Dopo il litigio con la convivente ha fatto una breve telefonata al padre per preannunciare i suoi intenti suicidi. L’allarme giunto ieri pomeriggio alla centrale operativa dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia è stato subito girato ad un equipaggio del nucleo radiomobile della compagnia della città. Dopo circa due ore ore di “trattative” telefoniche, i militari del radiomobile riuscivano a far desistere l’aspirante suicida, che in un bosco della provincia di Parma stava mettendo in atto i suoi propositi. L’uomo veniva quindi convinto a mettersi ala guida della macchina per andare via. Successivamente gli stessi militari riuscivano a rintracciarlo nel centro di Ciano d’Enza, dove veniva affidato alle cure mediche dei sanitari inviati sul posto dal 118.
Questi in sintesi i fatti che hanno avuto origine nel primo pomeriggio di ieri, domenica 27 giugno, quando l’operatore di turno in servizio presso la centrale operativa reggiana riceveva una telefonata da parte del padre dell’aspirante suicida. L’uomo riferiva che il figlio, dopo un litigio con la convivente, era uscito di casa comunicandogli i suoi intenti. Il padre da Parma si precipitava presso l’abitazione del figlio, a Sant’Ilario d’Enza, appurandone di fatto l’assenza; e così veniva subito raggiunto da un equipaggio del nucleo radiomobile. Iniziavano subito le ricerche, con i militari che provavano più volte a contattare l’uomo sul proprio telefonino. Dopo avere finalmente avuto risposta, i militari, nel frangente improvvisatisi psicologi, parlavano con l’uomo, un 43enne parmigiano, dal quale, tra l’altro, apprendevano che si trovava in un bosco tra Neviano degli Arduini e Bazzano. Una lunga telefonata, quella coi militari, che riuscivano infine a far desistere l’uomo dai suoi intenti e farlo salire in macchina.
In stato confusionale, questi si metteva alla guida senza fornire alcuna indicazione (non sapendo nemmeno lui dove si trovava), mentre i militari, sempre al telefono, cercavano di ottenere un minimo indizio per localizzare l’uomo. Il nome di un ristorante conduceva i militari a Ciano d’Enza, dove veniva rintracciato e fermato. L’uomo presentava tagli ai polsi e segni al collo da corda, a conferma di quanto stava attuando a causa dello stato drammatico in cui versava. Rincuorato dai militari, veniva affidato alle cure dei competenti sanitari che lo giudicavano guaribile con una prognosi di 10 giorni per le lesioni ricondotte appunto ad autolesionismo.