Home Cronaca Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale, su Maggiani e Talada

Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale, su Maggiani e Talada

22
3

Talada è un gioiello d’Appennino. Elegantissima, come in diversi scorci di Casa Ferrari, e capace di richiamare sempre più gente da fuori e, addirittura, dalla città, sino a diventare centro residenziale. Purtroppo le vacche, ora, non ci sono più. Ma non è di questo che si deve discutere. Il discorso espresso da Maggiani è poetico e di altro livello. Maurizio Maggiani ama l’Appennino e lo ha declamato in molte occasioni. Merita, comunque, di essere ringraziato, anche di ciò che provocatoriamente ha scritto su Talada.

In Maggiani, come in Giovanni Lindo Ferretti e nei letterati che scrivono dell’Appennino, non dobbiamo mai leggere giudizi sociali, politici o culturali. Né dobbiamo pretendere da loro applauso, consenso, equilibrio, rispetto, ma solo libertà e capacità d’espressione. A Talada sono personalmente legato da tempo e ho tanti veri amici che mi hanno accolto come uno del posto nella squadra di calcio.
Penso che, su Talada, Maggiani abbia dato voce, nella sua forma letteraria, a sentimenti di frustrazione e abbandono, che sono parte della storia dei nostri borghi. Anche persone del posto hanno a volte provato ed espresso, magari in forme meno poetiche e parziali, pareri simili.

In realtà, l’accento su una Talada “piena di vacche” non ha nulla di dispregiativo, proprio perché fa da contraltare al fatto che, in quel luogo, sia nata e si sia affermata, comunque, la capacità creativa ed artistica del maestro di Borsiliana, Pietro da Talada. Orgoglio d’Appennino è amarne e riconoscerne eccellenze e qualità, tanto quanto i limiti, ivi compresi l’emarginazione e la subalternità culturale che l’esaurirsi di un antico modello agro-silvo-pastorale ha portato con sé. Non c’è nessun motivo di offendersi, perché Maggiani è uno dei pochi grandi scrittori che ha dato personalmente una cittadinanza culturale all’Appennino.

(Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano)

* * *

Correlati:
- Maurizio Maggiani sul Secolo XIX di oggi scrive di Pietro da Talada. LA RIVOLTA DEI LETTORI (14 giugno 2010)
- Esplode un caso politico-cultural-sociale: “Il premio Strega ci ha offeso” (18 giugno 2010)
- Riflessione della scrittrice Normanna Albertini sul caso "Talada e Maggiani" (18 giugno 2010)
- Querelle "Talada-Maggiani" / "Venga qui, lo invitiamo, così potrà cancellare i suoi brutti ricordi" (20 giugno 2010)
- Busana invita Maggiani (25 giugno 2010)

3 COMMENTS

  1. Giù le mani da Talada
    Penso che se pur si voglia parlare di limiti, e io non ne vedo di così eclatanti, non si possa assolutamente parlare di emarginazione… Ed al contrario, se si volesse parlare di eccellenze e qualità, ci sarebbe ben molto su cui discorrere!!!!!!!

    (Sara Del Barba, Bibbiano)

  2. Un aiuto per Maggiani…
    Anche noi, gente di Talada, abbiamo colto le sfumature e gli aspetti positivi dell’articolo del Signor Maggiani e lasciamo la massima libertà d’espressione agli artisti, ma questo non significa che possono passare in secondo piano frasi come: “ricordo quelle due settimane (a Talada, n.d.a.) come e peggio di una degenza ospedaliera”; o la frase successiva che recita: “Ho cercato di dimenticare l’angosciante Talada”. Non vorrei “volare troppo alto”, noi gente di Talada siamo “attaccati” alla terra, ma propongo anche io un’altra chiave di lettura.
    Forse il bambino Maggiani, a Talada, ha subito un grande “trauma psicologico” che noi non possiamo valutare. Come suggeriscono diverse scuole di psicoterapia, potremmo proporgli di affontare di nuovo lo sconvolgente “viaggio a Talada” e chissà che affrontando questa paura riesca definitivamente a superarla, ne saremo veramente felici.
    Signor Maggiani, l’aspettiamo a Talada, davanti ad un bicchiere di buon vino e a un piatto di tortelli di patate, ci venga a trovare!

    (Gimmi Pietrucci)

  3. Con questo concludo!!!
    Sono molto felice che i miei compaesani, e non solo, abbiano risposto all’articolo scritto dal Sig. Maggiani. Questi non sono stati sicuramente scritti per tappare la bocca a nessuno, ma semplicemente per rispondere alle cattiverie che si leggono tra le righe. In una democrazia le cose funzionano così: uno esprime un pensiero e gli altri sono liberi di pensarla diversamente! Avrebbe sicuramente potuto utilizzare un’enfasi diversa, se solo avesse voluto. Evidentemente il suo scopo era proprio quello (“linguaggio poetico” non è sicuramente esprimere concetti usando parole come “vacche smerdatrici”!). Comunque nessuno ha la
    “coda di paglia” come qualcuno ha scritto e nemmeno si vergogna delle proprie origini; mi sembra si sia dimostrato il contrario!
    Con questo concludo perchè mi sembra di avere già rivolto troppe attenzioni al Sig. Maggiani, quando se ne sarebbe meritate molte meno e l’attenzione dovrebbe essere rivolta al Maestro di Borsigliana (c’è molto da imparare su come il linguaggio politico porti spesso a non prendere mai una posizione!).

    (Ilaria Gabrini)