenti polemiche sulla scarsa concretezza degli interventi del Parco. Eccola di seguito.

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Abbiamo puntato sulle idee, sulle azioni immateriali, sulle risorse umane e sulle risorse naturali. E’ quanto di più efficace nella modernità, si possa mettere in campo e tuttavia – proprio per questo – siamo accusati di poca concretezza. Strano perché oltre alle idee e le azioni “culturali” il Parco è oggi tutto un cantiere! In senso figurato? Sì! Ma anche in senso letterale e persino edilizio!

Ci sono veri e propri cantieri in corso al Rifugio Segheria (Civago) per 140.000 €; a Cecciola (nel borgo) per 150.000 €; a Cerreto Alpi (vecchio mulino) per 72.000 €; a Ligonchio (palazzina ENEL) per 300.000 € ; a Sologno (castagneti Monte Cafaggio) per 60.000 €, a Sparavalle (Porta delle due Valli) per 120.000 €; sul sentiero Italia per 300.000 €; alla Piazza di Rometta (puntoinfo e vendita) 100.000 € ; nel Borgo di Apella 200.000 €.

Stanno operando direttamente o collaborando col Parco in questi cantieri diverse imprese del territorio e qualcuna esterna: Agnesani, Moretti, Briganti di Cerreto, Coop. Nasseta, Arcaland, Coop. Ginepro, Ieco (Cervarezza), Cofap, Modo (PD) il CAI e altri soggetti. Inoltre è appena conclusa la Porta dell’Acqua e dell’Energia di Ligonchio (Reggio Children – Subeltech – Fattori – Bertoia ecc…). Stanno per aprirsi entro l’autunno cantieri a Gazzolo (porta dei Cavalieri), Passo del Cerreto (Porta del Mediterraneo e Poiano (Gessi Triassici life geositi).

E’ questo il contributo in termini concreti e immediati che il Parco sta dando all’Appennino contro la crisi, per sostenere l’occupazione e il lavoro. Inoltre queste opere non sono fini a se stesse, ma vanno ad avviare progetti di qualificazione e innovazione del turismo ambientale e della commercializzazione dei prodotti locali. Sono investimenti consistenti e diffusi proprio sulla parte più alta e più debole dell’Appennino. Questi lavori sono in corso e saranno terminati comunque. Se per il 2011 non ci saranno gli scriteriati tagli annunciati il Parco potrà “cantierare” altri progetti e altri lavori. Ecco perché i tagli al bilancio del Parco sono concretamente tagli alle risorse dell’Appennino.

9 COMMENTS


  1. Forse qualcuno non si è ancora accorto che è una fortuna avere tra di noi “comuni mortali” una persona come il presidente
    Sig. Fausto Giovanelli, al quale continua ad interessare la nostra montagna reggiana. Bisognerebbe magari lasciar da parte le invidie e supportare la sua campagna contro il taglio delle risorse, risorse che per ognuno di noi sono sicuramente importanti pensando al futuro del nostro Appennino.

    (Nedda Zambonini)

  2. Il mulino del Cerreto Alpi
    C.mo presidente, non voglio certamente entrare in polemica e non voglio nemmeno in questo mio intervento entrare in merito a tutte le singole voci di spesa da Lei citate, ma è doveroso soffermarmi su un intervento in particolare, nel nostro Comune, quello di Collagna, il mulino del Cerreto Alpi. La struttura della frazione era già a suo tempo stata oggetto di nostre particolari attenzioni, in Comune a Collagna, da chi allora sedeva in Consiglio comunale, in merito all’ultima ristrutturazione ad opera dell’allora Parco del Gigante, se non mi ricordo male. Mi pare di ricordare anche alcune polemiche in merito alle macine originali in sasso che subito dopo la ristrutturazione non erano presenti al mulino. In merito vorrei altresì ricordare che il mulino in questione è patrimonio storico-culturale del nostro Comune e quindi una sua ristrutturazione non può che far piacere, ma mi duole ricordare che a seguito delle ultime ristrutturazioni la struttura a mio avviso mostrava ancora diverse problematiche, fra le quali infiltrazioni di acqua al suo interno, dovute a mio avviso ad una non corretta verifica dei lavori effettuati oppure ad un progetto di ristrutturazione superficiale. La situazione è poi con il tempo e la mancata ordinaria manutenzione degenerata e divenuta di palese disinteressamento fino allo stato in cui versa ad oggi la struttura in oggetto; è visibile a tutti su Youtube lo stato attuale, quindi si evince una sorta di menefreghismo nei riguardi della struttura da parte di chi era a conoscenza dello stato attuale della struttura oggetto anche di un mio intervento in Comune a Collagna.
    Pertanto, ribadendo l’importanza storica-culturale della struttura, resto in attesa di capire cosa si vuole fare della stessa annunciando una richiesta di documentazione, vista l’ingente somma destinata per la sua ristrutturazione, il conseguente iter di costruzione e la futura gestione.
    Cordiali saluti.

    (Marino Rivoli, capogruppo “Per la libertà”)

  3. Regolamento del Parco
    Apprezzo le varie opere che il Parco sta permettendo di realizzare ma vorrei cogliere l’occasione per chiedere al presidente Giovanelli se è vero che il Parco non è ancora dotato di un proprio regolamento (sembra che esista una bozza non ancora approvata). Un Parco nazionale non dotato di un regolamento mi sembra una grave anomalia, soprattutto considerando i vari comportamenti scorretti che verifico anche all’interno del perimetro del Parco stesso, come ad esempio fuochi accesi anche nel bosco in aree non attrezzate, tende dislocate anche in zone in cui sarebbe vietato e soprattutto nelle zona del Lagastrello-Succiso numerosi cercatori di funghi provenienti dalla Toscana senza il relativo permesso valido nel territorio reggiano. Tutto questo senza aver mai visto alcuna vigilanza nel territorio (d’altra parte chi può vigilare, senza un regolamento, se non forse la Forestale anche se non l’ho mai vista in giro…).
    Ringrazio il presidente Giovanelli se vorrà rispondermi.

