Home Cronaca “Le coscienze che dormono creano governi mostri”

“Le coscienze che dormono creano governi mostri”

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La lezione che si ricava ad incontri di questo tipo è la solita: imparare ad usare la propria testa nel discernere, capire, interpretare le notizie che ci vengono date. E’ certo, comunque, che per far questo occorre un minimo di bagaglio, che è ciò che in fondo dovrebbe fornire la scuola. Non dimenticando, se possibile, di non mancare mai, lungo tutto il corso della vita, di continuare ad essere persone curiose ed interessate a quanto accade intorno.

Giulio Borrelli, volto noto del Tg1 da ormai trent’anni (dopo una gavetta nella carta stampata), è venuto a Carpineti, nell’ambito del ciclo di incontri denominato Duemiladieci”, a presentare il suo libro: “Le mani sul Tg1. Da Vespa a Minzolini: l’ammiraglia Rai in guerra”. Un titolo che è tutto un programma. Si tratta di un lavoro che contiene l’esperienza-testimonianza del giornalista nell’ambiente del maggiore giornale televisivo italiano, che per due anni, tra ’98 e 2000, ha anche diretto.

Borrelli rileva il fatto che dei dieci direttori nominati negli ultimi quindici anni ben sette sono professionisti approdati dall’esterno, con scarsa esperienza televisiva e nessuna pratica nel servizio pubblico; “e qualcosa vorrà pur significare”. Quindici anni: tornando indietro si fa presto a capire che si parla del periodo da quando l’attuale presidente del Consiglio (proprietario dell’impero tv “concorrente”) è in politica. Da allora molto è cambiato. Viene ricordato l’episodio della famosa cassetta in cui veniva annunciata la “discesa in campo”: nella redazione Rai di allora ci fu maretta alla richiesta di trasmetterla integralmente, da momento che la tv di Stato da sempre aveva proposto materiali da essa prodotti e mai calati da fuori. Ma il direttore del momento, Carlo Rossella, fedele del Cav, non sentì ragioni. Unica concessione fu l’avviso, ad inizio e fine, che si trattava di materiale prodotto all’esterno. “Ma ora non c’è più alcun bisogno di inviare cassette: mandano direttamente i direttori con ‘le cassette in testa’. Direttori-militanti-soldatini: ecco il ‘salto di qualità’”. Il Tg1 comunque, pur sempre punto di riferimento di tanti italiani, ha perso ascoltatori: da 8 a 6 milioni.

I direttori “fiduciari”: così li chiama Borrelli. Gente messa lì per garantire il potente di turno.

Il giornalista, formatosi all’Unità, pur non disdegnando di chiamare l’attuale direttore (come fanno peraltro anche altri suoi colleghi) “Scodinzolini” (del quale ricorda l’intervista, per così dire “poco mordace”, pubblicata da La Stampa, allorché l’uomo di Arcore fondò il partito sul famoso predellino), non risparmia per niente lo schieramento di centrosinistra. Il quale, “pur lamentandosi, ha avuto in questo arco di tempo per ben due volte la possibilità di fare quella famosa legge contro il conflitto di interessi, o per liberalizzare la Rai, per impedire che si giungesse al monopolio di fatto in cui ci si trova oggi”. “La questione allora venne accantonata per altre priorità…”, spiega. Quindi, è la morale, chi è causa del suo mal… Il problema è che da quel comportamento leggero ora si trovano a pagare non solo quelli che dissennatamente hanno sottovalutato chi avevano davanti (sempre lui, il pupillo di Craxi), ma tutti gli italiani, che si ritrovano un sistema informativo che presenta ormai quasi totalmente, almeno nelle tv di maggiore ascolto (che sono ovviamente quelle che interessano chi fa politica), uniformità di pensiero: tra censure, mezze verità o vere e proprie manipolazioni (da ricordare a questo proposito la “confusione” tra prescrizione e assoluzione fatta appunto, in tempi recenti, dal Tg1).

“La missione originaria di informare del Tg1, aiutando le persone a farsi le proprie idee, si è persa via via per strada. E’ stato smarrito il pluralismo. I fatti sono spessi diventati opinioni (è la morte dell’informazione). E questo è valso, in questo quindicennio, per entrambi gli schieramenti quando si sono trovati al governo del Paese (e quindi della tv pubblica). Che poi la Rai sia – da sempre – fortemente influenzata dalla politica è cosa nota, si sa…”.

Piatto finale (adattando il titolo di un'opera di Goya): “le coscienze che dormono creano governi mostri”. Se l’opinione pubblica è reattiva e presente si può stare tranquilli. Ma è così? Borrelli alla fine cerca di essere ottimista: “Gli anticorpi secondo me ci sono e credo che se anche questa legge dovesse passare non avrebbe vita facile”.

1 COMMENT

  1. Bravi!!
    Voglio fare i complimenti al Comune di Carpineti e a tutti gli organizzatori di questo “Duemiladieci” dove si conoscono e si incontrano personaggi e protagonisti della vita pubblica, che aiutano veramente a “risvegliare le coscienze” e, soprattutto, a CONOSCERE quello che ci succede intorno e che la NON INFORMAZIONE che abbiamo ci impedisce di sapere. Peccato solamente che sia concentrato in così poco tempo e in un periodo non proprio invitante…

    (Domenico Dolci)