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La condizione dell’anziano

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Mesi fa scrivevo che il futuro era più problematico per i giovani che per gli anziani, che avevano la pensione e una certa sicurezza economica, una casa. Ero forse troppo ottimista, perché le statistiche che vengono riversate sui giornali mi fanno pensare ad una emergenza anziani più tribolata di quella dei giovani. Si parla di pensioni sotto i mille euro, sotto i cinquecento euro, per cui, senza un intervento dei servizi sociali del comune o della regione, sono numerosissimi gli anziani che non andranno al mare o in montagna, che dovranno passare il loro tempo libero nei vari centri sociali, dove non sempre è garantita l’animazione e meno ancora si può godere dell’aria condizionata. Per qualcuno è anche problema si sopravvivenza a tavola, dove la dieta è più imposta che cercata.

Se aggiungiamo i malanni dell’età, la vecchiaia non appare per niente “l’età della pace”, di cui parlava nel suo film Fiorenzo Carpi dove descriveva la tristezza di un anziano borghese che viveva da rifiutato nella famiglia del figlio. Solo e vicino alla morte, un giorno aveva deciso di togliersi l'apparecchio acustico per evadere con la mente in mondo tutto suo.

Quando l’avevo presentato ad un dibattito, da parte dei giovani ventenni avevo avvertito gelo e rifiuto. Non si erano ribellati come un altro gruppo di liceali, ai quali avevo proposto la visita ad un reparto di una casa di riposo, che accoglieva anziani poveri della povertà più grave, quella generata dalla solitudine quando di vivo rimane soltanto più il desiderio di morte. I giovani avevano avuto paura di confrontarsi con questa età, che va preparata alla lontana con una cultura del tempo libero da vivere attivamente, con scelte che lo sappiano riempire con intelligenza.

Mentre la malattia non ha agenda né orario e si presenta improvvisa e sconosciuta, senza preavviso, ai venti come ai trenta o ai quarant’anni, l’anzianità viene verso di noi gradualmente, come il tramonto di una bella giornata. Essa può essere quindi preparata e programmata. La vita media si è prolungata con una qualità sempre migliore, si sono moltiplicate le iniziative e le agenzie professionali che si propongono di prevenire l’anzianità precoce, ottimizzando le risorse di quella fisiologica ma non a tutti è data questa possibilità per motivi economici o per alcune malattie tipiche della vita moderna - tumori, infarti, ictus, i disagi psichici, forse meno appariscenti, ma non meno pesanti – che invecchiano anzitempo. Malattia e anzianità sono una presenza quasi ordinaria nelle famiglie e in tutta l’esistenza umana. Sovente sono il volto tragico del nostro mondo che invoca ascolto, attenzione, rispetto, stima e non l’isolamento, il rifiuto, l’accantonamento, che rendono tristi non solo le vacanze ma la vita nel suo culmine: non più età della pace ma del dolore, dell’insignificanza, una sorta di vuoto a buttare!