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Fuoriuscita di percolato dalla discarica di Poiatica

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Enìa comunica che nella serata di ieri, domenica 27 giugno, una produzione anomala di percolato ha provocato una fuoriuscita inspiegabile dalle vasche di raccolta poste all’interno dell’impianto di Poiatica, sulla quale stanno procedendo accertamenti da parte dell’azienda. Le vasche, dai controlli effettuati la scorsa settimana, risultavano, infatti, ampiamente disponibili a ricevere la produzione di percolato.

I tecnici, allertati poco prima delle ore 20, sono arrivati in discarica alle ore 20,15 e hanno provveduto a fare fronte all’accaduto con le modalità previste. Lo sversamento è cessato intorno alle ore 21. La fuoriuscita è stata notata anche dalle Guardie ecologiche volontarie di Legambiente che stavano svolgendo un sopralluogo. Il rapido intervento dei tecnici Enìa, dei tecnici ARPA e la sollecita segnalazione da parte di Legambiente hanno permesso di circoscrivere il problema e di ridurre l’impatto negativo sull’ambiente acquatico.

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La stessa notizia come riportata dalla nota stampa di Legambiente

"Nella giornata di ieri - dichiara il dott. Massimo Becchi presidente delle Guardie ecologiche volontarie di Legambiente - durante un sopralluogo presso il Secchia a Carpineti è stato scoperto uno scarico di colore nerastro che arrivava direttamene nel Secchia. Dopo aver seguito il piccolo rivolo ci si è trovati presso la discarica Enìa di Poiatica, situata a poche centinaia di metri dal fiume. Dalla colorazione e odore non aveva nulla a che fare con un normale scolo di acque meteoriche e per questo è stata allertata Arpa. Nel tardo pomeriggio, a seguito dei prelievi di Arpa, che ringraziamo per il pronto intervento, e dei tecnici della discarica, si è constatato che sono tracimate le vasche del percolato della discarica, che quindi finiva direttamente nel fiume. Questo materiale è quanto proviene dai rifiuti ammassati nella discarica, per effetto della fermentazione e delle piogge che si infiltrano nella massa di rifiuti. Contiene materiale organico e metalli di ogni tipo dovuti ai processi di decomposizione dei rifiuti in assenza di ossigeno. Proprio per questo motivo e per la sua pericolosità viene prelevato dalle vasche e portato nel depuratore di Mancasale per essere depurato diluendolo nella massa di liquami della città. Quello che sorprende - conclude Becchi - è che non ci sia un sistema di allarme in caso di troppo pieno delle vasche, viste anche le piogge di questi ultimi mesi, e che solo per caso sia stato scoperto lo scarico considerato che la zona è molto impervia e priva di abitazioni. La pericolosità dello sversamento è anche legata alla fruizione del fiume, visto che poche centinaia di metri a valle erano presenti molti turisti che fecevano il bagno, ignari di quanto arrrivava nel fiume".

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