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“Rinnovare gli impianti sportivi dell’Appennino”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Il successo olimpico di Giuliano Razzoli, il campione di Villa Minozzo, ha catalizzato l’attenzione dei media e di tanti semplici cittadini verso il nostro Appennino e verso gli sport invernali. L’unico a non essersene accorto sembra essere il presidente della Regione Emilia-Romagna: comunico ad Errani che nell’Appennino reggiano c’è un campione olimpico, un grande uomo che tiene alta la bandiera della nostra regione.

L’Emilia-Romagna ha ottenuto particolare lustro dai risultati di Razzoli. E’ un momento meraviglioso per le nostre terre, sfruttiamolo a dovere. Rivediamo la politica del turismo in regione, ripartiamo i fondi regionali in modo serio. Rivolgiamo maggiore attenzione all’Appennino, un territorio il cui sviluppo turistico è bloccato da anni. Pensiamo a nuovi progetti, “risvegliamo” un settore, quello degli sport invernali, ormai dormiente.

L’Emilia-Romagna è la regione di due grandi campioni dello sci: Giuliano Razzoli e Alberto Tomba. Razzoli dalle piste di Febbio e Tomba dalle piste di Sestola sono riusciti ad arrivare ai vertici dello sci mondiale. Negli ultimi anni le stazioni sciistiche non sono state potenziate e valorizzate: impianti vecchi da rinnovare. A Febbio diventa addirittura complicato reperire i fondi per la manutenzione ordinaria. In tanti arriveranno a Febbio per sciare nelle piste di allenamento del campione olimpico. Non dobbiamo trovarci impreparati.

In queste settimane in Regione è in discussione l’assestamento di bilancio, la giunta dedichi un capitolo al settore del turismo appennininico e alla promozione degli sport invernali. La Regione Emilia-Romagna non deve ripetere gli errori che ha commesso con Tomba; le vittorie di Razzoli devono essere “sfruttate” a dovere, le nostre istituzioni devono dimostrare di essere all’altezza, approfittare dei successi del nostro campione per promuovere gli sport invernali e il nostro territorio di montagna. Facciamo conoscere Reggio e il nostro Appennino al resto dell’Italia.

(Fabio Filippi)

7 COMMENTS

  1. Non solo Cerreto e Febbio
    Leggo con piacere l’invito di Filippi, ma vorrei che qualcuno si ricordasse delle piccole stazioni scistiche che potrebbero sopravvivere senza investimenti milionari e con beneficio (in termini ambientali e turistici) del “sistema” Appennino: mi riferisco a Civago (tra l’altro in passato luogo di frequenti allenamenti di Giuliano Razzoli), Ospitaletto e Ventasso. Per essere più espliciti: con gli importi necessari ad “aprire” una stagione in stazioni come il Cerreto e Febbio si potrebbe garantire il buon funzionamento di una piccola stazione per diverse stagioni… Il discorso potrebbe essere lungo ed articolato e sarebbe interessante cominciare ad affrontarlo in modo serio, forse anche con qualche rappresentante del Parco o degli enti territoriali sensibili al tema (prima che “svanisca” l’entusiamo per l’impresa di Razzoli).

    (Luigi Monti)

  2. Legge sulla montagna…
    Al di là di tante disquisizioni politico-sportive ed altro, la domanda da farsi e da fare al sig. presidente dell’Assise regionale è: MA LA TANTO SBANDIERATA LEGGE REGIONALE SULLA MONTAGNA DI QUALCHE ANNO FA, che avrebbe dovuto destinare parte, certo non rilevante ma comunque significativa delle risorse del bilancio regionale alla montagna, che fine ha fatto?
    E’ mai stata finanziata o riempita di contenuti? Come un famoso giornalista “notturno”, mi faccio la domanda e mi do la risposta: NO.
    Saluti.

