"L'obiettivo è quello di lavorare insieme per combattere un fenomeno che nell'ultimo periodo ha mostrato in modo deciso la propria presenza. Per poterlo fare è però necessario conoscerlo, da qui la decisione di convocare questi due incontri, da cui usciranno proposte concrete, in continuità con quanto fatto fino ad oggi dalla Provincia".
Marcello Stecco e Valeria Montanari, rispettivamente presidente della commissione consiliare economia e della commissione speciale crisi economica, spiegano così la convocazione congiunta dei due organismi per discutere delle infiltrazioni della grande criminalità, con particolare riferimento alla 'ndrangheta, e più in generale, di legalità. Ieri alle 18 il primo appuntamento, a cui ha partecipato il presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia Enrico Bini. Il prossimo 8 giugno è invece in programma una riunione delle commissioni con il professor Antonio Nicaso, giornalista e docente al Middlebury College (Vermont), uno dei massini esperti di 'ndrangheta a livello internazionale e conoscitore della realtà reggiana.
L'incontro di ieri pomeriggio è stato aperto dall'intervento di Marcello Stecco che ha rilevato come "la collaborazione con la Camera di commercio ci dia la misura dell’importanza delle sinergie tra istituzioni in un impegno contro un fenomeno che vede nei periodi di crisi e recessione grandi opportunità di crescita, utilizzando in particolare strumenti come l’usura".
Enrico Bini ha esordito dicendo che oggi, rispetto a questi temi, si sente molto meno solo: "Reggio Emilia ha dimostrato di avere le forze per reagire e lo sta facendo, rispondendo unita a questo attacco che ci è stato riservato da ambienti malavitosi. Abbiamo firmato il protocollo del 1° marzo perché ritenevamo che Caltanissetta, Crotone, Reggio Emilia e Modena fossero territori problematici rispetto alla malavita. L’accordo è aperto a nuove collaborazioni e prioritario anche per il sistema camerale nazionale; il presidente di Unioncamere ha quindi preso l’impegno di ampliarlo ad altri territori. Per questo nel mese di giugno andremo a Reggio Calabria poi ad Agrigento e probabilmente a Palermo. Il problema delle infiltrazioni mafiose - ha spiegato - non è un problema di Reggio Emilia, ma di tutte le aree ricche del nord. La nostra città se ne sta accorgendo e sta reagendo, ma ci sono ancora zone in cui questa consapevolezza manca".
Bini ha rilevato come i settori maggiormente toccati siano l’autotrasporto, l’edilizia e il commercio, e come si stiano affermando le mafie straniere, in particolare quella cinese, che tutti i giorni acquisiscono attività commerciali non sempre oneste.
"Le mafie hanno grandi risorse, soprattutto la ‘ndrangheta - ha concluso Bini - È una situazione con la quale dobbiamo fare i conti, dobbiamo sensibilizzare i cittadini affinché si dica 'basta'. Questa è la strada che abbiamo intrapreso, dobbiamo andare avanti e non aver paura di mettere a nudo questo problema. Non sarà facile perché è molto consolidato, e per sradicarlo dobbiamo lavorare tutti insieme".
Al vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi è spettato il compito di tracciare un quadro di ciò che l'ente ha fatto su questo tema: "Occorre dare risposta efficace e unita, come le istituzioni pubbliche stanno facendo. La nostra Provincia ha intrapreso diverse azioni, anche se sul tema della legalità abbiamo soltanto due deleghe: autotrasporto e agenzie di viaggio. Non ci siamo comunque mai sottratti alle iniziative di carattere specifico per contrastare le infiltrazioni. Richiamiamo anche la responsabilità delle associazioni di categoria, in un settore come quello dei trasporti nel quale abbiamo importanti eccellenze locali. Pur riconoscendo quindi la presenza e la gravità di questi fenomeni, credo che la Provincia di Reggio Emilia abbia un livello di salvaguardia e tutela tra i più alti".
Il consigliere di Rifondazione Alberto Ferrigno ha messo in luce una situazione del territorio che negli ultimi anni ha favorito le infiltrazioni della mafia: "Va bene quindi fare protocolli e lavorare sulla creazione di reti, ma guai a dire che qui la mafia non c’è. Per questo propongo di convocare un Consiglio provinciale aperto, perché la solidarietà non basta, bisogna fare di più, condividere quelle affermazioni".
