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Crisi e lavoro / “Non solo sopravvivere”

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Pierluigi Saccardi, vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, ha portato un po’ di dati sulla situazione del lavoro nel reggiano, da cui si evince una volta di più la pesantezza di un momento, quello attuale, segnato da una crisi “da cui – come ha detto poi Sara Garofani, sindaco di Vetto e presidente della Comunità montana – si farà fatica ad uscire nel senso di ritorno ai livelli precedenti; occorrerà tempo”. Simone Montermini, sindaco di Castelnovo Sotto, spiegando le origini finanziarie (e le successive ripercussioni sull’economia, sul sociale e infine sulle casse pubbliche… ed è storia di questi giorni…) della difficile fase che stiamo vivendo (che si innesta su una situazione di bassissima crescita del nostro Paese che va avanti da anni), ha affermato: “Stiamo ancora ‘resistendo’”. Non manca, in questa “scia di dolore”, sottolinea sempre Montermini, anche una crisi delle famiglie, che magari rimane sottotraccia, ma non per questo è meno reale.

“La nostra montagna deve sforzarsi di valorizzare le proprie peculiarità, avere un occhio per il terziario, per il turismo”, lo si sente ripete ancora una volta. Così come che “bisogna fare di tutto per tenerci i nostri giovani: sono il nostro futuro”. Qui il problema della tenuta dello stesso tessuto demografico. La crisi è più generale, insomma, e investe e interroga in pieno la classe politica sulle decisioni da prendere, su come guidare la barca, visto che, ora più di prima, le risorse disponibili vanno utilizzate nel modo più oculato che si può.

Qualche “temerario” vuole investire? “Serve semplificare le normative per chi fa impresa, anche se noto nei giovani poca propensione in questo senso”, sono parole ancora della Garofani. Che aggiunge: “Spesso si fa molta fatica ad ottenere soldi dalle banche”.

Montermini: “Va bene tamponare, è necessario aiutare chi si trova in acuta difficoltà, ma non si può prescindere anche dal dare una prospettiva, aspetto che manca ad esempio nell’attuale manovra del governo. In questo senso penso all’importanza della scuola, della formazione, dell’educazione”. “Il Pd – soggiunge il primo cittadino della bassa – deve fare scelte riformiste”.

Di questi argomenti si è parlato l'altra sera, al Centro sociale di Castelnovo ne' Monti, in un incontro pubblico promosso dal Pd locale. Ha moderato il segretario del circolo castelnovese, Simone Ruffini.

3 COMMENTS

  1. Il problema è sociale
    Da anni siamo di fronte a un impoverimento professionale degenerante, il tessuto lavorativo è sempre meno efficiente e intraprendente. La scuola e la formazione professionale sono insufficienti e inadeguate. Un paradosso sociale se pensiamo che il benessere ha allentato la morsa che un tempo dava grinta, energia e spirito di sacrificio, “la fame”. Al momento vedo organico in cassa integrazione o mobilità che rifiuta un mestiere (sicuro, trascorsi i termini di prova) perché vuole fare vacanze o sta facendo lavori stagionali che sa benissimo essere temporanei. Ci siamo abituati a vivere alla giornata e a non pensare al futuro, anche a quel poco che ci viene offerto.
    Se il progresso ha portato a questo, era meglio avere un po’ meno e sudarselo di più.

    (Francesco Casoli)

  2. Competitività e @Cgreen economy#C
    L’Appennino non deve guardare al futuro come la periferia dei distretti industriali e delle città. Ha risorse naturali abbondanti (acqua, sole, vento, biomassa, territorio) che possono essere messe in valore. Meglio se con imprese, investimenti e operatori locali privati e pubblici. Ha potenzialità non sfruttate nei nuovi turismi dell’ambiente del benessere degli sport e @Chobbies outdoor#C dell’enogastronomia delle stagioni. Ha produzioni agroalimentari di qualità legate al territorio. Ha @Cbrand#C di valore come Parco nazionale, Canossa, Parmigiano-Reggiano. Ha distretti turistici attrattivi e il mare nel raggio di un ora e mezzo. Ha risparmi e depositi consistenti nelle filiali locali delle banche… Non può aspettarsi che cada la manna da un cielo che è sempre più grigio. Non può pensare che siano altri dall’alto a risolvere i problemi. La @Cgreen economy#C è un’opportunità. La competitività è un orizzonte necessario. Propensione all’innovazione e al rischio. Valorizzazione delle eccellenze e delle risorse umane locali e attrazione di altre da fuori. Multifunzionalità delle imprese agricole. Strategie d’area vasta (parchi di mare e d’Appennino) per una nuova offerta turistica. Concentrazione delle risorse pubbliche sulle iniziative più dinamiche senza separazioni settoriali tra agricoltura, cultura, turismo, ambiente, ecc. Creare lavoro stabile è possibile anche se non è facile. Ciò che non è realistico e non è possibile è ripristinare attività, convenienze, lavori e imprese cercando solo di conservare quel che c’è o – peggio – sognando l’Appennino di molti anni fa. Risorse umane, @Cgreen economy#C e competitività forse sono le parole chiave per creare lavoro per i nostri giovani in Appennino. Sarebbe utile un forum permanente tra imprese, professioni, enti pubblici. Meno polemiche, lamentele e recriminazioni e più ricerca aperta e collaborativa di progetti e iniziative!!! È finito il tempo in cui altri territori potevano farsi carico della montagna. Dobbiamo guardarci in faccia e fare la nostra corsa con la maggiore coesione possibile.

    (Fausto Giovanelli)

  3. Abbiamo tutto comunque
    Concordo con l’opinione di Francesco Casoli, non c’è l’incentivo a migliorare se stessi nè a porsi e a tentare (almeno) di raggiungere un obiettivo che valorizzi la propria vita. Sforzarsi? Perchè? Tanto tutti avranno comunque lo zaino all’ultima moda o le sneakers di grido, la ricarica del cellulare e la pizza garantita. Il desiderio è assente, sostituito da una gratificazione immediata quanto indispensabile. Non molto tempo c’era la ricerca di elevare la propria condizione perchè i figli avessero una vita migliore dei genitori. Ora hanno tutto, in tutte le taglie e in tutti i colori. Genitori e figli. Checchè ne dicano sulla crisi perchè pur di non avvertire il “disagio” di essere diversi le famiglie si indebitano.

    (Celeste Grisendi)