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“Che la convivenza tra fuoristradisti e appassionati di trekking spesso non sia delle migliori è fatto noto, ma forse qualcosa si può fare”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Si è svolto la scorsa settimana presso la sala polivalente del comune di Vetto un importante incontro che aveva per tema l'uso delle moto fuoristrada sul territorio montano. Che la convivenza tra fuoristradisti e appassionati di trekking - ma anche molti proprietari - spesso non sia delle migliori è fatto noto. Di qui la volontà di cercare soluzioni che garantiscano la possibilità a tutti di praticare, nel rispetto delle leggi e dell'educazione, gli sport preferiti.

A farsi carico del primo tentativo di risolvere l'annosa questione è stata Sara Garofani, presidente della Comunità montana e sindaco di Vetto, che ha convocato una riunione che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di quasi tutti i club fuoristrada della provincia, dei carabinieri, delle polizie municipali, del corpo forestale e delle guardie ecologiche volontarie.

Lo scopo era quello di trovare una soluzione che garantisse sia la pratica dello sport per gli appassionati di enduro e quad (le moto a quattro ruote) ma soprattutto il rispetto dell'ambiente, degli escursionisti e dei proprietari dei terreni attraversati dai mezzi a motore. La discussione è stata ampia e aperta ed ha affrontato anche gli aspetti più delicati.

Al termine le varie componenti hanno concordato di individuare, a partire dal territorio di Vetto e di Ramiseto - ma si spera che si possa ampliare la proposta a tutta la montagna reggiana - una serie di tracciati permanenti, utilizzando carraie e mulattiere in disuso. I club secondo la proposta si faranno carico della manutenzione degli stessi tracciati e del risarcimento degli eventuali danni arrecati dai motociclisti, sia ai proprietari che alle amministrazioni. Insieme ai comuni interessati ed alle forze dell'ordine verrà stabilito un calendario dei giorni in cui si potrà transitare sui percorsi stabiliti dal regolamento, che non potrà essere un utilizzo quotidiano.

E' prevista anche la possibilità di istituire un ticket (giornaliero o annuale) che gli utilizzatori dovranno versare ai club che gestiranno i tracciati che servirà per risarcire gli eventuali danni provocati e per la manutenzione ordinaria e straordinaria. I club rappresentati nella riunione, i rappresentanti delle forze dell'ordine e i fuoristradisti hanno mostrato grande interesse per l'iniziativa, che tende a risolvere l'annosa contrapposizione, spesso dovuta a singoli comportamenti di maleducazione, tra fuoristradisti e cittadini. Secondo le proposte presentate, verrebbero utilizzati solo percorsi di proprietà pubblica.

Un primo risultato seguito alla riunione di Vetto è stata la decisione della pro loco di Capo d'Enza di Miscoso - d'accordo con il comune di Ramiseto - di proibire ai mezzi da cross non targati di circolare al di fuori della pista esistente a Miscoso. Chi non rispetterà la norma rischierà pesanti sanzioni.

Lo stesso discorso è stato affrontato per le motoslitte. Anche per questi mezzi (in provincia sono solo qualche decina) sono stati individuati percorsi, su tutto il crinale, ora al vaglio dei vari comuni. Non va infatti dimenticato che le motoslitte costituiscono l'unico mezzo in grado di muoversi nelle zone più impervie del nostro Appennino durante la stagione invernale.

La loro utilità si è vista in occasione delle ricerche del giovano scomparso sul Cusna e potrebbero diventare un importante supporto sia al Soccorso alpino che alla Protezione civile. E' evidente per tutti i partecipanti alla riunione di Vetto che non mancheranno le prese di posizione anche polemiche, ma, grazie soprattutto all'apertura del presidente Garofani si spera di poter raggiungere un accordo che garantisca la convivenza tra le varie componenti di appassionati della montagna ed il massimo rispetto per l'ambiente.

Un altro aspetto non secondario uscito dalla discussione è la possibilità di poter recuperare molti tracciati (mulattiere, sentieri e vecchie strade) ormai impraticabili per l'avanzare della vegetazione ma anche per i danni provocati da smottamenti. Considerando che i tracciati che saranno scelti non potranno essere utilizzati tutti i giorni dai mezzi a motore, aumenterebbe l';offerta anche per gli appassionati di trekking sia a piedi che a cavallo.