    (MB)


  3. Sig. Filippi, leggo con molta simpatia la sua ennesima. Il governo ha appena tagliato fondi alle regioni e lei, rappresentante di questo governo, chiede alla Regione di stanziare fondi? Comunichi a Berlusconi che in montagna crescono campioni olimpici (unico oro italiano delle recenti olimpiadi). Non è chiudendo le comunità montane o alzando la quota per essere territorio montano o costringendo i ragazzi a fare chilometri per andare a scuola che si dà un miglior futuro alla montagna. Inoltre, sig. Filippi, anzichè organizzare un banchetto “berlusconiano” quando viene a trovarla Alfano, lo porti a Febbio a inaugurare una pista da lei finanziata con i soldi che la Regione le riconosce: così facciamo conoscere il nostro Appennino al resto d’Italia!

    (mc)

  4. Guelfi e ghibellini
    Dagli interventi sui diversi siti web reggiani emerge un dato certo. Il tempo da noi si è fermato ai tempi di Dante. Ogni volta che un politico fa un intervento si scatena la reazione: se è di destra parte la sinistra, se è di sinistra tocca alla destra. Non so se quel che propone Filippi sia realizzabile. Però vorrei sottoporre a tutti un piccolo esempio. A Modena e a Parma, quando un problema riguarda l’interesse generale, si arriva sempre ad un accordo, magari mediato tra le parti. Da noi accade l’esatto contrario. Se Filippi – o qualcun altro di destra – evidenzia un problema scattano le solite frasi trite da sinistra. Se lo fa Giovanelli – o qualcun altro di sinistra – si scatenano i destrorsi. E intanto la nostra montagna non vede mai risolvere i suoi problemi. Noi reggiani siamo per storia e tradizione molto individualisti. Non sempre però questo è positivo. Non è forse il caso di cambiare atteggiamento, pur mantenendo le nostre idee politiche? E valutare, serenamente, di volta in volta, se e cosa è giusta, al di là di chi la propone?

    (G.C.)

  5. Al turista d’Appennino
    …non interessa destra, sinistra o centro, disfide paesane o invidie personali: si torna volentieri a “spender” soldi in una o più località turistiche invernali se ci sono buoni impianti, soggetti a progetti di miglioramento nella fruibilità e nei collegamenti, piste ben tenute, capacità ricettiva e parallelamente di svago.
    Poi ci si può innamorare di una località turistica e, come ogni innamorato cieco, si torna e/o magari si acquista una seconda casa nonostante tutto. L’Appennino reggiano è bellissimo, si parli di Cerreto o di Febbio, Ventasso o Ospitaletto, Civago o Pratizzano: tutte dovrebbero poter essere “collegate” in una strategia unica di valorizzazione per la sciabilità in Appennino.
    Io ho casa a Cerreto ma giro volentieri un po’ tutte le stazioni; chiaro, ci sono condizioni diverse legate ai bacini di utenza, alle altezze e alla permanenza della neve sulle piste, ma tutte le stazioni reggiane dovrebbero poter tornare ad essere valorizzate maggiormente anche e soprattutto a seguito della consacrazione di un oro olimpico come Razzoli nato e cresciuto in queste montagne.
    Al di là dei problemi politici e economici, riscontro però spesso un sentimento antagonista tra gli operatori delle stazioni sopracitate: se per esempio, come ho riscontrato a Ventasso o a Febbio, si parla “male” del Cerreto e/o viceversa, come si possono creare sinergie tese a valorizzare tutte le stazioni reggiane?
    Secondo me ci sono responsabilità politiche e amministrative su questi aspetti, ma anche buona parte delle persone che operano in loco devono superare la visione singola della propria realtà locale fino a chi vede solo il singolo interesse personale, sviluppando viceversa una diversa visione d’insieme e di comparto.
    Buon lavoro a tutti: destra, sinistra o centro.
    FORZA RAZZO APPENNINO REGGIANO!
    Saluti.

    (Miriano Monnanni)