    (Commento firmato)


  4. Prendo spunto da questo intervento specifico per interloquire col presidente del Parco nazionale e con quanti volessero farlo sul ruolo del Parco. Vorrei farlo non polemicamente, ma per un confronto di opinioni diverse. Infatti pur riconoscendo il valore di idee di per sè valide, mi chiedo se rispondano all’esigenza di cambiare la tendenza declinante dei comuni del crinale in atto da anni. Mi rispondo no!
    E cerco di motivare brevemente questo no.
    Quando del passaggio dal Parco regionale del Gigante si discuteva nelle forze politiche e nelle pubbliche assemblee, si confrontavano idee diverse su come impostare nel nostro territorio un Parco nazionale, e si trovò un’ampia adesione sulla sintesi che questo parco non sarebbe stato il 23° Parco nazionale, bensì il 1° di una nuova generazione di parchi (anche in forza dell’evolversi della legislazione in merito). Un parco che non diventasse un ulteriore ente pubblico. Un parco con una “sede unica”, capace sia di tendere ad unificare sui progetti due versanti regionali che per non gravare con spese improduttive sul bilancio. Doveva viceversa operare quale “agenzia di sviluppo” con una propria struttura molto snella ed operando attraverso aziende, cooperative e professionisti locali sul territorio. Quali tesi stiano prevalendo credo sia sotto gli occhi di tutti, con una pluralità di sedi e con una struttura ampia e di carattere intellettuale e impiegatizio che ne fa appunto un ulteriore ente pubblico i cui fondi basteranno a malapena a finanziare se stesso e le spese correnti. Che i fondi per i parchi siano scarsi, ancor più se vengono dimezzati, è pur vero, ma ciò non toglie che un uso più “produttivo”, con una programmazione pluriennale di interventi sul territorio del Parco sarebbe possibile e darebbe lavoro non episodico ma permanente alle imprese private del settore ed ai professionisti locali.

    (Claudio Bucci)

  5. Discutiamo pure
    Ringraziando per lattenzione e il tono di seria interlocuzione da proseguire, brevemente informo che il mulino di Cerreto Alpi resterà testimonianza culturale ma sarà anche struttura recettiva più vissuta e visitata che come semplice museo. Il regolamento è in preparazione nel necessario raccordo col piano del Parco in tempi che non dipendono tanto dall’ente quanto da regione e ministero. Sono comunque più rapidi di quelli degli altri parchi. E nel frattempo vigono le buone regole già previste dalla legge istitutiva. Il confronto è aperto ma serve approfondimento e anche un po’ di tempo. Il Parco fa lavorare un po’ le imprese e i professionisti che ci sono già, ma non può rinunciare a una progettualità innovativa. I modelli tradizionali che non hanno saputo finora sollevare l’Appennino devono essere innovati. Non è realismo insistere su modelli che alla prova dei fatti si sono rivelati perdenti. Il nostro Parco ha una spesa corrente più bassa di tutti gli altri. Possiamo discutere quale innovazione ma non di limitarsi a finanziare quel che c’è. Le leggi 394 e 344 reggono la missione e la struttura del Parco. Le applichiamo in modo innovativo ma non possiamo ignorarle. La discussione comunque è bene continui in tutte le sedi. Grazie.

    (F. Giovanelli)


  6. Mi rivolgo alla persona che non ha firmato il suo commento e tengo a precisare che la frase “noi comuni mortali” è riferita al fatto che il presidente Fausto Giovanelli è riuscito finora ad ottenere risorse che sono servite, e speriamo serviranno, a
    migliorare il nostro Appennino. Se lei è così convinto che senza il suo intervento il nostro Appennino sarebbe stato migliore direi allora che lei non è un montanaro “purosangue”… Oppure è un montanaro che ha piacere si verifichi un degrado dei propri posti indietreggiando anche nella cultura perchè si sa che indietreggiando non si può ottenere alcun miglioramento, non le pare?

    (Nedda Zambonini)

  7. Fare e rifare
    Prima si demolisce “l’ecomostro” poi si realizza una specie di area di sosta con vialetto di “atterraggio” dotato di lampione senza luce, pratino con erba incolta e mai tagliata, recinzione in legno… Poi si demoliscono il pratino, la “pista di atterraggio”, la staccionata e non so se anche il lampione senza luce. Da qui in avanti ecco che arriva il nuovo progetto, speriamo sia in sintonia con la “bellissima fontana” in corso di costruzione a poche centinaia di metri. Prima di costruire le porte, bisognerebbe costruire il parco, diversamente si vende fumo. Ma la crisi dov’è? Cosa vendiamo: fumo? Invito chi fosse interessato a recarsi al centro visita-bottega del Parco regionale di San Rossore-Migliarino-Massaciuccoli, dove sono in vendita anche i prodotti del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano: lo scaffale è pieno di marmellate, farine, granaglie, miele, liquori ecc… TUTTI PRODOTTI DELLA GARFAGNANA E TOSCANA. E i nostri? Dove sono? Perchè non c’è nulla?

    (Fabio Leoncelli)