(Giorgio Campanini)

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1 COMMENT

  1. Sosteniamo questa iniziativa
    Ero presente alla riunione, con altri ragazzi del gruppo Quadando Carpineti. La proposta del sindaco di Vetto e presidente della Comunità montana – a mio modesto avviso – è da lodare e sostenere. Per disciplinare e regolarizzare un settore in forte espansione come questo c’è bisogno davvero di tutti, altrimenti si rischia di arrivare a soluzioni estreme come successo in Liguria prima e in Piemonte adesso, con il blocco totale delle attività sportive su terreni liberi (fregandosene dei tesserati alla Federazione aderente al CONI) che – di legge – dovrebbero avere il diritto di praticare il proprio sport in zone dedicate e controllate. Per non parlare poi di tutto quello che “ruota” attorno a questo mondo: costruttori di motoveicoli, officine e concessionari.
    Purtroppo in Italia nel settore off-road c’è ancora troppa confusione e TROPPE VOLTE si prendono le decisioni più facili e non le più giuste. Questo anche perchè molte delle persone che hanno il potere di decidere spesso NON HANNO BEN PRESENTE DI COSA STIAMO PARLANDO.
    Il disegno di legge di tutela alla circolazione nel settore off-road, promosso dalla FMI, è fermo e dimenticato. Dal lontano 2004 – PER CONTRO – da quasi trent’anni molte amministrazioni regionali hanno provato a regolare o addirittura a vietare il transito motorizzato facendo leva sul concetto di TUTELA DEL TERRITORIO, senza poi spiegare bene cosa s’intende per TUTELA. Non si parlava certo di tutela del territorio, quando, anni fa, si è dato il benestare alla costruzione di certi ECOMOSTRI in cemento armato, con coperture in eternit (vere bombe) in zone panoramiche, diventati poi icone tristi delle nostre amene vallate e dei soldi che sono serviti per bonificarli o abbatterli!!
    Non è tutela del territorio TENERE IN ORDINE ALCUNI SENTIERI O MULATTIERE IN DISUSO da parte degli appassionati fuoristradisti? Siamo davvero sicuri che questi ultimi e i loro mezzi (in regola con il codice della strada) e utilizzati con tanto, ma tanto buon senso siano poi così nocivi?? Spesso la Protezione civile adopera i quad o le motoslitte per le normali operazioni di controllo del territorio, in caso di calamità naturali o nelle operazioni di soccorso in zone impervie dove, a piedi, o con i normali 4×4 non si riesce ad arrivare. Questa la ritengo una cosa che potrebbe fare la differenza in caso situazioni di emergenza, anche nelle nostre zone e specialmente in caso di incendi boschivi, dove più vie di accesso ci sono per circoscrivere il fuoco più è facile domarlo e con meno danni all’ambiente.
    L’utilizzo di UN TESSERINO ANNUALE A PAGAMENTO ritengo che sia un’idea molto valida e facilmente applicabile, se controllata dai vari MOTOCLUB o ASSOCIAZIONI (zona per zona, comune per comune) con i fondi da investire anche subito per migliorare i servizi agli utenti finali, tipo PIAZZOLE ATTREZZATE PER CAMPER in ogni comune, con PANNELLI FOTOVOLTAICI per la corrente, una RETE INTERNET VELOCE per verificare METEO E MAPPE DEI PERCORSI e il ripristino degli stessi a inizio stagione. Tutto questo, assieme ad una riqualificazione “vera” da parte delle varie amministrazioni comunali dei sentieri per il trekking a piedi o a cavallo come il Sentiero Matilde, il Sentiero Spallanzani o il Sentiero dei Ducati, potrebbe veramente offrire una proposta diversificata, credibile e attraente, per un turismo a misura d’uomo e non di massa, dove la ricettività al top e la buona tavola, saprebbero far convivere meglio motorizzati e naturalisti… a stomaco pieno si ragiona sempre meglio!!
    Spero che Vetto non rimanga da solo e che tutti gli altri comuni – dalla collina al crinale – sposino l’idea della Sig.ra Garofani; spero soprattutto che si venga a creare una sinergia vincente per realizzare qualcosa che dalle prime battute sembra impossibile, se non in tempi biblici.
    Concludo spendendo due parole per il gesto di inciviltà messo in atto da qualche “furbetto” nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 maggio scorsi, per creare ulteriori problemi agli organizzatori del raduno quad di Carpineti (poi sospeso dal comune): SONO STATE TAGLIATE – a stagione chiusa – alcune QUERCE (guide) in 3 punti del percorso ALL’INSAPUTA DEI PROPRIETARI, facendole cadere sul tracciato, con la malignità di lasciarle attaccate alla base per alcuni centimetri, in modo da rendere difficile lo sgombero del sentiero e mettendo in serio pericolo chi, per caso, fosse transitato in quelle zone. Questi sono i veri vandali!! “Personcine” per bene, capaci delle azioni più assurde.
    La cosa più pericolosa – come sempre – è l’ignoranza!
    Un saluto a tutti, anche a quelli che non la pensano come me.

    (Sandro Beretti, Pisly, staff Quadando Carpineti, RE)