"Mi fa piacere che il simbolo della lotta all’infiltrazione criminosa a Reggio sia un rappresentante delle categorie economiche - ha affermato Giuseppe Pagliani, capogruppo del Pdl - che saluto e ringrazio per il coraggioso ruolo. La Camera di commercio per prima ha svegliato la città e le istituzioni per lottare in un modo più netto e diretto contro l’infiltrazione mafiosa. La proposta che noi lanciamo al vicepresidente e all’intero Consiglio provinciale è quello di impegnarci in modo diretto nei processi di mafia, costituendoci parte civile".
Il consigliere dell'Udc Mario Poli ha rilevato come tutti si siano giovati di un’economia che esplodeva fuori controllo, partendo dall’edilizia per arrivare all’autotrasporto. "Ora c’è anche il tema delle realtà commerciali in mano ai cinesi. Quel poco che possiamo fare va fatto con maggiore capacità e iniziativa, nei limiti elle forze che siamo in grado di esprimere".
Tommaso Lombardini, consigliere del Pdl, ha chiesto "un monitoraggio più forte delle imprese individuali, che spesso durano pochissimo. Sulla problema droga - ha aggiunto - credo sia arrivato il momento della tolleranza zero, oggi visti gli interessi delle associazioni mafiose è giusto che ci siano politiche dure e importanti sulla prevenzione e contro la droga".
Valeria Montanari e Roberto Bertacchini, consiglieri del Pd, hanno rilevato come quelle citate dal vicepresidente Saccardi siano state azioni concrete svolte dalla Provincia. "La Provincia non ha competenze su azioni sanzionatorie - ha aggiunto la Montanari - quindi non possiamo chiedere di andare oltre competenze decise da leggi statali".
"I fatti accaduti ci hanno sollecitato a prendere una posizione unanime di cui siamo orgogliosi - ha aggiunto il capogruppo del Pd Ilenia Malavasi - perché non è sempre facile. I protocolli sono anche gli strumenti per creare delle reti tra diversi soggetti che si mettono in sintonia per azioni concrete. Valutiamo le varie proposte che sono emerse, apprezzo molto lo sforzo delle commissioni per conoscere meglio il fenomeno e anche per arrivare a riflessioni e proposte condivise".
* * *
Sempre in tema - ormai giustamente al centro dell'attenzione - la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, ha partecipato ieri sera all'hotel Astoria alla presentazione del volume “Terre di libertà: i volti e i luoghi del riscatto civile delle mafie" a cui è intervenuto anche il professor Enzo Ciconte, docente di storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre. "Con la Provincia e il Comune c'erano le associazioni di categoria e quelle impegnate a difesa della legalità e, dopo il presidio in piazza Prampolini di due settimane fa, è stato come rinnovare il patto per un impegno comune contro tutte le forme di mafia - ha detto la Masini - Abbiamo ribadito la necessità di rimanere uniti nel contrastare ogni prevaricazione, nel tenere gli occhi ben aperti e denunciare senza indugi ogni intimidazione, senza tuttavia creare un clima di sospetto diffuso". Nel corso del suo intervento all'Astoria la presidente Masini, oltre a confermare l'impegno della Provincia, insieme alle altre istituzioni, nella realizzazione di un Osservatorio antimafia, ha anche sottolineato l'importanza di "coinvolgere gli istituti di credito sul fronte del credito alle imprese, per contrastare il pericolo del dilagare dell'usura, ma anche come importante misura anticrisi".
Una bandiera per la nostra terra
Se lo Stato, coi mezzi di cui può disporre, AVESSE VOLUTO e VOLESSE davvero raderle a zero, mafie e camorre sarebbero fenomeni estinti da tempo. Così com’è stato per il terrorismo e così com’è per ogni cosa per la quale non manca una ferma volontà.
Quindi c’è da levarsi il cappello di fronte a persone come Enrico Bini (e a tanti altri come lui), integre e di grande spessore morale, che nonostante tutto continuano a crederci e a battersi.
(Briel)