Home Cronaca L’insegnante parigina dei manager ritrova la sua terra, per caso, in Appennino

L’insegnante parigina dei manager ritrova la sua terra, per caso, in Appennino

31
0

CARPINETI (30 maggio 2010) - Jacqueline Caiti a Parigi ha addestrato i manager delle grandi società francesi. La incontriamo a far trekking per l’Appennino, mentre sosta alla Pieve di San Vitale in Carpineti, dove è salita da Canossa attraverso il sentiero Matilde.
“Mio padre era di queste parti, tra Modena e Reggio Emilia. Vittorio, arrivò in Francia come autotrasportatore, a 130 chilometri dalla capitale e sposò Iren Larda, a sua volta di madre italiana”. La singolare storia di questa signora dagli occhi chiari, che ama Parigi pur definendola “città grigia”, parte dallo stupore per la nostra montagna.

“Sono parte di un’associazione che si chiama Servas, che ha per scopo promuovere il dialogo tra i popoli e essere tramite di una rete internazionale di ospitanti e viaggiatori. Così ho conosciuto sulle Dolomiti Carla e Adriano Ferrero, di Ivrea, che a loro volta mi hanno ospitato. Eravamo d’accordo che sarei scesa per vedere le Cinque Terre…”
E invece?
“Sorpresa, mi sono ritrovata in Appennino perché il loro gruppo aveva deciso di calcare il sentiero Matilde e il Parco Nazionale”.

Che idea s’è fatta?
“Ero stata a Reggio Emilia, da ragazzina, col babbo, per vedere i suoi luoghi natii. Ma non ricordo molto di allora. Qui, invece, ho trovato scorci davvero stupendi. E una cucina – dice alzando il dito – davvero eccezionale”.

Però c’è una tappa dei pernotti fatti con gli amici piemontesi e veneti che non ha raccolto l’entusiasmo dei più “se un agriturismo si qualifica come tale – spiegano gli amici – gli standard devono essere quelli”. Lei invece lo ha trovato molto essenziale e rurale. Cosa le è piaciuto di più di questo Appennino?
“Sicuramente il paesaggio nel suo insieme. E poi qui la Pieve di San Vitale a Carpineti: splendida”. Parole singolari se si considera che Jaqueline, a Parigi, abita in centro dinnanzi alla cattedrale di Notre Dame, ma tutto sommato predilige i percorsi lungo la Senna. Nel suo bagaglio ha una laura in lingua inglese, studi di comunicazione e marketing, due anni di lavoro come giornalista di economia per un prestigioso settimanale, e la parte finale di una prestigiosa carriera dedicata alla formazione dei manager di Edf (il colosso francese dell’energia), Air Liquid (lader mondiale nei gas e la chimica, presente in più di 75 Paesi), sino a France Telecom dove da due anni e mezzo si sono registrati oltre cinquanta suicidi tra i dipendenti…
“No, oggi non sono sicura che formerei ancora i manager – spiega Jaqueline -. E sa perché? Perché questi profili hanno un’attività molto opprimente. Se, però, lo dovessi ancora fare vorrei insegnare a dire ciò che si pensa e a essere davvero liberi”.

E se si cimentasse in un management per il turismo, cui solo ora l’Appennino si sta aprendo?
“E’ una domanda molto difficile per il poco che ho visto. Però qui da voi mi ha colpito molto l’ospitalità delle persone e la gente. Penso che un manager in questo settore dovrebbe essere molto umano”.
Fine dell’intervista e di nuovo via verso il Sasso cantato da Dante, per lei che ama il contemporaneo, i musei, il bere e la cucina, il camminare molto nella sua città. “Perché sì sono parigina, ma adoro respirare e scoprire luoghi nuovi. Come questi…”

(Gabriele Arlotti)