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Anche Tarcisio Zobbi ricorda Romolo Fioroni

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Con Romolo Fioroni scompare, come ricordato anche dalle cronache locali, un componente della Resistenza cattolica, un colto intellettuale impegnato nella riscoperta delle tradizioni popolari della montagna, un pubblicista autore e interprete dei “Maggi” cui aveva dedicato anni di ricerche e di studio.

Romolo Fioroni non è stato però solo questo. Per oltre quarant’anni ha esercitato un ruolo importante e attivo nella politica reggiana come esponente della Democrazia cristiana, ricoprendo responsabilità politiche e amministrative di assoluto rilievo.

Oggi, nell’oblio in cui ci si ostina a voler relegare gli anni più fecondi della rinascita italiana dopo la seconda guerra mondiale, si tende a ignorare l’impegno che persone come Romolo Fioroni hanno dedicato alla politica. E’ un modo anche questo di mancare di rispetto alla verità storica quasi che, cancellando il passato, si possa in qualche modo rivalutare il presente.

Romolo Fioroni veniva da un’agiata famiglia cattolica di montagna sostenuta da forti idealità sociali e patriottiche. Il padre, ufficiale di complemento, era partito volontario nella seconda guerra mondiale e aveva presto eroicamente perso la vita nel corso di un contrasto con il nemico in terra di Grecia.

Era il 1942 e a Costabona restava la vedova con 5 figli. Romolo continuava gli studi e s’impegnava nella Resistenza aderendo alle “Fiamme Verdi” (la formazione cattolica). A guerra finita si dedicò all’insegnamento e fu attratto subito dalla politica che, in quegli anni, era caratterizzata spesso da contrasti anche violenti.

La Sua tessera della Democrazia cristiana è datata 1945. Era un moderato e, proprio per questo e non “nonostante”, univa la forte sensibilità sociale a quell’equilibrio che gli impose, per amore di verità, di condannare esplicitamente gli eccessi che anche dalla parte della Resistenza si erano purtroppo manifestati in talune circostanze.

Era cresciuto all’ombra di uomini come Pasquale Marconi e aveva respirato l’ansia di libertà e democrazia a pieni polmoni. Successivamente sono venuti gli anni dell’impegno amministrativo: la presenza in Consiglio provinciale, la candidatura alle elezioni regionali nel 1970, la partecipazione al Consiglio d’amministrazione della Cassa di Risparmio e la presidenza del Consorzio di bonifica Tresinaro-Secchia che, a quel tempo, non era assolutamente considerato un ente inutile! Infatti fu proprio da questa posizione che Fioroni, proseguendo il lavoro dell’onorevole Marconi che lo aveva preceduto, poté continuare nella realizzazione di opere pubbliche importanti per la difesa del territorio e per lo sviluppo dell’economia montana.

A tutto ciò Fioroni si dedicò con scrupolo, competenza, passione e con assoluto spirito di servizio. Più tardi, quando la Dc era ormai scomparsa, la sua innata disponibilità verso i più deboli e la sua fedeltà ai valori e agli ideali cristiani lo portarono ad accettare l’invito del vescovo di Reggio a farsi carico della Caritas diocesana con risultati molto apprezzati.

Si è trattato, dunque, di una personalità complessa e poliedrica, una delle più rilevanti e impegnate espresse dalla montagna reggiana nel dopoguerra.

(Tarcisio Zobbi)

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